Rizzardi Yachts guida la riscossa della nautica
Dopo un fallimento nel 2012, la riapertura nel 2016 e la rapida risalita
ITALIANI, POPOLO di navigatori. E, forti di una tradizione millenaria, anche di ottimi costruttori d’imbarcazioni. Oggi la cantieristica navale e la nautica da diporto in particolare – dopo aver attraversato ‘mari’ a dir poco difficili tra il 2009 e il 2016 – costituiscono una nicchia apprezzata, per qualità e prestigio internazionale, del nostro Made in Italy. Dal 2016 a oggi, la filiera della nautica ha infatti sostanzialmente raggiunto i livelli produttivi pre–crisi finanziaria e dimostrato un’invidiabile capacità di ristrutturarsi e di sapersi muovere in controtendenza, continuando a crescere a ritmo sostenuto anche in piena crisi pandemica, come confermano tutti gli indicatori. In questo panorama, la filiera della nautica laziale si sta facendo strada a livello nazionale sia per il dinamismo che per le capacità progettuali delle sue pmi. Il risultato è che oggi il Lazio figura tra le prime regioni italiane - dietro Liguria, Toscana e Campania - per la sua ‘economia del mare’, voce che include tutto ciò che è legato al ‘prodotto nautico’ nella sua accezione più estesa: dalle scuole vela alle patenti nautiche al numero di barche immatricolate, dai porti turistici al numero di posti barca e a quello dei cantieri nautici e di componentistica direttamente coinvolti nella produzione. A guidare la riscossa - dopo gli anni bui della crisi finanziaria e del cosiddetto ‘effetto Monti’ (che con la tassa di stazionamento sugli yacht determinò l’ulteriore tracollo del settore dimezzandone i fatturati nel 2012) – è la Rizzardi Yacht di Sabaudia, azienda che è tornata a essere il fiore all’occhiello della nautica laziale, la cui storia da ‘araba fenice’ riassume perfettamente la parabola dell’intero settore: il crollo dopo l’età dell’oro e la rinascita dalle ceneri, dopo un faticoso processo di selezione e di consolidamento delle parti migliori del business, che è rimasto saldamente nelle mani di famiglia. Una storia legata a doppio filo alla vita del suo fondatore, Gianfranco Rizzardi, classico esempio di self-made man che poco ha da spartire con le vicende del grande capitalismo italiano, testimoniando invece quella capacità d’imparare dalle difficoltà e rinascere più tipica della cultura imprenditoriale statunitense. Classe 1953, è figlio di quell’immigrazione italiana che durante il Fascismo lascia il Nord per andare a bonificare le paludi dell’agro pontino. Resta precocemente orfano di padre e, appena diplomato, inizia a lavorare come operaio semplice all’interno di una rimessa di barche. Qui sale tutti i gradini, dapprima imparando le basi della meccanica nautica, poi controllando le fasi di rimessaggio fino a diventare responsabile degli uffici commerciali.
Ma la sua passione restano i motoscafi e, pur non essendo ingegnere, all’inizio degli anni ’70 prova a progettarne uno: è il primo Rizzardi open 40 piedi. Gli interni del cabinato non sono ancora ultimati ma Gianfranco sceglie d’investire i suoi ultimi risparmi per partecipare alla prima fiera nautica. Un’altra intuizione felice perché le sue creature, come tuttora chiama gli yacht della casa, rigorosamente una diversa dall’altra, piacciono e sono vendute. Di lì a poco, nel 1978, nasce nel quartier
generale di Sabaudia, Cantieri Navali Rizzardi. Ingegno e passione del fondatore, nella golden age della nautica italiana (dagli anni 80 al 2008) trasformano i cantieri in un centro di produzione in continua espansione. In quegli anni Rizzardi acquisisce e rivitalizza importanti realtà italiane della nautica come l’italcraft, la Posillipo e la storica Diano portando avanti contemporaneamente il concept di un prodotto d’eccellenza, 100% Made in Italy: non soltanto imbarcazioni da diporto di lusso ma prodotti unici, che sono anche frutto delle capacità tecnologiche e artigianali delle imprese locali. Quelle maestranze che Rizzardi ha saputo con successo mettere a sistema e che hanno un ruolo cruciale nella creazione del valore. Nel giro di vent’anni i Cantieri Rizzardi diventano un brand di successo, un tassello importante della nautica Made in Italy, conosciuto anche a livello internazionale. Basti pensare che, poco prima della grande crisi finanziaria, all’ombra dei Cantieri Rizzardi, cresce un centro produttivo di taglia tale da far prevedere l’imminente nascita di un distretto nautico laziale.
Le cose poi vanno diversamente: l’onda lunga della crisi post 2008 decreta il fallimento dei Cantieri nel 2012, con la chiusura di alcune linee produttive e la definitiva cessione di alcuni marchi nell’ambito di una dolorosa ma efficace operazione di ristrutturazione che porta, già nel 2016, alla riapertura dei cantieri in provincia di Latina con il brand Rizzardi Yachts. La rinascita passa per una precisa strategia di rilancio e per la nascita dalla nuova Rizzardi S.r.l. di Sabaudia, con il passaggio di testimone ai figli di Gianfranco: Corrado Rizzardi, oggi direttore generale del cantiere e responsabile degli investimenti in nuovi progetti di sviluppo e Damiano Rizzardi, attorno al quale ruota il Centro
Stile Rizzardi che è anche il tratto distintivo della produzione attuale, sempre più orientata alla customizzazione e alla personalizzazione dello yacht, nell’interior design, negli accessori e nelle finiture. “In giro per i mari ci sono circa 500 imbarcazioni che portano il nostro marchio, ma non ne troverete mai due uguali”, ama sottolineare con orgoglio Corrado ripetendo il motto paterno: “La parola serie non è mai entrata nel vocabolario di casa”. Oggi, afferma ancora la proprietà, “oltre al core business della cantieristica abbiamo quello dei servizi dedicati con assistenza alla gestione fornita tutto l’anno a oltre settanta imbarcazioni”. Tutto questo, insieme allo sviluppo di servizi post-vendita mirati, che vanno dal rimessaggio alla ricambistica, dal refitting alle locazioni pre-owned, ha portato alla rivalorizzazione del marchio. E i risultati non sono mancati nonostante l’ultima pericolosa crisi, quella provocata dalla pandemia, che il gruppo è riuscito ad attraversare indenne. Dopo avere registrato un aumento del fatturato, in linea con la ripresa della filiera a livello nazionale, di circa il 30% tra il 2019 e il 2020, a quasi 9 mln di euro, i dati del primo trimestre 2021, con il lancio di nuove imbarcazioni acquistate ancor prima di essere presentate nei principali saloni nautici, fa intravedere alla famiglia nuovi importanti margini per continuare a crescere. In primavera sono state varate tre nuove imbarcazioni della linea IN da 50 e 60 piedi (15 e 18 metri circa) e altrettanti yacht hanno preso il largo all’inizio dell’estate. “C’è chi ha scelto la barca per assicurarsi il distanziamento – osserva Rizzardi – con i nuovi clienti, per lo più italiani, sono aumentati anche gli ordini sia di usato sia di nuovo”. Le basi sono abbastanza solide, lascia intendere, per investire nel salto di gamma e tornare a produrre super yacht da oltre 25 metri. Infatti, in vista dei prossimi saloni autunnali, Rizzardi sta già lavorando sul consolidamento della linea IN con Inseven e Ineight.
“Il segno distintivo della nuova alta gamma, dice, continuerà a essere quello della casa cioè designer, sedi produttive e materiali rigorosamente italiani, con un taglio dell’imbarcazione su misura, per il singolo armatore”. In prospettiva, quindi, ci sono nuovi investimenti e nuove carte da giocare per agganciare una clientela non italiana.