MU S C O L I E FINANZ A
BUSINESS Un po’ startup ( è nata in un garage come Apple), un po’ colosso della meccanica, TECHNOGYM non è solo attrezzi da palestra. E il fondatore Nerio Alessandri ha già nuove sfide davanti: app, fitness a distanza, supporto medico. Ah, e la Borsa
La storia di Technogym ha inizio nell’ottobre del 1983 in un garage di Calisese, vicino a Cesena, mentre il mondo si prepara a un’olimpiade indimenticabile, quella di Los Angeles, con Carl Lewis, Edwin Moses e Alberto Cova. Nerio Alessandri, allora 22enne, riesce a convincere il papà a parcheggiare in strada la Golf per trasformare la loro rimessa in officina: è lì che progetta la prima pressa (una macchina per allenare le gambe) che poi vende a una palestra locale per 300mila lire.
Qualche anno dopo, sfogliando il giornale legge che Silvio Berlusconi si è comprato il Milan e ha assunto come allenatore Arrigo Sacchi, suo conterraneo. Parte a razzo per Milanello e convince entrambi a lasciargli attrezzare la palestra. È il decollo, anche perché il Milan in quegli anni comincia a vincere tutto. Seguono altre presse, manubri, bilancieri, tapis roulant che conquistano il mercato europeo ed espugnano perfino gli Stati Uniti.
Oggi Technogym è un’azienda da 466 milioni di fatturato, impiega circa 2.200 dipendenti, di cui la metà nella sede centrale di Cesena e gli altri nelle 14 filiali in Europa, Usa, Asia, Medio Oriente, Australia e Sud America. Esporta il 90% della propria produzione in oltre 100 Paesi, e ha attrezzato 65mila palestre e oltre 100mila abitazioni nel mondo.
Ha circa 2.200 dipendenti in 14 sedi sparse per il mondo
È fornitrice privata di Barack Obama, Vladimir Putin, Bill Gates, Madonna, George Clooney e Giorgio Armani. I piloti di Formula 1 si sono allenati per anni con Technogym; i calciatori di Juventus, Inter, Milan, Ajax, Real Madrid e Liverpool, così come i velisti di Alinghi e Luna Rossa nell’america’s Cup, utilizzano macchine e soluzioni per l’allenamento cardiovascolare e la riabilitazione. L’azienda è stata anche fornitrice ufficiale delle ultime cinque edizioni dei Giochi Olimpici e lo sarà anche di quelli di Rio 2016, dove fornirà una gamma completa di macchine e servizi per il principale centro di allenamento, un edificio di 2.000 metri quadrati nel Villaggio Olimpico.
Of ficial Global Partner di Expo 2015, ha sviluppato all’in- terno dell’esposizione Universale di Milano un percorso tematico dedicato all’attività fisica, allo sport e alla salute. Lungo il Decumano, l’asse principale, sono state allestite sei isole espositive, i Technogym Point, e una Technogym Arena, una vera e propria piazza di 1.600 metri quadrati che ospita per tutto il semestre un palinsesto di eventi legati allo sport e al benessere.
Il business dell’azienda ruota infatti attorno al wellness − fusione fra i concetti well being e fitness − ovvero lo stile di vita basato su una regolare attività fisica, un’alimentazione equilibrata e un approccio mentale positivo. Nel 2012, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dell’ex presidente Usa Bill Clinton, è stato inaugurato il Techno-
E DOPO L’ E X P O , S A R À F O R N I TO R E UFFICIALE DI RIO 2016
gym Village, il primo Wellness Campus al mondo. Il progetto si estende su un’area di 150mila metri quadrati e comprende il centro di ricerca e innovazione, gli stabilimenti produttivi e un grande spazio dedicato all’attività fisica, all’interior design e alla cultura del wellness.
La svolta recente è stata quella di passare dalla vendita di prodotti alla vendita di soluzioni, ovvero non solo attrezzi ma soprattutto software, cloud computing, app, servizi di consulenza e formazione, con un piano di investimenti in ricerca e sviluppo per il triennio 20152018 che può contare su un tesoretto di 90 milioni.
Ha destinato 90 milioni di Euro a ricerca e sviluppo
Per richiamare il pubblico d’oltreoceano, il fondatore Alessandri è entrato nel business delle app tecnologiche per collegarsi alle macchine e fare fitness a distanza. Grazie ad attrezzi connessi e a una piattaforma cloud, chiamata Mywellness, l’applicazione di Technogym attiva di- rettamente i macchinari oppure misura il movimento fatto durante la vita quotidiana. È nato così il Technogym App Store, e l’imprenditore romagnolo ora pensa anche di investire in startup per nuove tecnologie che possano fare da volano al suo business, ormai realizzato al 90% fuori dai confini nazionali.
Tra le ultime novità, c’è Myrun, un tapis roulant per la casa collegato al tablet e dotato di un livello di interazione e personalizzazione estremo. I prossimi obiettivi sono puntare sul settore medicale, lavorando con i medici di famiglia e offrendo programmi di allenamento specifici per patologie come il diabete e l’alzheimer, e continuare a spingere sulla presenza di centri benessere e fitness in palestre e hotel.
Nel futuro di Technogym c’è infine la Borsa: in autunno Nerio Alessandri deciderà quando e come accendere la macchina della quotazione. Quel che è certo, comunque, è che il fondatore intende mantenere il controllo della sua creatura, che con questa mossa strategica punta a crescere sui mercati internazionali.
Technogym, dunque, è un po’ digital company ispirata a Apple e Google, fino a condividerne il mito della startup in un garage. E un po’ azienda della meccanica ancora ben radicata in Emilia-romagna, dove è nata. Da una parte l’innovazione − ormai il 60% della produzione è fatta di componenti elettronici − e dall’altra la responsabilità sociale. Nel 2003 Alessandri ha costituito la Wellness Foundation, fondazione no profit per il sostegno della ricerca scientifica, l’educazione alla salute e la promozione di uno stile di vita più sano.
Quest’anno ha lanciato la campagna “Let’s move and donate food” che permette ai visitatori di Expo 2015 di fare esercizio fisico negli spazi Technogym, misurare il proprio movimento sia sugli attrezzi sia camminando all’interno del parco e − grazie alla collaborazione con il World Food Programme delle Nazioni Unite (WFP) − trasformarlo in pasti scolastici che WFP distribuisce a oltre 20 milioni di bambini nei Paesi più poveri.
ALLENAMENTI
SPECIFICI PER I MALA TI
DI DIABETE E ALZHEIMER «Convinsi papà a parcheggiare l’auto in strada.
Così ho creato il mio primo macchinario»