INSIEME SIAMO LA COPPIA IN GIALLO
«RACCONTIAMO LA STORIA DI DUE DONNE, UNA CASALINGA INDAFFARATA E UNA POLIZIOTTA, E DELLE LORO SCELTE DIFFICILI», SPIEGANO GLI AUTORI. «FARLA DIVENTARE UNA SERIE TV? PERCHÉ NO»
« Ci siamo conosciuti all’università, siamo entrambi chimici e, come si sa, i chimici si sposano tra di loro». Marco Malvaldi – uno dei più amati giallisti italiani, autore della saga del BarLume da cui è stata tratta una serie Tv – e Samantha Bruzzone sintetizzano così la loro storia, che dura dal 1995. «Ogni tanto ci guardiamo e ci chiediamo cosa facevamo prima di conoscerci». Per loro la scrittura è anche un affare di coppia e, dopo aver firmato insieme due libri per ragazzi, ora pubblicano il primo giallo, Chi si ferma è perduto (Sellerio, 15 euro), che ha due protagoniste: Serena, casalinga indaffarata, e Corinna, sovrintendente di polizia. Al centro delle vicende, a tratti anche comiche, il ritrovamento di un cadavere e la ricerca della verità. Li abbiamo incontrati a casa loro per scoprire qualcosa di più del romanzo.
Quindi scrivere un giallo può essere un’attività di coppia?
Marco: «Come dice la Bibbia due è me
glio di uno, perché quando uno cade l’altro l’aiuta a rialzarsi. O, come dice la bibbia dei comici, quando uno cade... l’altro lo prende in giro. Insomma: per fare un giallo o per fare umorismo è meglio essere in coppia». Samantha: «Ci divertiamo a costruire trame gialle. È un’abitudine che abbiamo da tanto tempo, partiamo da spunti quotidiani e poi iniziamo a ricamarci sopra. Siamo arrivati al punto che anche nostro figlio tredicenne, quando torna da scuola, ci annuncia: “Ho pensato a un bell’omicidio”».
È difficile scrivere insieme? Marco: «Il momento più duro è quando si hanno idee differenti».
E come si fa?
Samantha: «A quel punto sono i personaggi a indicarti la via».
Marco: «Se fai fatica a scrivere qualcosa, spesso sono il contesto e il personaggio che ti stanno mandando un messaggio per farti cambiare strada».
Samantha, tu hai messo lo zampino anche negli altri lavori di tuo marito?
«Il mio compito è quello di fare in modo che il meccanismo del giallo funzioni, ma lo scrittore è lui. In Chi si ferma è perduto ho scritto di più perché i personaggi sono quasi tutte donne».
Come mai questo titolo?
Marco: «Nasce dallo storico fumetto L’inferno di Topolino, di Guido Martina, in cui c’è il cartello “Chi si ferma è perduto mille anni ogni minuto”». Samantha: «È anche una frase che io e una mia amica ci dicevamo quando eravamo a casa con i figli piccoli. Eravamo fuori dal mondo lavorativo, ma correvamo tutto il giorno e non ci fermavamo mai».
È anche il segreto per un rapporto duraturo?
Marco: «È il principio del giocoliere, sta tutto in movimento per aria finché riesci a tenere tutto in movimento per aria (ridono, ndr)».
Chi sono Serena Martini e Corinna Stelea?
Samantha: «Due ragazze che rappresentano altrettanti aspetti di una stessa persona. Serena si ritrova in un momento della vita in cui deve fare delle scelte e Corinna, che la sua scelta l’ha fatta rifugiandosi nel lavoro». Marco: «Il problema di entrambe è il costante tentativo di essere prese sul serio. Capita quando una persona ha dei principi saldi e, se si è donna, questa situazione è ancora più evidente».
Il libro ha debuttato entrando direttamente in classifica. Immagino che quel giorno a colazione non ci sia stato altro argomento di discussione.
Samantha: «Colazione doppia! Marco è abituato, ma per me è una grande soddisfazione».
Marco: «Io ho chiesto due sfoglie, una per me e una per il mio ego (ridono di nuovo, ndr)».
Chi si ferma è perduto potrebbe diventare una serie per la Tv? Marco: «Uno ormai ci pensa sempre». Samantha: «Anche se né i personaggi né la trama sono stati pensati per essere subito televisivi».
Perché in Italia siamo affamati di romanzi gialli?
Samantha: «Come dice il nostro editore Antonio Sellerio, scrivere di giallo significa scrivere d’altro».
Marco: «Il motivo per cui ammazzi una persona dipende sempre dalla società. Con i gialli puoi parlare della società, facendo intrattenimento». ●