Fortune Italia

Un’oasi del business

Il ruolo degli Emirati Arabi, secondo Giovanni Bozzetti, tra i fondatori di EFG Consulting

- DI NICOLA SELLITTI

PUNTO DI INCONTRO tra due facce del mondo, un’oasi del business. Giovanni Bozzetti, docente universita­rio e imprendito­re, nonché tra i fondatori di EFG Consulting, società di consulenza strategica in marketing, public relations e internazio­nalizzazio­ne con focus sui paesi mediorient­ali, è l’autore di ‘Emirati: nulla è impossibil­e. Guida al nuovo centro mondiale del business’ (Mondadori), una specie di vademecum su storia, cultura ed economia degli Emirati Arabi Uniti. “È un libro che ho scritto con passione, tratto dalla mia esperienza personale, dal primo viaggio negli Emirati oltre 20 anni fa e che, pagina dopo pagina, proietta in un mondo che pare lontano ma è vicino, molto vicino all’italia”, spiega Bozzetti, che è stato consiglier­e comunale a Milano e consiglier­e regionale della Lombardia, e ha avuto un posto nei consigli di amministra­zione di diverse società italiane ed emiratine. “Gli Emirati Arabi rappresent­ano il paese più sicuro al mondo, gli abitanti sono innamorati dell’italia e del made in Italy, sono disposti a spendere fino al 30% in più per un prodotto che arriva dal nostro Paese. In comune per entrambi i Paesi c’è il concetto della famiglia e delle piccole-medie aziende a gestione familiare”, aggiunge Bozzetti. Il suo libro è una specie di aperitivo per l’expo di Dubai che si terrà nel prossimo ottobre, che “sarà interament­e dedicato, a differenza dell’edizione di Milano del 2015, al business, legato a mobilità, sostenibil­ità e opportunit­à. Non c’è Paese che possa offrire condizioni migliori per un investimen­to”, assicura l’imprendito­re. Il racconto scivola tra usi e tradizioni negli Emirati, smentendo stereotipi e falsi miti. Ma Dubai fa rima con business. La posizione geografica, con poche ore di volo per raggiunger­e qualsiasi Paese, hub ideale per rapporti commercial­i con l’africa, con il Sud-est asiatico ma anche con le ex repubblich­e sovietiche. Poi, il peso dei 42 accordi bilaterali che annulla la doppia transizion­e doganale, rendendo gli Emirati un punto di passaggio quasi obbligato per le relazioni tra aziende. E incidono sulle condizioni favorevoli per imprendito­ri e aziende anche il costo basso dei servizi e della manodopera. Senza dimenticar­e il no taxation oltre il 5% e l’assenza della tassa sul reddito. “Gli Emirati sono sempre stati un crocevia di mercanti, quindi è un popolo che ha attitudine e conoscenza verso chi fa business - aggiunge Bozzetti - riescono a creare le condizioni ideali per un investimen­to e ci sono anche parecchi incentivi per investire sul territorio, consentend­o ora anche di avviare aziende con il 100% di capitale straniero”.

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