SEA OF STARS
Sabotage rielabora i cliché dei JRPG anni ’90 e dà loro una bella mano di vernice fresca
Sea of Stars è un altro RPG indie ispirato ai classici del genere di stampo giapponese, soprattutto Chrono Trigger: c’è la transizione senza soluzione di continuità delle battaglie, ci sono le tecniche o, meglio, le combo, ci sono la colonna sonora di Yasunori Mitsuda, l’accogliente falò, la mappa presentata in maniera simile a quella del capolavoro Square e così via. Tutto già visto, tutto già vissuto. Ciò che tuttavia lo distingue dal mucchio sempre crescente di giochi di ruolo che pensano di poter recuperare lo spirito e le vendite degli anni ’90 è la sua comprensione della differenza tra “ispirarsi a” e “copiare senza ritegno”: per quanto le sue basi possano essere familiari, l’avventura possiede una fortissima identità e non si limita ad essere l’ennesimo clone di un qualsiasi RPG per Super Nintendo.
È COSÌ BELLO RIVEDERVI!
Il modo più evidente con cui questo titolo traccia una linea di demarcazione tra se stesso e il passato è il suo mondo estremamente, quasi esageratamente, ben animato. Qualunque cosa ondeggia sospinto da una brezza invisibile o da una corrente sottomarina, e ogni PNG banale o evento minore della storia sembrava caratterizzato da un tocco unico che ho visto una volta e poi mai più. Il cast principale è arricchito da un’attenzione ancora maggiore, che gli consente di muoversi con la fluidità e la disinvoltura che i loro antenati del 1995 potevano solo sognare. Nuotare, spostarsi su strette sporgenze, saltare tra i pilastri e stare in equilibrio sulle corde sono tutte azioni standard, e questa flessibilità visiva permette al paesaggio in cui vagano di essere molto più interessante e organico rispetto ai tradizionali percorsi tagliati su misura per il party e racchiusi da cornici fantastiche tanto belle da vedere quanto intoccabili. Le regole infrangibili del genere impongono che l’atletica esplorazione dei nostri eroi venga interrotta da combattimenti con mostri tipici della zona visitata, anche se Sea of Stars vivacizza tali eventi con una brillante meccanica di interruzione dei turni, che permette di indebolire gravemente o persino annullare del tutto gli attacchi speciali potenzialmente devastanti dei nemici prima che vengano sferrati, a patto che si riesca a scatenare la giusta combinazione di fendenti e abilità cariche di attributi prima che arrivi il loro turno successivo.
SIETE PRONTI PER L’ADDESTRAMENTO?
Qualunque cosa stia accadendo, è necessario prestare attenzione, poiché l’esito di ogni battaglia dipende tanto dalle proprie azioni quanto dalle statistiche e dall’equipaggiamento. Molti dei colpi e dei poteri possono essere rafforzati o estesi con la rapida pressione di un tasto, in grado di mitigare allo stesso modo quelli in arrivo. I tempi va
riano molto a seconda del membro del party in questione e del talento utilizzato, un piccolo dettaglio che aiuta a distinguere i personaggi agili e amanti delle raffiche veloci dai grandi picchiatori. La posizione assunta sul campo da ciascuno non è controllabile, e a volte risulta fonte di qualche frustrazione involontaria, ma nel complesso funziona bene. Inoltre, la rigenerazione spontanea di MP dopo ogni attacco standard spinge a lasciarsi andare, utilizzando qualsiasi strumento a nostra disposizione. Purtroppo, i giganteschi boss che spesso attendono alla fine dei dungeon pieni di enigmi si rivelano tanto belli da vedere quanto noiosi da combattere: le loro abilità rigenerative o la necessità di seguire determinati pattern per renderli vulnerabili li trasformano in faticose incombenze laddove dovrebbero essere il culmine dei rispettivi eventi. Sea of Stars include alcune reliquie facoltative che aiutano a superare le occasionali mortificazioni, amplificando in vari modi le capacità dei nostri eroi. Tuttavia, i combattimenti non mi sono parsi più strategici senza di essi, perché privarsene significa soltanto allungare i tempi per raggiungere il medesimo risultato. Il ritmo della storia e la caratterizzazione dei personaggi ripercorrono sentieri già battuti dai loro antesignani, senza particolare fantasia: aspettatevi tonnellate di dialoghi ripetuti e problemi gravissimi risolvibili con una veloce escursione del dungeon poco distante, nonché la concreta possibilità di intuire ogni singolo colpo di scena molto prima che abbia luogo. Tuttavia, l’avventura è pervasa da una certa genuinità che riesce a tenere insieme il tutto, a dimostrazione del fatto che un racconto pensato per attenersi ai cliché di oltre 30 anni fa non ha bisogno del velenoso meta-umorismo che di solito contraddistingue le produzioni indie di questo tipo, per quanto sia presente ma ben dosato anche qui. È un approccio al quale, onestamente, ho dovuto abituarmi, e mi ci è voluto un po’ di tempo per farlo: ero quasi pronta a una svolta rivelatrice di qualche tipo, inserita per ricordarmi che questo genere di cose è ormai superato e dovrebbe essere apprezzato solo attraverso uno spesso strato di sarcasmo, ma alla fine sono stata lieta che non sia mai arrivata.
CONCLUSIONI
Sea of Stars è una scappatella leggera in una terra piacevole da visitare, afflitta dai classici problemi dei GdR ai quali rende omaggio, e ben conscia di non doversi soffermare troppo a lungo su determinati concetti, evitando che le sue piccole incertezze si trasformino in qualcosa di più serio. Forse il gioco non raggiungerà le vette più alte di quelli a cui si ispira, eppure, con le distanze che osa frapporre non solo dal passato, ma anche da una buona parte del presente, riesce ad avvicinarvisi molto più di tanti altri.