La discriminazione di genere fa male alla scienza
La storia di Edwige Pezzulli, dai classici greci all’istituto nazionale di Astrofisica
LA DIVULGATRICE scientifica invaghita dei classici greci alla conquista della Nasa. Edwige Pezzulli, scienziata all’istituto nazionale di Astrofisica, è stata la protagonista della decima puntata di Illimither, programma nato per promuovere la cultura STEM e ispirare i giovani, in particolare le ragazze, a intraprendere strade coraggiose e alternative sia negli studi sia nel lavoro. Pezzulli racconta della galassia, delle stelle, dell’astrofisica moderna. Sottolineando il valore del racconto della scienza: “L’astrofisica, come altre materie scientifiche, non è di pertinenza solo dei geni - spiega - ero studentessa al liceo classico, innamorata dei classici greci, della filosofia. Poi sono stata fulminata dalla passione per la fisica”. Determinante è stata la visita nel suo liceo di un docente e di un fisico de La Sapienza: “Mi hanno fatto capire che l’astrofisica era uno strumento indispensabile per capire il mondo. Da lì è cambiato tutto, è la prova che è decisivo anche il racconto della scienza nelle scuole, ma la divulgazione scientifica in Italia è percepita come attività di serie b”. Pezzulli è stata parte del sestetto di astrofisiche che, con lo studio sui buchi neri dell’universo primordiale, si è guadagnato l’interesse della Nasa. Uno studio tutto al femminile: la dimostrazione che per le donne nelle STEM c’è un ampio margine di crescita. Mettendo all’angolo, finalmente, lo stereotipo, il pregiudizio. “Nel mio dipartimento ci sono due docenti donne a contratto su un totale di 30 persone. Con il mio lavoro spiego che la discriminazione di genere porta danni alla scienza. Sto iniziando ad avvertire un cambiamento, sempre più ragazze
si iscrivono a facoltà scientifiche ma più si sale di livello, più è complicato trovare figure femminili”. Dunque, competenza, coraggio e la consapevolezza che le discipline STEM non sono prerogative degli uomini. D’altronde, la vita dell’astrofisica al centro della puntata di Illimither è girata su una decisione: il rifiuto agli Stati Uniti, tre anni fa, al proseguimento della sua carriera da ricercatrice a Miami, per darsi alla divulgazione scientifica in Italia. “È stata una scelta difficile, ma credo che il ruolo della divulgazione sia fondamentale per la prospettiva sul mondo, per far arrivare a tante persone ciò che abbiamo capito del microcosmo, della potenza analitica del metodo scientifico. Noi abbiamo creato la scienza, posto domande e ricevuto risposte dalla natura, mettendo in dubbio le certezze. L’astrofisica ti cambia le prospettive”. Ora Edwige lavora alla terza stagione di Quark+, spinoff della famosa trasmissione condotta da Piero Angela. Il decano tra i divulgatori di scienza della tv italiana è tra i fondatori del Premio Giovedìscienza, andato a Edwige due anni fa. La scienziata, che collabora con Rai Cultura, è tra le menti di Westeam, una comunità inclusiva di giovani tecnologhe, artiste, matematiche che pongono al centro la redistribuzione della conoscenza scientifica come bene comune.