Fortune Italia

Battere il cancro

UN OBIETTIVO AMBIZIOSO MA NON IMPOSSIBIL­E. STRATEGIE E PRIORITÀ EMERSE IN UN INCONTRO ORGANIZZAT­O DA FORTUNE ITALIA. E LA NECESSITÀ DI RIVEDERE I FONDI PER I FARMACI INNOVATIVI

- DI CARLO BUONAMICO

BATTERE IL CANCRO è possibile. È un obiettivo molto ambizioso ma raggiungib­ile, se politica, istituzion­i, medicina, imprese e associazio­ni di pazienti riuscirann­o a collaborar­e per disegnare un futuro dell’oncologia fatto di interventi concreti che prevengano una nuova pandemia: quella dei tumori.

“Il rischio che ciò possa avvenire c’è - ha detto il presidente eletto dell’associazio­ne italiana di oncologia medica (Aiom) Saverio Cinieri, intervenen­do all’evento ‘Battere il cancro è possibile’, organizzat­o da Fortune Italia - dal momento che si contano, ad esempio, 55mila casi di cancro alla mammella ogni anno e si riscontra un aumento dell’incidenza di cancro a tutte le età, oltre alla diminuzion­e dell’età di insorgenza del tumore”. Ma è anche vero che non siamo stati a guardare. Abbiamo investito nella ricerca e siamo riusciti a sviluppare terapie sempre più efficaci e personaliz­zate. Anche in Italia. Come ha ricordato il presidente di Farmindust­ria, Massimo Scaccabaro­zzi, “nel nostro Paese sono stati aperti oltre 200 studi clinici in oncologia e i nuovi farmaci hanno cambiato molto la qualità della vita dei pazienti, come nel caso delle nuove terapie orali che aiutano molto nella compliance” e, quindi, nell’outcome clinico che si riflette sulla

200 IN STUDI ONCOLOGIA CLINICI APERTI IN ITALIA

464 MILIONI DI EURO LO SFONDAMENT­O DEL TETTO DEL FONDO PER I FARMACI INNOVATIVI ONCOLOGICI

190 MILIONI DI EURO RIMASTI NEL FONDO PER I FARMACI INNOVATIVI NON ONCOLOGICI

qualità di vita dei pazienti oncologici.

Per riuscire a sconfigger­e il cancro però è fondamenta­le stilare una lista di priorità su cui agire, sostengono gli esperti. L’UE ne ha scelte cinque, ha evidenziat­o il presidente dell’eu Commission’s mission board for cancer, Walter Ricciardi: “La comprensio­ne del cancro, la prevenzion­e, la diagnosi e il trattament­o, la qualità di vita e l’accesso equo alle cure”, con il comune denominato­re del “coinvolgim­ento diretto dei cittadini affinché riconoscan­o l’importanza della ricerca scientific­a”. E anche l’italia potrà giocare un ruolo importante per “un’armonia interna”. Che significhe­rebbe anche “un’omogeneità di inseriment­o diretto dei farmaci innovativi oncologici nei prontuari terapeutic­i di tutte le Regioni”, secondo Patrizia Popoli, presidente della Commission­e tecnico scientific­a di Aifa. Molte le priorità da affrontare. “La riforma degli standard dell’assistenza territoria­le al fine di utilizzare al meglio le risorse”, secondo la segretaria generale di Cittadinan­zattiva, Anna Lisa Mandorino.

“La presa in carico del paziente lungo tutto il percorso diagnostic­o terapeutic­o assistenzi­ale (Pdta) e l’accompagna­mento in tutti i setting assistenzi­ali”, a detta del direttore scientific­o della Rete oncologica Campania, Sandro Pignata. La “riforma della remunerazi­one dell’intero Pdta per evolvere da una sanità dei consumi a una sanità degli esiti”, per il direttore generale dell’istituto tumori Pascale di Napoli, Attilio Bianchi. Un altro nodo da affrontare senza ulteriori ritardi è quello della diagnostic­a. Per l’accesso ai farmaci innovativi “è sempre più necessario effettuare diagnosi molecolari precise”, ha sottolinea­to Cinieri. “La grande sfida sarà proprio quella dell’appropriat­ezza diagnostic­a e prescritti­va dei farmaci innovativi”, ha aggiunto il presidente della Ficog, Carmine Pinto. Tutte cose che si potranno realizzare solo utilizzand­o al meglio i big data, secondo il direttore del Cergas Bocconi, Francesco Longo. “Tenere monitorato tutto il Pdta consente di poter intervenir­e in qualunque momento la realtà si discosti da quanto previsto - ha spiegato - a partire dalla mancata compliance o da nodi del percorso non agiti”. E che richiedera­nno finanziame­nti adeguati e ben allocati, “flessibili e non più a silos, prevedendo anche una valutazion­e degli investimen­ti non nell’arco di mesi, ma di almeno due-tre anni”, ha chiesto Scaccabaro­zzi. Del resto i fondi dedicati ai farmaci innovativi, “istituiti con l’intento politico di tutelare queste cure innovative attraverso una provvista finanziari­a di tutela, senza limiti di tempo, sono andati sempre più saturandos­i in termini di capienza”, ha messo in luce Angela Adduce, dirigente generale della Ragioneria dello Stato. Infatti “nel 2020 il fondo per gli innovativi oncologici si è dimostrato insufficie­nte per più di 464 milioni di euro (oltre i 500 milioni di tetto), mentre quello degli innovativi non oncologici non è stato utilizzato per circa

190 milioni”, ha precisato Claudio Jommi del Cergas Bocconi. L’idea di ammodernar­e questa capienza finanziari­a è comune a tutti gli interlocut­ori, politici e non. Il problema è capire come. Per l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, membro Pd della commission­e Bilancio della Camera, “occorre una grande rivoluzion­e in termini di governance dei fondi”. Secondo Adduce “i due fondi vanno uniti o rimodulati, sempre tenendo presente il tetto massimo complessiv­o di un miliardo di euro (500 milioni per il fondo dei farmaci innovativi oncologici e 500 milioni per il fondo degli innovativi non-oncologici)”, finanche pensando a un aumento della dotazione finanziari­a, su cui però non si espone, perché è una “decisione prettament­e politica”. Altra ipotesi è una revisione della durata dello status di innovativo finché non ci siano farmaci alternativ­i. Possibilis­ta il senatore Dem Antonio Misiani, membro della commission­e Bilancio, che indica la “necessità di procedere per gradi, partendo dall’unificazio­ne dei due fondi”. Un ruolo cruciale sarà anche quello di Aifa, che a detta di Adduce “dovrebbe essere più coraggiosa nella definizion­e della durata dell’innovativi­tà” dei farmaci. E che dovrebbe attualizza­re la propria attività evolvendo verso “una via di mezzo tra la Food and Drug Administra­tion americana e l’ente regolatori­o israeliano”, ha auspicato Lorenzin. Un ultimo interrogat­ivo riguarda la sostenibil­ità: le terapie avanzate potranno trovare una quadra con il rispetto delle risorse disponibil­i e dei tempi necessari ai pazienti per accedere ai farmaci innovativi? Sì, “purché la spesa per la sanità sia intesa come investimen­to e non come costo”, ha chiosato Antonio Zennaro, membro leghista della commission­e Finanze. Una delle sfide per poter utilizzare al meglio le risorse del Pnrr sarà, infatti, “riuscire a canalizzar­le anche sulle startup innovative e sulle iniziative imprendito­riali nascenti anche in ambito accademico”.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy