GENTE

SEPARARSI È DIFFICILE SE NON SI SA STARE IN PIEDI DA SOLI

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Vent’anni fa ho sposato, senza esserne innamorata, il classico bravo ragazzo con la convinzion­e che sarebbe bastato volersi bene per far funzionare il matrimonio.

Quasi subito mi sono resa conto di aver commesso un grave errore. Nel frattempo abbiamo avuto due splendidi ragazzi ed è soprattutt­o per loro che non ci siamo lasciati. Abbiamo sempre litigato tanto e siamo stati più volte sul punto di separarci, ma il solo pensiero di farlo mi procura un’angoscia terribile. Mi sento tremendame­nte insicura e ho paura di restare sola in un paesino dove non ho nessuno su cui contare. A lui non posso rimprovera­re nulla salvo il malumore che lo spinge ad attaccarmi per ogni cosa. Mi sento senza via d’uscita: che cosa posso fare?

«La sua lettera sembra scritta da due persone diverse: la prima che rifiuta con tutte le sue forze una situazione matrimonia­le, la seconda che con altrettant­a forza vi si aggrappa. In realtà, a giudicare da ciò che scrive, il suo vero problema è probabilme­nte un’assoluta mancanza di autonomia. Ha sposato suo marito senza amore, dopo una serie di delusioni e lo ha fatto per risparmiar­si eventuali, ulteriori sofferenze. Il matrimonio sembra essere per lei una specie di ombrello che la protegge e la mette al riparo dalle intemperie. Ecco perché usa tutti gli alibi possibili per non separarsi: dai figli alla paura della solitudine. Colpisce per esempio il fatto che lei tema la separazion­e perché “in paese non ha parenti o amici”, cioè per il fatto che non individua altri “ombrelli” che le diano riparo. Il suo dramma è che ha sempre bisogno di affidare ad altri la sua sicurezza, senza nemmeno provare a recuperare forze e potenziali­tà che di certo possiede. È urgente e fuor di dubbio che lei si separi, ma dalla parte infantile di sé».

Da circa tre mesi sto con un ragazzo. Mi pareva un grande amore.

Lui vive in un’altra città, la stessa nella quale lavora la mia sorella maggiore. Qualche settimana fa, però, ho scoperto che anche lei ha un fidanzato ed è proprio il mio. Siamo rimaste malissimo e ci siamo giurate di buttarlo fuori dalle nostre vite. Ho voluto dirglielo di persona. L’ho visto, l’ho insultato ma poi sono finita tra le sue braccia completame­nte travolta da una passione mai provata prima e che purtroppo continua a tormentarm­i. Come è possibile che io possa accettare un uomo simile?

«Non è una novità che le ragazze siano più attratte dai mascalzoni. Nel suo caso però gioca un ruolo importante il fatto che lui sia finito proprio con sua sorella, perché questo rischia di riattivare tra voi antiche rivalità: come contenders­i una bambola o l’amore di mamma e papà. Proprio quando scopre che lui la tradisce si sono accese in lei due componenti: la prima è la paura di perderlo, la seconda è il gusto di sentirsi più potente della più grande, che ha sempre avuto in anticipo le cose che a lei toccavano in un secondo momento».

«SPESSO NON SI DIVORZIA PER I FIGLI O PER ABITUDINE», DICE L’ESPERTA. «IN REALTÀ, CIÒ NASCONDE UNA MANCANZA DI AUTONOMIA»

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GIANNA SCHELOTTO
LA PSICOLOGA GIANNA SCHELOTTO

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