Come raccontare la letteratura ai ragazzi
In questo aprile oscillante tra nubi grigie e sole splendente è di nuovo, tempo di fermarsi … ad osservare e riflettere sull'utilità della Letteratura, su quale sia la sua finalità: il "docere" o il "delectare" ovvero: l'insegnare o il dilettare; soffermarsi di più sul valore etico o su quello estetico? Il dibattito o querelle, che dir si voglia, nasce nel ' 500 tra gli intellettuali del tempo, ad ormai due secoli di distanza dalla nascita del volgare illustre, il volgare al quale si si riconosce il valore di lingua letteraria, adatto, dunque, al prodotto letterario. Si tratta, in realtà di due settori diversi: Letteratura impegnata e Letteratura di svago. La prima dovrebbe suscitare la riflessione, la seconda il sorriso. Se è possibile sorridere dopo una riflessione è sicuramente più naturale riflettere dopo un sorriso La Beatrice, figura femminile rigorosa e di spessore, di Dante incute rispetto, ma la
Nencia da Barberino di Lorenzo de'Medici dopo averci fatto sorridere con quell'improbabile corteggiamento e l'iperbole delle metafore abbrutite dalla donna a cui sono dedi cate ci apre la mente e il cuore verso l' "oltre "attraverso una fitta rete di tracce poetiche e richiami letterari ad altre epoche , ad altri autori , ad altri contesti generando in noi il DILETTO che amplifica la nostra vista , il nostro udito e, con loro, la nostra umana comprensione dell'umana compagnia di cui facciamo parte.
Per questo faccio mia e, spero, facciate vostra la definizione in lingua francese ( da me liberamente tradotta) dell'aggettivo/ sostantivo DILETTANTE:" Colei/ colui che sceglie un'occupazione, un'arte, un'/ un amante per il solo piacere dell'anima. Colei/ colui che non si ferma fino a quando non ha trovato l'esatta inclinazione dei propri gusti".