GQ (Italy)

NON SOL O C E RV E L L I IN FUG A

In Italia non ce li filavamo, in Kazakistan e in Cina KANG e SON PASCAL sono delle star. Pechino Express li ha messi insieme

- Madre Barbara Boothe Jurassic Park, il primo terza delle quattro mogli di Larry in realtà, guardavano sempre gli stessi: la saga di Terminator, Ritorno al Futuro. che s’è dannata l’anima perché i ragazzi ereditasse­ro una profonda etica lavorativa a colpi

Kang assomiglia a Kang e Son Pascal a Son Pascal. Per il resto, la loro vita è come una mela tagliata in due: identica. Tanto per cominciare, hanno nomi d’arte: Kang in realtà si chiama Christian Bachini ed è nato a Prato; Son Pascal all’anagrafe fa Pasquale Caprino ed è napoletano. Si tratta di una delle otto coppie in gara nella quarta edizione di Pechinoexp­ress, in onda dal 7 settembre su Rai2.

ria: italianiss­imi, per raggiunger­e il successo sono dovuti andare molto lontano da casa. E sono l’esempio della fortuna che aiuta chi sa adattarsi.

Christian è di Prato e fa film di arti marziali a Shanghai

Christian Bachini, 29 anni, da piccolo è rimasto folgorato dai lampioni rossi della grande comunità cinese cittadina, e dai film di Jackie Chan. A dieci anni già sapeva che un giorno sarebbe diventato attore di arti marziali. Dopo quattordic­i di studio e di perfeziona­mento ( Kung Fu, Taekwondo, Wushu, Ju- jitsu, Judo, Aikido, XMA...), nel 2009 ha preso un biglietto per Pechino.

A dieci anni, anche il futuro Son Pascal sapeva quale sarebbe stato il suo destino: dopo aver ricevuto dallo zio una chitarra, ha deciso che da grande avrebbe fatto il cantante. Una volta cresciuto, dopo il suo deludente primo disco in Italia, è andato a Londra a suonare in una cover-band dei Beatles.

In cinque anni Kang ( che significa “Colui che combatte a testa alta”) è diventato una delle star degli action movie marziali dell’immenso mercato cinese, nonché coreografo e regista. Ha sviluppato una formula tutta sua, tra spaghetti western e azione orientale. Il colpo di culo iniziale: a Shanghai incontra un produttore. Gli chiede di essere presentato a Jackie Chan. Il produttore: «Stringimi la mano. Se mi fai male, ti porto da lui». Un mese dopo Chan lo chiama per passare un weekend insieme.

La fortuna di Son Pascal si è presentata invece a Londra: una sera, in discoteca, incontra Dina, una ragazza kazaka che lo invita nel suo Paese a partecipar­e all’x Factor locale, gestito dal fratello. Son Pascal vola ad Astana, la capitale: arriverà secondo e non lascerà più quel Paese, grande come l’europa e a galla sul petrolio. alla frontiera col Kirghizist­an, la genialata: dato che la città kazaka di Shymkent gli ricorda appunto Napoli, le dedica una canzone. Prende in prestito la melodia di Sting, cambia qualcosa, ed Englishman in New York diventa la spiazzante En- glishman in Shymkent. Sfonda alla radio, in concerto, nei villaggi. Lui diventa un boss. Suona tre volte a Palazzo, davanti al Presidente.

Come si sta, da quelle parti? «La vita non è credibile», dice lui. «Sono tutti precari, nomadi abituati a lasciare qualsiasi cosa all’improvviso. È uno di quei posti dove, se puoi immaginare una cosa, la puoi anche fare. Anche quelle brutte, però».

In Italia, Son Pascal non ha intenzione di tornare: «Per campare al livello che ho raggiunto in Kazakistan dovrei vincere Sanremo e riempire gli stadi», spiega.

Anche Kang non tornerà indietro: « Penso che la Cina sia davvero il mio mondo, anche se sto aprendo dei ponti profession­ali con l’italia, per la co-produzione di quattro film di arti marziali, ambientati in periodi storici diversi » . E se avessi fallito? Avevi un piano B, prima di partire? «Sarei andato a pescare al fiume».

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