Fortune Italia

Il lavoro chiavi in mano

Jobby ha ideato la prima piattaform­a di impiego temporaneo presente in Italia

- DI SALVO INGARGIOLA

“NEL 2015 GUARDAVO mia figlia e osservando­la, un giorno, mi sono interrogat­o su quale futuro potesse avere nel mondo del lavoro. Cercavo di immaginare come lei, tra 20-30 anni, si sarebbe approcciat­a rispetto alla necessità di trovare un’occupazion­e. La risposta è stata: al di là di competenze acquisite e ambizioni personali, la strada che dovrà intraprend­ere sarà il digitale”. Andrea Goggi, 43 anni, è Ceo e founder di Jobby, una startup che ha ideato la prima piattaform­a di lavoro temporaneo presente in Italia e che permette alle aziende di trovare, ingaggiare e gestire personale modalità ‘chiavi in mano’. “Il nostro obiettivo – chiarisce subito – è senza dubbio intercetta­re il bisogno di flessibili­tà delle aziende, specie in un momento delicato come quello attuale per il mercato del lavoro, senza però rinunciare alle garanzie e alle tutele dei lavoratori, a partire dal minimo garantito”. Se è vero che, nel primo biennio, “come per tutte le startup digitali, è stata dura”, racconta Goggi, a distanza di 5 anni – Jobby nasce nel 2016 – i primi risultati si vedono. L’azienda ha creato due linee di business per due target distinti con bisogni differenti: Jobby Staff e Jobby Easy. Il primo prodotto è una soluzione dedicata alle aziende che permette loro di trovare e gestire la propria forza lavoro come un servizio tout-court. Ed è in questo caso che Jobby svolge il ruolo di intermedia­rio tra azienda e worker. Jobby Easy, invece, è la seconda linea di business creata per operatori retail ed e-commerce, in cui Jobby ha l’obiettivo di garantire interventi tecnici a domicilio di alta qualità, svolgendo una funzione di fornitura di servizi a realtà importanti come Mediaworld, Unieuro e Leroy Merlin (con cui la giovane startup ha intrapreso una partnershi­p strategica da inizio anno). Se guardiamo alle cifre, solo consideran­do i primi sei mesi del 2021, sono state processate un totale di 110.000 ore di lavoro svolte. Sono dati parziali ma, stando alle proiezioni e consideran­do che “negli ultimi 4 mesi dell’anno, lavoriamo nel settore retail in maniera importante”, ci si aspetta di arrivare a 300.000 ore lavorate.

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