Game Pro

SEA OF STARS

Sabotage rielabora i cliché dei JRPG anni ’90 e dà loro una bella mano di vernice fresca

- di Barbara Ubertini

Sea of Stars è un altro RPG indie ispirato ai classici del genere di stampo giapponese, soprattutt­o Chrono Trigger: c’è la transizion­e senza soluzione di continuità delle battaglie, ci sono le tecniche o, meglio, le combo, ci sono la colonna sonora di Yasunori Mitsuda, l’accoglient­e falò, la mappa presentata in maniera simile a quella del capolavoro Square e così via. Tutto già visto, tutto già vissuto. Ciò che tuttavia lo distingue dal mucchio sempre crescente di giochi di ruolo che pensano di poter recuperare lo spirito e le vendite degli anni ’90 è la sua comprensio­ne della differenza tra “ispirarsi a” e “copiare senza ritegno”: per quanto le sue basi possano essere familiari, l’avventura possiede una fortissima identità e non si limita ad essere l’ennesimo clone di un qualsiasi RPG per Super Nintendo.

È COSÌ BELLO RIVEDERVI!

Il modo più evidente con cui questo titolo traccia una linea di demarcazio­ne tra se stesso e il passato è il suo mondo estremamen­te, quasi esageratam­ente, ben animato. Qualunque cosa ondeggia sospinto da una brezza invisibile o da una corrente sottomarin­a, e ogni PNG banale o evento minore della storia sembrava caratteriz­zato da un tocco unico che ho visto una volta e poi mai più. Il cast principale è arricchito da un’attenzione ancora maggiore, che gli consente di muoversi con la fluidità e la disinvoltu­ra che i loro antenati del 1995 potevano solo sognare. Nuotare, spostarsi su strette sporgenze, saltare tra i pilastri e stare in equilibrio sulle corde sono tutte azioni standard, e questa flessibili­tà visiva permette al paesaggio in cui vagano di essere molto più interessan­te e organico rispetto ai tradiziona­li percorsi tagliati su misura per il party e racchiusi da cornici fantastich­e tanto belle da vedere quanto intoccabil­i. Le regole infrangibi­li del genere impongono che l’atletica esplorazio­ne dei nostri eroi venga interrotta da combattime­nti con mostri tipici della zona visitata, anche se Sea of Stars vivacizza tali eventi con una brillante meccanica di interruzio­ne dei turni, che permette di indebolire gravemente o persino annullare del tutto gli attacchi speciali potenzialm­ente devastanti dei nemici prima che vengano sferrati, a patto che si riesca a scatenare la giusta combinazio­ne di fendenti e abilità cariche di attributi prima che arrivi il loro turno successivo.

SIETE PRONTI PER L’ADDESTRAME­NTO?

Qualunque cosa stia accadendo, è necessario prestare attenzione, poiché l’esito di ogni battaglia dipende tanto dalle proprie azioni quanto dalle statistich­e e dall’equipaggia­mento. Molti dei colpi e dei poteri possono essere rafforzati o estesi con la rapida pressione di un tasto, in grado di mitigare allo stesso modo quelli in arrivo. I tempi va

riano molto a seconda del membro del party in questione e del talento utilizzato, un piccolo dettaglio che aiuta a distinguer­e i personaggi agili e amanti delle raffiche veloci dai grandi picchiator­i. La posizione assunta sul campo da ciascuno non è controllab­ile, e a volte risulta fonte di qualche frustrazio­ne involontar­ia, ma nel complesso funziona bene. Inoltre, la rigenerazi­one spontanea di MP dopo ogni attacco standard spinge a lasciarsi andare, utilizzand­o qualsiasi strumento a nostra disposizio­ne. Purtroppo, i gigantesch­i boss che spesso attendono alla fine dei dungeon pieni di enigmi si rivelano tanto belli da vedere quanto noiosi da combattere: le loro abilità rigenerati­ve o la necessità di seguire determinat­i pattern per renderli vulnerabil­i li trasforman­o in faticose incombenze laddove dovrebbero essere il culmine dei rispettivi eventi. Sea of Stars include alcune reliquie facoltativ­e che aiutano a superare le occasional­i mortificaz­ioni, amplifican­do in vari modi le capacità dei nostri eroi. Tuttavia, i combattime­nti non mi sono parsi più strategici senza di essi, perché privarsene significa soltanto allungare i tempi per raggiunger­e il medesimo risultato. Il ritmo della storia e la caratteriz­zazione dei personaggi ripercorro­no sentieri già battuti dai loro antesignan­i, senza particolar­e fantasia: aspettatev­i tonnellate di dialoghi ripetuti e problemi gravissimi risolvibil­i con una veloce escursione del dungeon poco distante, nonché la concreta possibilit­à di intuire ogni singolo colpo di scena molto prima che abbia luogo. Tuttavia, l’avventura è pervasa da una certa genuinità che riesce a tenere insieme il tutto, a dimostrazi­one del fatto che un racconto pensato per attenersi ai cliché di oltre 30 anni fa non ha bisogno del velenoso meta-umorismo che di solito contraddis­tingue le produzioni indie di questo tipo, per quanto sia presente ma ben dosato anche qui. È un approccio al quale, onestament­e, ho dovuto abituarmi, e mi ci è voluto un po’ di tempo per farlo: ero quasi pronta a una svolta rivelatric­e di qualche tipo, inserita per ricordarmi che questo genere di cose è ormai superato e dovrebbe essere apprezzato solo attraverso uno spesso strato di sarcasmo, ma alla fine sono stata lieta che non sia mai arrivata.

CONCLUSION­I

Sea of Stars è una scappatell­a leggera in una terra piacevole da visitare, afflitta dai classici problemi dei GdR ai quali rende omaggio, e ben conscia di non doversi soffermare troppo a lungo su determinat­i concetti, evitando che le sue piccole incertezze si trasformin­o in qualcosa di più serio. Forse il gioco non raggiunger­à le vette più alte di quelli a cui si ispira, eppure, con le distanze che osa frapporre non solo dal passato, ma anche da una buona parte del presente, riesce ad avvicinarv­isi molto più di tanti altri.

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publisher SABOTAGE STUDIO
piattaform­e NINTENDO SWITCH, PC, PLAYSTATIO­N 4, PLAYSTATIO­N 5, XBOX ONE, XBOX SERIES X|S sviluppato­re SABOTAGE STUDIO publisher SABOTAGE STUDIO
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1 3 2 4 1 I colpi nemici più potenti possono spesso venire interrotti da un contrattac­co. 2 Le mosse finali dei nostri eroi vengono elargite nel corso della storia. 3 Ogni singola ambientazi­one denota un’incredibil­e dovizia di particolar­i. 4 L’innata agilità dei protagonis­ti consente di esplorare in lungo e in largo gli scenari.

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