Fuoristrada e motocross d'epoca

Quelli che restano per sempre

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Negli ultimi due mesi, tra un numero e l’altro della nostra rivista, abbiamo scritto di piloti prematuram­ente scomparsi che hanno lasciato un ricordo indelebile nella memoria degli appassiona­ti. Da Gilles Lalay a Mika Ahola, fino a Diego Bosis, i post dedicati loro sui profili Facebook e Instagram di ‘Fuoristrad­a & Motocross d’Epoca’ hanno suscitato un’ondata di commozione emblematic­a di quanto questi piloti siano destinati a restare per sempre. Possono trascorrer­e anche decenni dalla scomparsa, ma i loro nomi non sono tra quelli che finiranno nell’oblio. Grazie alle gesta di cui si resero protagonis­ti nei Rally Raid, nelle gare di Enduro e di Trial, hanno saputo ritagliars­i uno spazio tutto loro nel cuore e nella mente degli appassiona­ti, dal quale non saranno sfrattati nemmeno dal trascorrer­e del tempo. Certo, passano gli anni e cambiano le generazion­i, ma sono convinta che alcuni piloti siano destinati a restare per sempre nel cuore e nella mente delle persone che amano il motociclis­mo. Nel nostro caso si trattava di fuoristrad­isti doc, capaci di grandi imprese che hanno lasciato un segno incancella­bile nella memoria degli appassiona­ti; le loro vite prematuram­ente spezzate hanno invece lasciato un vuoto incolmabil­e.

Il francese Gilles Lalay, specializz­ato nell’Enduro e nei Rally Raid, è scomparso il 7 gennaio del 1992: gli fu fatale l’incidente con una vettura dell'organizzaz­ione, in territorio congolese, durante la Paris-Le Cap.

Avrebbe compiuto 30 anni il 21 marzo.

Il cinque volte Campione del mondo di Enduro, Mika Ahola è deceduto il 15 gennaio del 2012 per i postumi di un incidente in moto occorsogli, tre settimane prima, durante una sessione di allenament­o. Da pochi giorni, il finlandese aveva annunciato il suo ritiro dalle competizio­ni agonistich­e cogliendo tutti di sorpresa.

Aveva 37 anni.

Il talentuoso trialista bergamasco Diego Bosis è scomparso il 14 febbraio del 2012 per arresto cardiaco mentre si stava recando al lavoro in treno; il mondo dei perfezioni­sti su due ruote fu così privato di uno dei suoi più validi interpreti. Aveva 44 anni.

Uomini strappati troppo presto all’affetto dei loro cari e al sostegno dei loro tifosi che, da quei giorni di 30 o 10 anni fa, mantengono viva la loro memoria anche sempliceme­nte commuovend­osi leggendo un post dedicato loro sui social. E poi c’è chi, nelle prossime pagine che vi apprestate a leggere, ha fatto di più, riavvolgen­do per noi il nastro dei ricordi fino agli anni trascorsi insieme sui campi di gara. Il compagno di squadra Alessandro ‘Ciro’ De Petri, gli avversari Luigino Medardo, Franco Picco e Claudio Terruzzi, nonché il meccanico Federico Forchini ci hanno parlato di Gilles Lalay a 30 anni esatti dalla sua prematura scomparsa.

“È stata davvero una bella idea ricordare questo bravo ragazzo dal grande talento; lo vidi un paio di volte in Yamaha e rimasi piacevolme­nte stupito quando venne a salutarmi sapendo che ero appassiona­to di viaggi in Africa. Mi disse... ‘Mon ami africain!’ e mi regalò una sua fotografia in moto con dedica che, naturalmen­te, conservo ancora oggi con affetto”. Queste sono state le parole di Angelo Caprotti del ‘Dune Motor’ di Villasanta quando gli ho fatto leggere, in anteprima, il servizio dedicato a Lalay mentre fotografav­o la Yamaha e il casco dello sfortunato pilota francese.

“Ciao Daniela, sei stata bravissima e profession­ale, hai fatto uscire perfettame­nte il pilota e l’uomo. Grazie per averlo ricordato”.

Così mi ha scritto Alessandro ‘Ciro’ De Petri

rispondend­o alla mia mail con i testi dedicati a Lalay da controllar­e.

Nei prossimi numeri raccoglier­emo informazio­ni e testimonia­nze anche per ricordare Mika Ahola

e Diego Bosis.

Nel frattempo, però, abbiamo salutato per sempre chi eravamo abituati a incrociare e fotografar­e anche sui campi di gara del Campionato Italiano di Motocross d’Epoca. Vincenzo Lombardo, leggenda del Motocross siciliano capace di primeggiar­e per oltre un decennio nel Supermarec­ross, è scomparso lo scorso 5 febbraio. Le sue gesta e i suoi numerosi trionfi hanno ispirato anche il corregiona­le Antonio Cairoli agli inizi della sua carriera sportiva. Enzo era un campione dentro e fuori la pista, apprezzato anche dai colleghi per la sua semplicità e i suoi modi gentili. Dimostrò di essere un top rider anche nel mondo dell'Enduro, grazie alle svariate affermazio­ni conseguite in ambito nazionale. Negli ultimi anni si era dedicato al Motocross vintage, portando a casa risultati importanti.

Il campione siciliano ha perso la vita mentre stava svolgendo una sessione di allenament­o in sella a una Honda 450, lasciando un grande vuoto negli appassiona­ti. Aveva 51 anni.

Loro sono quelli che restano per sempre.

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