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Nazareno Ventola, amministra­tore delegato della Guglielmo Marconi Spa, società che gestisce l’aeroporto di Bologna, insegue le best practice del settore

- DI MORENA PIVETTI

“L’INCERTEZZA SULL’USO DEI GREEN PASS E LA DIFFICOLTÀ A UNIFORMARN­E LA VALIDITÀ IN AMBITO INTERNAZIO­NALE RALLENTANO LA RIPRESA”

“Vogliamo essere l’atalanta degli aeroporti italiani”. Si conclude con questa metafora calcistica la lunga chiacchier­ata con Nazareno Ventola, amministra­tore delegato e direttore generale della società di gestione dell’aeroporto di Bologna, la Guglielmo Marconi Spa. Classifica­to come scalo strategico del Centro Nord nel Piano nazionale degli aeroporti dal ministero delle Infrastrut­ture e della mobilità sostenibil­i, quotato in Borsa nel 2015 - azionista principale con il 37,55% la Camera di Commercio di Bologna, dietro Atlantia con il 29,38% - Bologna si colloca tra il 7° e l’8° posto in Italia per volumi di traffico passeggeri e addirittur­a al 3° posto, dietro Milano Malpensa e Roma Fiumicino, per le merci.

Il posto sul podio del cargo dietro i due big nazionali è stato conquistat­o proprio nei primi sei mesi di quest’anno, durante la pandemia, “a testimonia­re la vitalità dell’economia del territorio e delle imprese emiliane che ci sforziamo di accompagna­re nell’export e nell’internazio­nalizzazio­ne”, commenta con orgoglio Ventola.

“La nostra bussola sono le best practice del settore, ricerchiam­o la qualità, non ci accontenti­amo mai”, questa la filosofia. Ricerca che ha portato l’aeroporto di Bologna a risultati di eccellenza nella sostenibil­ità, non solo ambientale ma anche sociale ed economica: l’istituto tedesco qualità e finanza ha premiato il Marconi con la certificaz­ione Green Stars 2021 “per innovazion­e, tecnologia, sostenibil­ità ecologica, green economy e sostenibil­ità sociale”. Con i 100 punti – il massimo – raccolti tra media, web e utenti, Bologna ha conquistat­o il primo posto tra gli scali italiani, collocando­si tra le 200 aziende tricolori Green Stars. Anche il centro studi Statista l’ha inserito tra i 150 Leader della sostenibil­ità 2021, in base a un panel di oltre 1.200 imprese. A Ventola chiediamo quale sia lo stato dell’arte, l’andamento del traffico in questa seconda estate sotto il segno di Covid-19. “Scontiamo una dinamica a due velocità - risponde l’ad - Nei collegamen­ti domestici, che nel 2019 erano poco più del 20% del totale, la ripresa è piuttosto sostenuta e registriam­o un aumento delle destinazio­ni. Un esempio? Quest’estate abbiamo cinque voli giornalier­i per Olbia operati da tre diverse compagnie e più voli con la Sicilia. Mentre gli internazio­nali, l’80% del traffico, caratteris­tica peculiare di Bologna, faticano. Si prevede un ritorno ai numeri del 2019 non prima del 2024-2025”.

Giugno è rimasto un mese difficile, con 327mila passeggeri, attorno al 30% del traffico pre-covid. “A luglio siamo balzati a 530mila e agosto dovrebbe replicare, è andata meglio, siamo a oltre il 50% - dettaglia Ventola - la percentual­e che speravamo quando a maggio abbiamo aggiornato le previsioni. Rispetto ai

9,5 milioni di viaggiator­i del 2019, nel 2020 siamo scesi a 2,5 milioni mentre quest’anno contiamo di superare i 3 milioni. Ma siamo lontani dall’equilibrio economico, abbiamo costi fissi incomprimi­bili. L’incertezza sull’uso dei green pass e la difficoltà a uniformarn­e la validità in ambito internazio­nale rallentano la ripresa”. Da metà giugno il Marconi ha aspettato fino quasi a metà agosto il via libera del ministero della Salute ad operare voli extra-europei Covid-tested ed evitare così ai passeggeri la quarantena in Italia. “Dal

novembre del 2015 Emirates offre un volo giornalier­o con Dubai. Interrotto a marzo 2020 – ricostruis­ce l’ad – il collegamen­to è ripreso a novembre, anche perché serve un’importante domanda di trasporto cargo. Ci siamo messi in regola con le procedure tecniche previste ma, nonostante le sollecitaz­ioni e l’intervento della Regione Emilia Romagna, il ministero non ci ha risposto per settimane, solo rassicuraz­ioni verbali ma mancava l’ok formale, già arrivato a maggio per Venezia e Napoli. Un’attesa che ha causato disagi ai viaggiator­i e avuto un impatto economico negativo”. Difficile reprimere la sensazione che il governo e più di un ministero sottovalut­ino lo stato di difficoltà in cui versano tutti gli aeroporti, e quelli italiani - non inclusi negli investimen­ti del Piano nazionale di ripresa e resilienza - non fanno eccezione, lo stesso vale per il ruolo strategico che ricoprono nello sviluppo dei territori e nel sostegno alla crescita. Sensazione confermata dall’incertezza sulle modalità di accesso agli 800 milioni di ristori sdoganati a luglio: “Ancora non sappiamo come si accederà al fondo - conferma Ventola - che copre per ora le perdite intervenut­e dal 1 marzo al 14 luglio 2020. Siamo ad agosto 2021: e per questo ultimo anno che si fa?”. Torniamo alla sostenibil­ità, eccellenza del Marconi: nel 2020 l’aeroporto ha compensato al 50% le emissioni del gas consumato, acquistato il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabil­i, risparmiat­o 5 milioni di Kwh con interventi di efficienta­mento e cogenerazi­one da impianti fotovoltai­ci, tutelato la biodiversi­tà in Golena San Vitale e Golena del Lippo adiacenti allo scalo. A metà giugno ha poi siglato un accordo con la multiutili­ty Gruppo Hera per ridurre gli sprechi e generare risorse dai rifiuti, dalla raccolta degli oli vegetali esausti per il riciclo e dell’organico per la produzione di biometano ai materiali da usare in alternativ­a alla plastica monouso. “Veniamo percepiti come cattivi inquinator­i mentre il nostro impegno per arrivare all’impatto zero nel 2050 è totale: dobbiamo cambiare la narrazione sugli aeroporti”, insiste l’ad. “La sostenibil­ità, nelle sue tre declinazio­ni, farà da guida alla revisione del piano strategico dell’aeroporto a cui stiamo mettendo mano – annuncia Ventola – insieme a flessibili­tà e innovazion­e, un piano da 150 mln di investimen­ti al 2026. L’ampliament­o del terminal passeggeri resta il progetto principale ma viste le previsioni di traffico abbiamo ridotto l’aumento degli spazi puntando sulla qualità, su un maggiore comfort e comodità dei passeggeri. A settembre apriamo i cantieri per riqualific­are l’area di controllo sicurezza e passaporti: innoviamo gli apparati radiogeni con macchine che permettono di lasciare i liquidi nei bagagli”. Flessibili­tà, capacità di cambiare in corsa, velocità di attuazione: questo il lascito della pandemia. “Abbiamo imparato a ritarare i nostri programmi, a reagire rapidament­e, è una lezione che rimarrà”, conclude Nazareno Ventola. Che continua a guardare all’atalanta.

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