I consigli degli esperti
Non ci sono soltanto saldi e promozioni. Altroconsumo, per esempio, ha scoperto che vestiti dello stesso marchio possono essere migliori nella versione “base”, assai più economica
L’ULTIMA MODA NON È TUTTO
Nello scegliere un capo di abbigliamento meglio non farsi sedurre troppo dalla moda del momento. Il rischio è non solo quello di spendere molto per comprare un abito condannato già il prossimo anno a restare nell’armadio, ma anche quello di far crescere inutilmente i costi ambientali: una camicia in seta, per esempio, è tra i vestiti con il maggior impatto ambientale e per pareggiare i conti con la natura dovreste indossarla 677 volte in più di una in sintetico. Meglio quindi taglio e colori classici, con un occhio ai nuovi tessuti.
COMPRA PENSANDO ANCHE AL RICICLO
Un maglione di cashmere e seta sarà anche piacevole al tatto, ma una volta dismesso andrà buttato: i tessuti misti nono sono riciclabili. Se acquisti pensando al risparmio ambientale, compra capi con meno elementi possibili che ne renderebbero più complesso il recupero. Nei jeans, per esempio, salpa (l’etichetta posteriore) e rivetti si rivelano un “impiccio” nell’eventualità di un riutilizzo del denim.
ALLUNGA LA VITA DELL’ABITO
Lavare un vestito dopo averlo indossato un paio di volte non è così essenziale: spesso è sufficiente “far prendere aria”. Se invece il passaggio in lavatrice è necessario, non servono alte temperature dal momento che i detersivi danno ottimi risultati anche a 30 gradi. Una volta deciso di disfarsene, poi, non buttatelo nel sacco dell’indifferenziato, ma usate i contenitori per la raccolta degli abiti usati.
LA TENTAZIONE DEI MODELLI PREMIUM
Spendere di più non significa necessariamente acquistare un prodotto di qualità migliore. Le T-shirt da pochi euro hanno una resistenza all’uso e una tenuta della forma assai simile a quella dei modelli più cari dello stesso marchio per i quali si arriva a pagare anche il triplo.
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