Violet Obsession
L’In Progress di questo mese è un In Progress speciale, una sezione tutta dedicata all’evento videoludico che ha monopolizzato la fine di questa interminabile e caldissima estate. Abbiamo temporaneamente salutato il nostro tradizionale verde e dato il benvenuto al viola, che caratterizza le giornate business di questa gamescom 2023. Orfana di una E3 abortita a causa della scarsissima partecipazione dei principali attori del settore che si erano detti impreparati (sia in termini di contenuti, sia sotto il profilo logistico) ad affrontare un impegno significativo come la versione fisica della fiera losangelina, la delegazione di Game Pro e del nostro sito gemello gamesvillage.it ha affrontato con grande impegno questa nuova sfida. Sotto la guida del nostro direttore e con un’agenda fitta di presentazioni a cui partecipare e hands on da effettuare, abbiamo messo a frutto quello che fino a pochi anni fa era uno dei momenti più significativi per il mercato dell’intrattenimento interattivo, le fiere di settore. Con la democratizzazione (sacrosanta, per l’amor di Dio) della rete e gli effetti antiaggreganti della pandemia, sembrerebbe quasi che il destino di eventi come la gamescom, e come lo è stata l’E3 fino al 2019, siano destinati a perdere di importanza, in favore di altri format e altre situazioni, più in linea con il concetto di presenza digitale. Una politica che, in realtà, colossi come Nintendo stanno portando avanti da ben prima che il dannato COVID-19 ci costringesse nelle nostre case; quindi una direzione che pur avendo subito negli ultimi 3 anni un’accelerazione repentina per cause di forza maggiore è, in realtà, figlia del nostro tempo. Lungi da noi voler essere i dinosauri che cercano di mettere in guardia dal meteorite (che in ogni caso ha già colpito il pianeta), ma queste sono le circostanze in cui una redazione adempie a quello che è il suo scopo originale. E non parlo di sfornare mille articoletti e news acchiappa click schiavizzati dalle imperscrutabili regole del SEO, né tantomeno scrivere recensioni fotocopia che seguono le mode e danno al lettore esattamente quello che vuole. Io parlo di quello spirito di condivisione che anni fa ha spinto me (come molti altri miei colleghi in questa redazione) verso questo lavoro: offrire un servizio di informazione professionale e intellettualmente onesto. Oggi ci vogliono 5 secondi ad aprire YouTube e guardare l’ultimo video di gameplay del gioco che tanto aspettiamo. Mi sta bene, ed è una cosa che io stessa faccio, ma questo non toglie valore alla lettura di un editoriale in cui un giornalista mi racconta la sua esperienza dopo aver provato quello stesso titolo. La piattaforma su cui sceglie di farlo è solo una questione di preferenze personali, ma sta di fatto che in quella condivisione c’è un mondo intero di esperienze, un bagaglio di conoscenze e una visione personale che nessun video potrà mai darmi. E se questo mi rende un dinosauro, beh, mi sta bene. Intanto (almeno finchè posso), questa gamescom me la sono goduta, soprattutto come giornalista.