Fuoristrada e motocross d'epoca
IN RICORDO DI...
Mario Bergna e Giuseppe Stucchi
Ci sono persone che hanno attraversato la storia del fuoristrada ‘in punta di piedi’, perché non erano ‘i piloti di punta’ che scendevano in campo per contendersi il trofeo in palio. Loro erano, e sono ancora oggi, le persone che danno assistenza ai centauri in gara. Trattandosi di Regolarità prima e di Enduro poi, queste persone compilano la tabella di marcia e tengono i tempi, evitando che i propri assistiti incombano in penalità che potrebbero pregiudicare il loro percorso di gara. Una presenza tanto preziosa quanto discreta, fatta di numerosi nomi e cognomi che si sono avvicendati durante la storia del fuoristrada.
Lo so… alcuni di voi avranno riconosciuto lo stesso incipit del servizio pubblicato esattamente un anno fa e dedicato ai 90 anni, allora appena compiuti, di Mario Bergna, gilerista doc e autentica colonna portante del Moto Club fondato nel 1930 tra le mura della Casa motociclistica di Arcore. Ho volutamente
Personaggi che hanno
lasciato il segno nell’ambiente della Regolarità italiana, animati da una grande passione e da una profonda dedizione, sempre presenti sui campi di gara prestando assistenza ai propri piloti, con professionalità e
competenza: Mario Bergna del Gilera Club Arcore e Giuseppe Stucchi del
Grigna Valsassina lasciano un vuoto nel mondo del fuoristrada
d’epoca
ripreso le stesse parole perché due mesi prima del suo 91esimo compleanno, l’abbiamo salutato per sempre nel giorno dei suoi funerali: era lo scorso 12 gennaio, quando i ragazzi del suo Moto Club, oggi presieduto da Giancarlo Mondonico, hanno portato a spalla il suo feretro accompagnandolo nel suo ultimo viaggio.
E non ho trovato parole migliori per introdurre un’altra persona che insieme a Mario Bergna ha condiviso, per anni, la grande passione per la Regolarità, stando sempre sui campi di gara, in prima linea, organizzando prove a livello regionale e nazionale, oppure prestando assistenza ai propri piloti; qualche settimana dopo il saluto tributato a Mario Bergna, lo scorso 26 febbraio abbiamo pianto anche la scomparsa di Giuseppe Stucchi, storico esponente del Moto Club Valsassina prima e del Moto
Club Grigna Valsassina poi. Personaggi, questi, che hanno lasciato il segno nell’ambiente della Regolarità italiana, per la loro precisione e puntualità, per la loro competenza e professionalità, per la loro capacità di spronare e anche di riprendere le giovani leve che, a fatica, stanno cercando di raccogliere la loro eredità. Perché non possiamo solo aggrapparci alla preziosa memoria storica di questi personaggi. È necessario un passaggio di consegne, da chi ha vissuto in prima persona gli anni belli e ruggenti della Regolarità nazionale e internazionale, a chi, per una mera questione anagrafica, allora non era ancora nato… ma è animato da una passione grande così che merita solo di essere sostenuta e stimolata. Perché altrimenti la dedizione di Mario e Giuseppe rischia di non camminare sulle gambe di altri e il nostro ambiente rischia di piegarsi su stesso, senza alcun futuro da condividere ancora insieme… anche sulle pagine della nostra rivista.
IN RICORDO DI… MARIO BERGNA
Classe 1930, originario di Monza, sposato con Marisa dalla quale ha avuto cinque figli, Mario ha varcato per la prima volta il cancello di via Cesare Battisti, ad Arcore, nel 1952, quando fu assunto alle dipendenze della Casa motociclistica Gilera.
La passione per le due ruote alte e artigliate faceva parte del suo DNA, tanto da lavorare e anche gareggiare per il Marchio dei due anelli incrociati; la sua innata predisposizione per il fuoristrada, lo portava spesso a vestire i panni del pilota, divenendo un grande tifoso della Casa motociclistica che ha sempre vissuto come una seconda famiglia. Entrò a farvi parte grazie all’intercessione di Ferruccio Gilera, figlio del commendator Giuseppe e suo coetaneo, concomitanza anagrafica di cui Mario andava particolarmente fiero. Come andava fiero di essere nato nello stesso anno di fondazione del suo adorato Gilera Club Arcore: il 1930. Indossando i colori di questo sodalizio sportivo aziendale, nel 1954 disputò la sua prima gara a Seregno, realizzando un sogno. Nella duplice veste di dipendente e pilota, ha sempre messo in campo la sua competenza e professionalità, instaurando con la famiglia Gilera un rapporto tale da poter dire che per lui il commendator Giuseppe è stato come un secondo padre. Considerava poi la signora Ida come la classica eminenza grigia dell’azienda, sempre impegnata nelle attività che servivano a migliorare l’immagine della Casa motociclistica in Italia e nel mondo. Quando i coniugi Gilera piansero la prematura scomparsa, avvenuta a soli 26 anni, del loro unico figlio maschio,
Ferruccio (l’erede designato alla guida dell’azienda), Mario vide spegnersi lo spirito che fino a quel momento aveva animato e contraddistinto quella fabbrica che viveva con incommensurabile dedizione. Quando poi, nel 1969, la proprietà del Marchio Gilera passò nelle mani della Piaggio di Genova, lui prese un’altra strada; rimase in azienda ancora un paio di anni, ma non era più la stessa cosa. Rimase, invece, sempre orgogliosamente legato al Gilera Club Arcore, ricoprendo i vari ruoli di consigliere, vice presidente
e presidente, finché nel 2013 il Consiglio direttivo gli conferì la carica di Presidente ad Honorem. Ha frequentato il mondo delle due ruote fino alla soglia dei 90 anni, prestando assistenza ai suoi piloti impegnati nel Campionato Italiano di Regolarità e nel Regionale di Enduro. Sotto il gazebo del Gilera Club Arcore, accanto all'inseparabile figlio Matteo, lo si trovava sempre con l’immancabile borsa dei documenti, l’immancabile cronometro al collo e l’immancabile astuccio con l’evidenziatore giallo e la matita consumata da temperare con cura, prima d’iniziare a trascrivere gli orari di transito dei suoi ragazzi. Snocciolava ore e minuti calcolati a mente meglio di un calcolatore elettronico... perché Mario era preciso e puntuale, sempre pronto a spronare gli altri con quel tono di voce tanto deciso quanto rassicurante. Quando poi chiacchierava con i piloti di ieri e di oggi che lo salutavano e lo ringraziavano ricordando episodi di un passato più o meno lontano, per i ragazzi del Gilera Club era motivo di grande orgoglio far parte della sua stessa squadra. Ha sempre indossato i colori sociali del sodalizio arcorese legato al Marchio dei due anelli incrociati con orgoglio e profonda dedizione, perché per lui andare in moto era vita… anche a 90 anni compiuti.
IN RICORDO DI… GIUSEPPE STUCCHI
Il suo volto e la sua grande passione per le moto d’epoca erano ben noti all’ambiente della Regolarità italiana, che frequentava assiduamente sin da quando, in veste di pilota, ha iniziato a coltivare il suo interesse per il tassello vintage. Classe 1948, originario di Desio ma residente a Pasturo, Giuseppe Stucchi era diventato un valsassinese doc, e lo scorso 26 febbraio ha salutato per sempre la sua terra d’adozione.
Da quattro anni rivestiva il ruolo di Presidente del Moto Club Grigna Valsassina, condividendo questa esperienza soprattutto con i suoi ragazzi di sempre, dal figlio Andrea ai piloti del Gruppo 5, Giorgio Faccinetto e Roberto Greppi.
Non passava certo inosservato nell’ambiente del fuoristrada d’epoca e ogni anno proponeva una gara a livello regionale o nazionale, stando sempre sul pezzo e richiamando i grandi numeri della Regolarità italiana.
45 anni fa salì in sella alla sua prima moto, il Gilerino di Arcore, e iniziò a farsi le ossa nel mondo del fuoristrada, anche partecipando alle prime competizioni locali, animato da una passione che sentiva crescere in lui. La trasmise anche ai suoi figli, Gabriele e Andrea, avvicinandoli alle gare senza mai forzare la mano; solo Andrea rimase nell’ambiente del Gruppo 5, aggiudicandosi per una volta il Titolo di Campione Italiano. Appeso il casco al chiodo, Giuseppe iniziò a infondere la sua passione per la Regolarità non solo ai figli, ma anche all’intera valle, notoriamente terra di trialisti. In poco tempo riuscì ad avvicinare parecchi giovani alla pratica di questa specialità off road, finché si fece carico di organizzare la prima gara, in collaborazione con l’allora Moto Club Vittorio Ciresa. La scelta della location cadde sulla zona della ‘Sagra delle Sagre’, a Pasturo naturalmente, che da
allora è diventata l’area prediletta dai valsassinesi per ospitare queste competizioni off road. Quella prima gara fu subito un grande successo, non solo per i piloti partecipanti, ma anche, e soprattutto, per la cornice di pubblico che seppe richiamare.
E così la Valsassina si scoprì endurista grazie a Giuseppe Stucchi.
Ogni tanto tirava fuori dal suo garage un paio di Fantic Caballero 50 per scendere di nuovo in pista: lo fece anche in Germania, quando partecipò alla manifestazione di
Isny insieme ai suoi figli. Finché a un certo punto iniziò a fare i conti con il suo ‘cuore matto’. Non si arrese a un paio di interventi e nonostante i medici gli consigliassero di restare a riposo, faceva fatica a stare lontano dal suo ambiente, soprattutto alla vigilia di gare o raduni che facevano tappa nella sua amata Valsassina. Ai suoi ragazzi ha lasciato il compito di organizzare al meglio la prova del Regionale di Regolarità che si svolgerà il prossimo 3 ottobre, anche seguendo i suoi insegnamenti.
Personaggi, questi, troppo preziosi perché scompaiano invano; raccogliamo, quindi, la loro eredità e andiamo avanti sulle orme del loro cammino, facendo tesoro di ciò che abbiamo imparato da loro con l’obiettivo di migliorarci nell’ambiente della Regolarità.