GQ (Italy)

LA CUR A A N T I E TÀ

BUSINESS Ha preso in mano ANSALDO STS, il gioiellino di Finmeccani­ca che domina il mercato dei treni driverless, e ha fatto crescere il titolo in Borsa del 20%: a 39 anni, Stefano Siragusa sta vincendo una sfida che sembrava impossibil­e

- Testo di ILARIA BELLANTONI

Sembra una storia di fantascien­za, la sua. Sentite. Non ha ancora compiuto 38 anni quando il 1° gennaio 2014 si insedia in Ansaldo Sts come amministra­tore delegato e dice: «L’italia è un Paese per vecchi, ma io dimostrerò che si può cambiare». E così Stefano Siragusa diventa l’ad più giovane di un’azienda quotata in Borsa con un’età media di 44 anni (65 per le posizioni dei manager) e che vale 1 miliardo e 200 milioni di euro. Dopodiché, il 17 febbraio, a 39 anni, Matteo Renzi riceve da Giorgio Napolitano l’incarico di formare un nuovo governo e diventa uffcialmen­te il Presidente del Consiglio più giovane di sempre. E i giornali del pianeta riempiono centinaia di metri di carta e pagine web per scrivere che insomma l’italia s’è desta.

« Tra me e lui c’è un anno appena di differenza. Lui ha scommesso con coraggio e lo ha fatto per l’italia. E anche io ho scommesso sul mio Paese: mi eccitava l’adrenalina di un ruolo così rilevante e ho accettato uno stipendio inferiore. Per 12 anni ho fatto il consulente alla Boston Consulting: apparecchi­avo la tavola e quando gli altri si sedevano io uscivo. Questa volta, invece, mi sono seduto e mi sono goduto tutto il menu».

Il che accade tra Genova e Napoli, le due sedi italiane di un’azienda che ha 4.000 dipendenti nel mondo, 1.500 solo qui. Specializz­azione: segnalamen­to e automazion­e.

La nuova Linea 5 di Milano è l’ultima grande consegna

Ansaldo Sts fa funzionare a meraviglia treni “driverless”, sì, quelli che vanno su e giù per le metro 24 ore su 24 senza guidatore. Per dire, il 29 aprile a Milano è stata inaugurata la Linea 5, la famosa “Lilla”: « E l’abbiamo consegnata in tempo il che, in Italia, diventa incredibil­mente una notizia». Ma che fossero tra i più bravi a sviluppare software di questo tipo se n’erano già accorti a Copenaghen (il metro della capitale danese ha vinto il premio come migliore del globo senza conducente per due anni di fla: 2009 e 2010) e altrove nel mondo: il 90% degli ordini arriva, infatti, dall’estero perché i prodigiosi risultati di effcienza+alta tecnologia hanno fatto conquistar­e appalti dai Paesi del Golfo all’australia, da Honolulu a New York.

Così Ansaldo Sts ha costruito 250 miglia di linee di treni: il minimo, per uno co- me Siragusa che si è laureato “cum laude” in ingegneria elettrotec­nica in 4 anni e rotti. “Operazione” che gli è riuscita mentre, nel frattempo, faceva il product manager per Siemens e imparava anche il tedesco. Praticamen­te un fenomeno da sempre: «Avrei voluto studiare matematica o fsica, ma i miei me l’hanno impedito. Sostenevan­o non avrei mai trovato un lavoro e forse avevano ragione. Ho superato sia il test della Bocconi sia quello del Politec-

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nico, e alla fne ho scelto di diventare ingegnere: anche papà lo era, ma meccanico. Io e lui siamo passati dall’analogico al digitale, dalla cabina telefonica al cellulare, dalla carta carbone al CC della email».

A luglio dello scorso anno ha spedito appunto una mail ai dipendenti che diceva più o meno questo: «Verifchiam­o il nostro progresso ogni tre mesi. Se avremo fallito, allora avremo provato che siamo un management incapace e prenderemo le conseguenz­e di questo lasciando il passo a gente migliore di noi». Firmato: uno che agli esami ha sempre preso la lode. Senza sforzo.

Risultato: gli ordini del primo trimestre 2015 sono aumentati di 200 milioni di euro rispetto all’anno precedente, i ricavi di 21,5 milioni, cioè l’8,2% in più, il titolo è cresciuto del 20%. E, guarda un po’, la cura Siragusa ha fatto il miracolo: a febbraio, Hitachi si è comprata Ansaldo Breda (l’azienda che i treni li costruisce) con 36 milioni di euro e ha espresso a Finmeccani­ca il desiderio di acquistare il 40% di Ansaldo Sts: lo potrà fare entro settembre, cioè dopo che la multinazio­nale giapponese avrà consultato l’antitrust di tutti i Paesi in cui lavora. Per il restante 60% si lancerà un’opa.

«Ogni tre mesi una verifica. Se va male, io torno a casa»

Siragusa, più che un ingegnere, sembra un mago. Sorride sempre, si veste di bluette e al posto dei bottoni porta gigantesch­i gemelli logati, camicia bianca come il premier di cui sopra e scarpe made in Italy. Ma se ti scappa un compliment­o, si imbarazza. E dice: «Vedi, io non potevo commettere neanche un errore perché sono giovane. Un manager ultrasessa­ntenne, magari, avrebbe potuto permetters­i qualche leggerezza: tanto sarebbe stato prossimo alla pensione, no? Se io avessi sbagliato mi avrebbero fatto subito fuori».

Per spiegare ognuno degli incantesim­i che è riuscito a sfatare ama fare esempi facili facili. Cibo & affini, ancora: «Supponiamo che io abbia un ristorante. Per far ruotare i tavoli e accomodare più ospiti possibili, devo velocizzar­e il servizio, giusto? Ecco. Io ho ridiviso il lavoro e le attività per liberare tempo e risorse. E usare il tavolo più volte mi ha fatto guadagnare più soldi. Dovevo tagliare i costi, anche. Come si fa?».

Altra metafora: «Mettiamo che tu devi perdere dieci chili: il modo più veloce per riuscirci è tagliarti una gamba, solo che poi non riesci a camminare. Ecco, licenziare gente è come tagliare arti: è una visione di breve periodo, che crea successiva­mente problemi. Io ho preferito cambiare la dieta. Sono perfno riuscito a comprare del “fletto”, cioè ad assumere nuovi ingegneri. Ho investito in ricerca e sviluppo». Siamo alle solite: «Senza coraggio e talento non arrivi da nessuna parte». È per questo che, quando Siragusa assume o premia qualcuno, rispetta tre regole auree: « Il voto di laurea deve superare la media del 105, sennò i colleghi non ti consideran­o proprio. Due: lavorare almeno 8 ore. Bene. Infne, il tuo superiore è responsabi­le della tua crescita: ogni tre mesi si impegna a dimostrarl­o con numeri e risultati». Se ci riesce davvero, è un genio.

GRANDI C API

CO N U N A

MISSIONE:

CRESCERE I

DIRIGENTI

DEL FUTURO

«Licenziare è come tagliarsi una gamba. Io ho scelto di investire in ricerca e sviluppo»

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