La mobilità tailor made
Marco Piuri, amministratore delegato di Trenord, disegna i nuovi scenari post Covid
“LA REVISIONE DEL SISTEMA della mobilità collettiva è matura: se usciremo dall’emergenza pandemica senza aver aggiornato il nostro modus operandi, avremo fallito. Chi utilizza il mezzo pubblico, chi sale sui nostri treni, i nostri bus, dovrà sentire che la musica è cambiata, che siamo capaci di cogliere le sue esigenze e rispondere alle nuove abitudini di spostamento”. Non è certo la consapevolezza della inderogabile necessità di mettere mano all’organizzazione del sistema in generale, e del trasporto pubblico in particolare, a difettare a Marco Piuri, amministratore delegato di Trenord, la società mista tra Fnm – di cui è direttore generale – e Trenitalia che gestisce i treni regionali in Lombardia. Fino a 820mila passeggeri al giorno nel marzo del 2019, 2.150 corse per una flotta di 400 mezzi che salirà a 500 nel 2025 grazie a 2 mld di investimenti della Regione. Compresi i primi sei treni a idrogeno sulla linea Brescia-iseo-edolo a partire dal 2023. In questo servizio cruciale per la vita dei cittadini, la pandemia ha modificato i paradigmi di riferimento precedenti e reso visibili mutamenti già in atto che impongono alle aziende di trasporto locale, pubbliche e private, ferroviarie e su gomma, di adeguare il passo e ripensare le proprie strategie. I nuovi scenari che Piuri disegna per il post-covid 19 si riassumono in quattro parole, quella che lui definisce “mobility as a community”, ovvero un’organizzazione del trasporto che non pretende di imporre operativi rigidi e sempre uguali – linee e orari – a utenti che non possono che adeguarsi, ma si propone come interlocutore flessibile e reattivo alla domanda che cambia, sulla base dei principali corridoi di traffico. Avendo come focus le funzioni che attraggono la mobilità collettiva: i grandi gruppi imprenditoriali, i centri commerciali, gli uffici della pubblica amministrazione, le università, i luoghi dello sport e della cultura, i poli della sanità e della salute.
“Vogliamo diventare partner dei grandi generatori di spostamenti, con cui in questi mesi difficili abbiamo aperto tavoli di lavoro - sintetizza l’ad - per disegnare insieme soluzioni incardinate sulla ferrovia, infrastruttura portante nelle grandi aree metropolitane, e sul trasporto pubblico completate con un ampio ventaglio di servizi flessibili: navette dedicate, car sharing, car pooling, taxi. Un’offerta di pacchetti ‘tailor-made’, customizzati sulle esigenze del cliente. Come fa Bus4fun, startup di cui Fnm è diventata socia, che ha sviluppato questo approccio organizzando i trasporti per i grandi eventi sportivi, da Cortina alla pallavolo a Rimini, al golf a Roma. Questa è la vera sfida che ci aspetta”.
Per evitare di diventare “solo una commodity gestita da piattaforme digitali nelle mani di un qualche colosso IT o dell’e-commerce”, aggiunge. Uno dei possibili esiti della rivoluzione annunciata del Maas, il Mobility as a Service, la mobilità come servizio, se non ci sarà un regolatore pubblico molto, molto forte.
Marco Piuri fa scaturire le sue riflessioni sul futuro della mobilità dall’evoluzione che vede nella sua Lombardia. “Da maggio abbiamo riconquistato il 50% dei passeggeri del 2019, nei giorni feriali contiamo tra le 350mila e le 400mila presenze mentre nei week end abbiamo recuperato tutto, a luglio eravamo a 200mila viaggiatori contro i 230mila del luglio 2019. È un segnale interessante, molto positivo: i lombardi hanno ritrovato la voglia di muoversi, di utilizzare il treno nel tempo libero. Nonostante permanga una qualche paura, una qualche riluttanza legata all’emergenza sanitaria”.
Questo andamento del traffico che ripresa autunnale prefigura in Regione, anche tenendo conto che gran parte della popolazione avrà completato il ciclo vaccinale? “Avremo meno ‘commuting’, spostamenti un po’ meno regolari e abitudinari dal lunedì al venerdì, in quale misura dipenderà da come si organizzeranno le grandi imprese – risponde l’ad quanto lavoro da remoto rimarrà. Al contrario, aumenteranno gli spostamenti erratici, meno prevedibili, per turismo, per visitare parenti e amici, per altre attività. I movimenti su base locale cambieranno di segno ma ripartiranno più velocemente della lunga percorrenza, dove la ripresa del segmento business sarà rallentata. Prevediamo in un paio d’anni, diciamo nel 2023, di tornare ai volumi del 2019”. Per rispondere a una mobilità in evoluzione, meno ripetitiva, occorrono strumenti di monitoraggio e predittivi assai più sofisticati. “Lavoriamo a un’analisi continuativa della domanda tramite Big Data - conviene il manager - attraverso la raccolta anonima degli spostamenti via cellulare e via scatola nera dell’auto per poi analizzare i flussi nelle diverse aree della Regione e strutturare un’offerta adeguata”. Da maggio 2020, all’indomani del lockdown più severo, l’app di Trenord è in grado di comunicare in tempo reale il livello di riempimento del treno, informando i viaggiatori sulla capienza e la possibilità di salire in sicurezza. Di recente è stata implementata una nuova funzione che permette al passeggero stesso di inserire dal vagone l’affollamento percepito.
Come si prepara Trenord alla riapertura di scuole e imprese? “Con i prefetti della Lombardia ragioniamo su un riempimento dei treni ancora all’80% - anticipa l’ad - che significa tutti i posti a sedere e una parte in piedi. Nonostante le ultime indagini, dei Nas come dell’azienda sanitaria di Milano, mostrino che non c’è correlazione tra i focolai scolastici e l’utilizzo del mezzo pubblico. Già da settembre dello scorso anno siamo tornati al 100% del servizio, utilizziamo tutti i mezzi a disposizione, qualche corsa in meno ma un maggior numero di posti disponibili, più comfort e sicurezza. È il massimo della nostra potenza di fuoco”. Potenza che aumenterà con l’ingresso in flotta entro il 2025 di 222 nuovi treni - 131 Caravaggio Hitachi ad alta capacità, 61 Donizetti Alstom a media capacità e 30 diesel Colleoni della Stadler - di cui 29 già in circolazione. Ma senza una maggiore efficienza dell’infrastruttura - binari e stazioni – e un aumento della capacità, senza manutenzione e modernizzazione, i nuovi convogli non fanno miracoli: “Per un salto di qualità nella puntualità e regolarità del servizio occorre lavorare sull’intero sistema ferroviario”. Nell’impostare il futuro Marco Piuri guarda con rammarico a una grande occasione che rischia di andare perduta o essere colta a metà: il ridisegno dei tempi delle città. “Nelle grandi aree urbane è l’unico modo per redistribuire il traffico e i flussi del trasporto pubblico su finestre temporali più ampie evitando il sovraccarico delle ore di punta”. Si torna da dove si era partiti: la mobilità post-pandemia deve ripartire con soluzioni di sistema.