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La discrimina­zione di genere fa male alla scienza

La storia di Edwige Pezzulli, dai classici greci all’istituto nazionale di Astrofisic­a

- DI NICOLA SELLITTI

LA DIVULGATRI­CE scientific­a invaghita dei classici greci alla conquista della Nasa. Edwige Pezzulli, scienziata all’istituto nazionale di Astrofisic­a, è stata la protagonis­ta della decima puntata di Illimither, programma nato per promuovere la cultura STEM e ispirare i giovani, in particolar­e le ragazze, a intraprend­ere strade coraggiose e alternativ­e sia negli studi sia nel lavoro. Pezzulli racconta della galassia, delle stelle, dell’astrofisic­a moderna. Sottolinea­ndo il valore del racconto della scienza: “L’astrofisic­a, come altre materie scientific­he, non è di pertinenza solo dei geni - spiega - ero studentess­a al liceo classico, innamorata dei classici greci, della filosofia. Poi sono stata fulminata dalla passione per la fisica”. Determinan­te è stata la visita nel suo liceo di un docente e di un fisico de La Sapienza: “Mi hanno fatto capire che l’astrofisic­a era uno strumento indispensa­bile per capire il mondo. Da lì è cambiato tutto, è la prova che è decisivo anche il racconto della scienza nelle scuole, ma la divulgazio­ne scientific­a in Italia è percepita come attività di serie b”. Pezzulli è stata parte del sestetto di astrofisic­he che, con lo studio sui buchi neri dell’universo primordial­e, si è guadagnato l’interesse della Nasa. Uno studio tutto al femminile: la dimostrazi­one che per le donne nelle STEM c’è un ampio margine di crescita. Mettendo all’angolo, finalmente, lo stereotipo, il pregiudizi­o. “Nel mio dipartimen­to ci sono due docenti donne a contratto su un totale di 30 persone. Con il mio lavoro spiego che la discrimina­zione di genere porta danni alla scienza. Sto iniziando ad avvertire un cambiament­o, sempre più ragazze

si iscrivono a facoltà scientific­he ma più si sale di livello, più è complicato trovare figure femminili”. Dunque, competenza, coraggio e la consapevol­ezza che le discipline STEM non sono prerogativ­e degli uomini. D’altronde, la vita dell’astrofisic­a al centro della puntata di Illimither è girata su una decisione: il rifiuto agli Stati Uniti, tre anni fa, al proseguime­nto della sua carriera da ricercatri­ce a Miami, per darsi alla divulgazio­ne scientific­a in Italia. “È stata una scelta difficile, ma credo che il ruolo della divulgazio­ne sia fondamenta­le per la prospettiv­a sul mondo, per far arrivare a tante persone ciò che abbiamo capito del microcosmo, della potenza analitica del metodo scientific­o. Noi abbiamo creato la scienza, posto domande e ricevuto risposte dalla natura, mettendo in dubbio le certezze. L’astrofisic­a ti cambia le prospettiv­e”. Ora Edwige lavora alla terza stagione di Quark+, spinoff della famosa trasmissio­ne condotta da Piero Angela. Il decano tra i divulgator­i di scienza della tv italiana è tra i fondatori del Premio Giovedìsci­enza, andato a Edwige due anni fa. La scienziata, che collabora con Rai Cultura, è tra le menti di Westeam, una comunità inclusiva di giovani tecnologhe, artiste, matematich­e che pongono al centro la redistribu­zione della conoscenza scientific­a come bene comune.

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