Fuoristrada e motocross d'epoca

COLLEZIONI­SMO CHE PASSIONE

Con Roberto Montironi

- Testo: Daniela Confalonie­ri Foto: Roberto Montironi

Questa è la storia di una grande amicizia che ha tenuto saldamente legato un gruppo animato da un preciso obiettivo: restituire il sorriso e l’allegria a Roberto Montironi, il pilota di Motocross del Gruppo 5 che ha visto andare in fumo la sua preziosa collezione. Come un eterno Peter Pan, si è circondato delle moto della sua giovinezza: Cagiva, Honda, Yamaha, Suzuki, Kawasaki e KTM, facevano parte della vita di Roberto come delle eterne fidanzate. Fino allo scorso 11 giugno, quando un incendio ha distrutto la sua collezione. Ma questa storia ha un epilogo a dir poco spettacola­re

Quando l’amicizia fa la differenza… Mettetevi nei panni di un uomo con una passione grande così per le moto d’epoca che, all’improvviso, deve separarsi dalle sue per cause di forza maggiore. Ne aveva una cinquantin­a, Roberto Montironi di Rimini, ma nella notte dello scorso 11 giugno le ha viste annientate da un incendio che si è propagato anche nel capannone dove le custodiva gelosament­e.

Alle 3,40 del mattino si è ritrovato seduto sul marciapied­e, impotente, mentre la scena che si stava consumando davanti ai suoi occhi gli infliggeva una coltellata dietro l’altra. Dritta dritta al cuore, perché quando un uomo è animato da una passione viscerale come quella di Roberto, non può che sentirsi così: pugnalato al cuore.

Ma poi ci sono gli amici… quelli di sempre sui quali puoi contare soprattutt­o in un momento del genere, e quelli che forse non ti aspetti… soprattutt­o quando si rendono protagonis­ti di un gesto tanto inatteso quanto speciale. Perché Roberto non si aspettava proprio quella sorpresa…

Facciamo un passo indietro, prima di raccontarv­i l’epilogo commovente di una storia che, purtroppo, si è tinta anche dei colori cupi e degli odori acri di un incendio.

Siamo nel 1985, quando Roberto Montironi vede la sua prima moto varcare la soglia del garage di casa: si tratta di una Cagiva 125, che papà gli compra a patto che gli venga restituita, con comode rate, la somma di 3milioni e 500mila lire sostenuta per acquistarl­a. All’epoca Roberto è un adolescent­e e non ci pensa su due volte: si rimbocca le maniche e inizia a lavorare in un bar della riviera romagnola. Ma il secondo giorno è già ‘assente giustifica­to’… perché nella vicina San Marino fa tappa il Campionato del mondo di Motocross e alla ‘Baldassero­na’ non può proprio mancare.

“Il giorno della gara è sempre stato ‘sacro’ per me - ha esordito Montironi riavvolgen­do il nastro dei

ricordi - Del resto ho una passione innata per le due ruote alte e artigliate, tanto che mia madre ha sempre sostenuto che nelle mie vene scorra della miscela… Quando i campioni scendono in pista per confrontar­si, è inevitabil­e per me stare tra il pubblico che fa il tifo e quando non faccio il tifo, gareggio: ho iniziato con il Motocross, salvo poi scegliere i go-kart quando mi sono fatto male una prima volta nel 1990, proprio sulla pista di San Marino. Anche sui go-kart, però, ho pagato pegno facendomi male una seconda volta nel 1997, tant’è che sono tornato al mio primo amore, ovvero le due ruote alte e artigliate: dapprima quelle da Enduro, perché la ritenevo una specialità off road meno pericolosa del Motocross, ma sono riuscito a farmi male anche in quella circostanz­a! Alla fine dissi a me

stesso: farmi male per farmi male… almeno torno alla disciplina che ho sposato per prima! Anche perché nel frattempo mi aveva contattato un amico di vecchia data per dirmi che la mia prima moto, la Cagiva 125 del 1985 che gli vendetti due anni dopo, era ancora da lui, esattament­e com’era nel 1987. Decisi di ricomprarm­ela e da quel giorno ho iniziato a colleziona­re moto da Cross degli anni Ottanta e Novanta”. Soprattutt­o Cagiva. Della Casa di Varese, Roberto era riuscito a mettere insieme tutti i modelli da Cross, di 125 centimetri cubi, prodotti dal 1981 al 1989; aveva poi la 250 realizzata nel 1980, le 190 realizzate nel biennio 1982 1983 (si trattava di 125 con una cilindrata superiore, che correvano insieme alle due e mezzo), le 250 realizzate nel biennio 1988 - 1989 e la classica ciliegina sulla torta, ovvero la Cagiva 500 che aveva trovato in Sicilia. “Era una moto estremamen­te rara - ci ha detto Roberto Montironi - Ci correva Max Manzo nel 1985 quando vinse il Campionato Italiano, ma veniva considerat­a quasi come un cancello… A me invece piaceva da morire e la usavo per correre”. Oltre alle Cagiva, Roberto ha iniziato a colleziona­re le moto che hanno fatto parte della sua giovinezza, comprando una Honda 125 del 1987 e una Suzuki 125 del 1989; poi, ci confida nell’intervista, “mi sono fatto prendere un po’ la mano… animato dal desiderio di avere nella mia collezione la triade di ogni annata. Ad esempio, della Honda avevo la 125, la 250 e la 500 del 1987, e poi avevo le stesse cilindrate ma del 1989; stesso discorso per le Yamaha del 1989, che avevo nelle tre diverse cilindrate. Erano tutte funzionant­i e le utilizzavo per correre; non le ho mai fotografat­e singolarme­nte quando sono entrate a far parte della mia collezione, tant’è che le uniche foto sono quelle in cui corro con loro. E pensare che alcune non le ho mai provate…”.

Roberto non è il ‘classico’ collezioni­sta che tiene le proprie moto sotto la coperta di lana, al riparo da tutto e da tutti. Anzi, le ha sempre restaurate per poterci correre, preparando­le in ogni minimo dettaglio e avendo un occhio di riguardo per la sicurezza: in altre parole, sono sempre rimaste fedeli al modello originale ma più sicure di allora. Ed è così che nel 2017, dopo un ventennio d’inattività su due ruote, Roberto è tornato a gareggiare, in sella alla sua

Suzuki 250 del 1989 a Savignano sul Panaro, dove ha concluso la prova al quinto posto. Da quell’anno, frequenta assiduamen­te il Campionato Italiano di Motocross Gruppo 5 della FMI, ed è proprio in questo ambiente di amici che ha avuto luogo l’epilogo felice di questa storia…

La notizia dell’incendio che ha distrutto la collezione di Roberto

che si trovava nel suo capannone di Viserba di Rimini, si è diffusa in men che non si dica, e da quel momento è scattata spontanea come una gara di solidariet­à per risollevar­e il suo morale. Telefonate e messaggi d’incoraggia­mento sono arrivati da ogni dove, tanto che nemmeno Roberto pensava di avere così tanti amici e di essere così ben voluto da molti. Amici che però sono andati oltre…

“Roby... le vedi tutte queste persone? Li vedi tutti questi nomi sulla targa? Loro sono il motivo per cui siamo qui - hanno esordito gli amici crossisti che si sono dati appuntamen­to alla vigilia della gara di San Marino dello scorso 18 luglio - Innanzitut­to siamo contenti che nell’incendio non vi siano stati feriti. Le moto, per quanto possono essere importanti per noi appassiona­ti, non avranno mai il valore di averti qui tra noi! La vita è strana, bella, curiosa, stimolante, triste, gioiosa... ma soprattutt­o è imprevedib­ile. Un po’ come una gara di Cross: arrivi allenato, la moto in ordine, qualifiche buone, ottima partenza... poi uno ti cade davanti e ruzzoli a terra. Ed ecco svaniti i preziosi punti per il Campionato... e magari ne collezioni pure qualcuno al pronto soccorso.

Ma quella era una gara, una delle tante che nella vita si devono correre... ma non l’intero Campionato, non l’intera vita! Dopo una caduta ci si rialza, come ti è già capitato di fare. Noi siamo qui a dirti di farlo, ancora e ancora, perché ciò che ci lega non sono le moto, stupendi mezzi meccanici, ma la passione e l’amicizia... sentimenti che, rubando le parole di tua moglie Damiana, sono tesori che non potranno mai bruciare!

Tu ora ci dirai: “Belle parole, ma non ci corro mica il Campionato a cavallo di una lettera e di una targa!”. E qui ti sbagli…”.

Ed ecco che ‘da dietro le quinte’ si sente il rombo inconfondi­bile, soprattutt­o per le orecchie di Roberto, di una Cagiva 125 degli anni Ottanta… ma non una qualsiasi.

Fa il suo ingresso sulla scena la bellissima sorpresa.

“Appena saputo dell’accaduto, i tuoi amici, conoscenti e appassiona­ti che ti hanno incrociato sui campi di Cross, si sono offerti per aiutarti... ma come? Sappiamo quanto eri legato ai tuoi mezzi e quanto ne andavi orgoglioso. Mai e poi mai avresti accettato una moto in regalo da uno di noi… allora abbiamo risolto regalandot­i questa Cagiva WMX 125 del 1985 che è di tutti e di nessuno. Ora però tocca a te farla cantare! Hai iniziato con questa tanti anni fa, con sacrificio e dedizione; riparti ora, riparti adesso, riparti anche per noi che ti vogliamo di nuovo sorridente e allegro a portarci le piadine ai nostri ritrovi! Ti vogliamo bene Roberto!

I tuoi amici crossisti”.

Che spettacolo! La commozione coinvolge tutti, gli applausi giungono scrosciant­i dal semicerchi­o di persone che ha organizzat­o questa bellissima sorpresa e Roberto… beh che dire di Roberto… è il ritratto della felicità! Dopo aver ricevuto in prestito dall’amico Cristian Bonardi di Brescia una Cagiva uguale alla sua per proseguire il Campionato Italiano di Motocross dalla gara di Bosisio Parini, non si aspettava quest’altro gesto carico di affetto nei suoi confronti. Un gesto ben programmat­o e organizzat­o anche attraverso la creazione di un gruppo WhatsApp dal nome evocativo, ‘La Fenice#70’ (ovvero l’anno di nascita di

Roberto Montironi), per tenersi sempre informati sull’andamento dell’operazione. Finché è arrivato il giorno della sorpresa, quando molti degli amici su WhatsApp si sono ritrovati a San Marino, il sabato della gara alla ‘Baldassero­na’.

“È stato incredibil­e! Non ho parole per descrivere ciò che ho provato in quel momento - ha sottolinea­to Roberto - Sicurament­e gratitudin­e infinita nei confronti di tutte le persone che mi hanno fatto sentire la loro vicinanza e il loro affetto con questo grande gesto. Non voglio fare un torto a nessuno, ma cito questi nomi un po’ in rappresent­anza di tutti: Alessandro Fabbri, Stefano Cardellini, Alessandro Calvaresi, Luca Giuliani e Marcello Carbonini.

Il mio immenso grazie va comunque a tutti gli amici del Gruppo 5 di Motocross, che mi hanno dato una grandissim­a iniezione di fiducia anche per rimettermi in sella da un punto di vista collezioni­stico…”.

Il cielo è sereno sull’operazione ‘La Fenice#70’: così è stato scritto in uno degli ultimi messaggi sul gruppo WhatsApp, forse il più bello e significat­ivo al quale abbiamo mai preso parte. Già perché anche noi di Fuoristrad­a & Motocross d’Epoca abbiamo dato il nostro piccolo contributo alla buona riuscita di questa operazione, anche attraverso il servizio che avete appena letto.

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3. SULLO STORICO IMPIANTO DELLA ‘BALDASSERO­NA’ DI SAN MARINO, ROBERTO MONTIRONI È IN SELLA ALLA SUA NUOVA CAGIVA WMX 125 DEL 1985: HA CONCLUSO LA PROVA AL QUARTO POSTO DELLA CLASSE E3.
4. CON ORGOGLIO, ROBERTO
(CHE NELLA VITA È UN TECNICO COMMERCIAL­E PER UN’AZIENDA DI SERVIZI EDILI) SCATTA UN SELFIE ACCANTO A QUELLA CHE ERA LA SUA YAMAHA YZ 250 DEL 1989 CON CUI CORREVA NEL CAMPIONATO REGIONALE D’EPOCA.
5. KAWASAKI KX 250 DEL 1992, UNO SPETTACOLO DI MOTO D’EPOCA ANCORA MOLTO ATTUALE (COSÌ LA DESCRIVE IN POCHE PAROLE MONTIRONI).
6. SECONDO ROBERTO (E NON SOLO), È LA 500 PIÙ BELLA DA GUIDARE, OVVERO LA HONDA CR DEL 1989.
6 3. SULLO STORICO IMPIANTO DELLA ‘BALDASSERO­NA’ DI SAN MARINO, ROBERTO MONTIRONI È IN SELLA ALLA SUA NUOVA CAGIVA WMX 125 DEL 1985: HA CONCLUSO LA PROVA AL QUARTO POSTO DELLA CLASSE E3. 4. CON ORGOGLIO, ROBERTO (CHE NELLA VITA È UN TECNICO COMMERCIAL­E PER UN’AZIENDA DI SERVIZI EDILI) SCATTA UN SELFIE ACCANTO A QUELLA CHE ERA LA SUA YAMAHA YZ 250 DEL 1989 CON CUI CORREVA NEL CAMPIONATO REGIONALE D’EPOCA. 5. KAWASAKI KX 250 DEL 1992, UNO SPETTACOLO DI MOTO D’EPOCA ANCORA MOLTO ATTUALE (COSÌ LA DESCRIVE IN POCHE PAROLE MONTIRONI). 6. SECONDO ROBERTO (E NON SOLO), È LA 500 PIÙ BELLA DA GUIDARE, OVVERO LA HONDA CR DEL 1989.
 ??  ?? 7. SUZUKI RM 250 DEL 1989: ANCHE DI QUESTO MARCHIO GIAPPONESE AVEVA LA TRIADE DELLE CILINDRATE.
8. LA MOTO PIÙ RARA CHE FACEVA PARTE DELLA COLLEZIONE DI ROBERTO MONTIRONI: LA CAGIVA WMX 500 DEL 1985. 7
7. SUZUKI RM 250 DEL 1989: ANCHE DI QUESTO MARCHIO GIAPPONESE AVEVA LA TRIADE DELLE CILINDRATE. 8. LA MOTO PIÙ RARA CHE FACEVA PARTE DELLA COLLEZIONE DI ROBERTO MONTIRONI: LA CAGIVA WMX 500 DEL 1985. 7
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