GENTE

SE L’AUTOSTIMA VIENE MENO SI PROIETTANO SULL’ALTRO I DISAGI

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Quando è con me, mia moglie sa solo lamentarsi: dei figli, dei soldi che mancano, di me che sbaglio tutto. Ma se è con gli altri cambia totalmente.

In campeggio, durante l’ultima vacanza, restava ogni sera fino a tardi a chiacchier­are con i vicini di roulotte (con uno in particolar­e) e parlava di filosofia, di politica, di libri che diceva di aver letto (ma quando?). Ad ascoltarla, sembra una donna colta, brillante, piena di interessi e di buon carattere. Mi fa sentire una nullità assoluta, ci riesce benissimo. Mi domando: sono io che non capisco niente di lei o è lei che ce l’ha con me?

«Ho l’impression­e che la sua sia una domanda retorica: dentro di sé si annida già il doloroso convincime­nto che sua moglie non la stimi e che la distanza tra voi due non riguardi solo gli argomenti di conversazi­one. Non so come e perché il vostro rapporto di coppia sia arrivato a questo punto, ma ciò che leggo tra le righe della sua lettera è un profondo senso di sfiducia in se stesso. Sua moglie non potrebbe riuscire così bene a farla sentire una nullità se lei non le fornisse un terreno fertile e accoglient­e. E c’è di più: quando l’autostima vacilla pericolosa­mente come nel suo caso, diventa difficile stabilire se i comportame­nti altrui siano davvero così negativi come appaiono o se è la nostra stessa negatività a proiettars­i su tutto e su tutti. Non posso sapere naturalmen­te se la sua compagna abbia dei motivi per avercela con lei, capisco però che lei nutra nei suoi confronti gelosia e risentimen­to e po

GIANNA SCHELOTTO trebbero essere proprio questi sentimenti a influenzar­e la sua interpreta­zione dei fatti. Forse, con una maggiore serenità, potrebbe rendersi conto che la sua compagna non ha il monopolio della politica, della filosofia e delle buone letture. Perché non prova a mettersi in gioco con lei oppure senza di lei?».

Ho 51 anni e mi succede una cosa strana: fino all’anno scorso potevo avere anche tre, quattro rapporti completi in un giorno.

Ora, dopo due incontri faccio fatica. Ovvero avverto un certo sforzo e non vorrei che fosse un segno di invecchiam­ento. Se così fosse, cosa posso fare per ritornare alle mie prestazion­i normali?

«Alla sua età non credo lei ignori che tre o persino due rapporti sessuali al giorno siano il segno di una eccezional­e vitalità, oltre che di una stupefacen­te disponibil­ità di tempo. Per questo mi viene il dubbio che lei scriva per esibire o per stupire. Vorrei sommessame­nte ricordarle che la buona sessualità non si riferisce mai a valori, diciamo così, numerici. Non si preoccupi quindi di contare le prestazion­i come se dovesse mettere ogni volta una tacca sulla parete, verifichi invece che siano buoni rapporti e che la sua compagna ne sia gratificat­a e partecipe».

«TALVOLTA LA PROPRIA NEGATIVITÀ FALSA L’INTERPRETA­ZIONE DEI COMPORTAME­NTI DEL PARTNER», SPIEGA LA SPECIALIST­A

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LA PSICOLOGA

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