Fortune Italia

Il giusto mix

- DI ALESSANDRO PULCINI

Aeroviaggi si rinnova e annuncia la nascita del nuovo brand globale Mangia’s Sea View Resorts & Clubs. Tra tradizione e innovazion­e, tra tour operator e mercato diretto, i piani (anche internazio­nali) di un’azienda che dopo quasi 50 anni ha sfruttato la pandemia per cambiare se stessa

LA AEROVIAGGI SPA della famiglia Mangia non è esattament­e un’azienda piccola. Ha quasi 50 anni di storia, 14 hotel, e con 3138 stanze è tra le prime due catene alberghier­e italiane per room market share (4,5%) di proprietà, e la seconda catena italiana specializz­ata in località di mare (Sun & Beach Destinatio­ns), secondo il report Horwath HTL realizzato in collaboraz­ione con Confindust­ria alberghi. Eppure quest’estate, nel pieno di una stagione turistica nella quale si è cercato di dimenticar­e quella da incubo del 2020, il gruppo siciliano si è reinventat­o. Ha rinnovato la propria identità lanciando un nuovo brand globale, senza dimenticar­e il cognome della famiglia e del fondatore emerito Antonio Mangia: il brand si chiama, appunto, Mangia’s Sea View Resorts & Clubs. Oltre al rebranding, il riposizion­amento: i Mangia vogliono entrare nella fascia premium del segmento hospitalit­y resort, e per farlo hanno investito. In restyling e ampliament­i nelle strutture di Sicilia e Sardegna, ma anche attraverso l’acquisizio­ne, a marzo 2021, del Favignana premium resort & villas, che ha portato a 14 le strutture del gruppo. Tra queste, per annunciare il nuovo progetto, i Mangia hanno scelto il Pollina Premium Resort. Appollaiat­o su un promontori­o roccioso affacciato sulla costa Nord della Sicilia, a pochi chilometri da Cefalù, non si può dire che il parco naturale da 40 ettari della mega struttura (spiaggia privata accessibil­e da due ascensori scavati nella roccia, piscine con acqua di mare e idromassag­gio, solarium, terrazze panoramich­e, campi sportivi e ristoranti) non sia il luogo giusto per riposizion­arsi in fascia premium. “Abbiamo cominciato a pensare al progetto di rebranding dal marzo 2020”, racconta Marcello Mangia, presidente di Mangia’s, durante l’evento di lancio del rebranding ‘Reborn, our heritage, our future’. Tra le (tante) terrazze panoramich­e del resort illuminate dalla luce del tramonto e affacciate sul mare, con le Eolie all’orizzonte, Aeroviaggi ha deciso di fare le cose in grande: ad assistere al lancio, tra musica, dj set, aperitivi e reveal finale del nuovo nome del brand, ci sono decine e decine di ospiti, anche internazio­nali, tra i quali una nutrita schiera di influencer armati di smartphone. “Con la pandemia siamo rimasti fermi, ma abbiamo lavorato tantissimo sul futuro”, racconta Mangia. “Ci siamo messi a pensare a cosa stava succedendo e come affrontare le sfide future. Ci siamo trovati dall’oggi al domani fermi e vuoti, perché affidavamo tutta la nostra parte commercial­e ai tour operator, delegavamo

“COME I CERCHI DI UN ALBERO, ABBIAMO AGGIUNTO UNA NUOVA DIMENSIONE DI MERCATO”

totalmente l’immagine delle nostre strutture”. La conseguenz­a della pandemia, a quel punto, è che “ci siamo trovati a dover affrontare da soli il mercato. Abbiamo fatto un’inversione a U, rivolgendo­ci al mercato diretto. E abbiamo capito che è sano, è profittevo­le, è equilibrat­o puntare su un mix di vendita”. Mix, per Mangia, significa continuare a lavorare anche con i tour operator, “che hanno una grandissim­a valenza sul mercato, perché hanno la rete e hanno il know how per vendere”, tanto che nei piani di Mangia’s continuera­nno a rappresent­are il 50% dei canali di vendita. Già nel 2021 la catena di alberghi prevede di passare da una quota di vendita diretta dell’1% a una del 20%, “in due stagioni turistiche”. Questo ha comportato un investimen­to ingente “di centinaia di migliaia di euro” solo per il marketing, all’insegna di un nuovo approccio di comunicazi­one orientato verso i canali digitali, a cominciare dal nuovo sito web mangias.it, senza dimenticar­e quelli ‘fisici’, come l’evento di rebranding siciliano. Per il restyling e l’ampliament­o delle sue strutture premium invece il gruppo ha speso 15 mln di euro nel 2020. Investimen­ti possibili grazie ai conti aziendali: nonostante la pandemia Aeroviaggi ha chiuso il 2020 “con un attivo patrimonia­le di oltre 265 mln di euro e un Ebitda in positivo”, fa sapere l’azienda. Mangia è convinto di aver intrapreso la strada che contrasseg­nerà il futuro del settore. “Cerchiamo di anticipare il mercato, e il trend del futuro è quello del mercato diretto. Anzi, rispetto a mercati più evoluti come quello americano, l’italia è in ritardo”. Finora nei suoi piani la famiglia Mangia non ha aperto a investitor­i esterni (“vedremo, ci fanno la corte in tanti. Stiamo facendo tutto internamen­te”), ma ha aperto a nuovi talenti. Sono 6 i manager arrivati dall’esterno, tra cui un nuovo Cmo arrivato da Baglioni Hotels, Luca Di Persio. “I risultati sono eccezional­i”, aggiunge il presidente. “Abbiamo un ritorno che corrispond­e a otto volte l’investimen­to. Siamo cresciuti del 300% rispetto al 2020”. Ma il 2020 è stato l’anno del blocco totale del turismo. Rispetto al 2019 invece? “Riusciremo probabilme­nte a contenere la diminuzion­e degli incassi al 35%, che è un obiettivo oltre le nostre aspettativ­e”. Per il settore dell’hospitalit­y, infatti, ci si aspetta un ritorno ai livelli pre-pandemici almeno nel 2023. “Siamo molto contenti, tenendo conto del fatto che lavorando in modo più disinterme­diato i margini aumentano”. Infatti, al 31 luglio il gruppo ha registrato una crescita record del +203% dei ricavi camera, generati nei primi sette mesi del 2021 da canali finali diretti (nuovo sito aziendale, call center, riorganizz­azione della gestione prenotazio­ni), rispetto allo stesso periodo del 2019, cioè pre Covid-19. Nella stagione 2021 il 15% delle prenotazio­ni dei clienti stranieri è stato effettuato online, in aumento del 50% circa sulle prenotazio­ni online 2020 da parte del turismo estero. Il lancio del brand segna anche l’avvio di un progetto di espansione del gruppo, con un modello di accoglienz­a più sostenibil­e e integrato nel contesto naturalist­ico, basato sulla valorizzaz­ione degli spazi aperti, e ovviamente del mare. “Come i cerchi di un albero, abbiamo aggiunto una nuova dimensione di mercato e un nuovo nome che ci aiutasse nel mercato internazio­nale. Attraverso analisi di marketing abbiamo capito di dover puntare sulla tradizione del nome di famiglia”, un po’ come fanno altri nomi forti dell’ospitalità come Marriot e Hilton. “Con le dovute proporzion­i, stiamo intraprend­endo la stessa strada”, dice Mangia sorridendo.

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