La 24 ore di Le Mans
È un marchio, un mito. Una corsa lunga un giorno e una notte, sogni aggrappati alle auto. Dal 1923, la 24 OR EDILE MAN S resta l’unica, affascinante alternativa alla F1
Il mito senza tempo dell’unica, vera alternativa alla Formula 1
24 Ore di Le Mans. Un marchio, un mito. Prima edizione, 1923. Sogni aggrappati alle automobili, una corsa lunga un giorno e una notte per scuotere il Novecento. Il passato come patrimonio unico, forte al punto da resistere nel tempo, affascinante al punto da rilanciare un modo e un mondo a parte, sino a oggi, sin qui. La storia contiene ogni ingrediente utile per aspirare a esserci, almeno una volta; per provare a vincere, almeno una volta; per partecipare, in pista, lungo la pista, trasportati tutti da un happening senza confronti o prezzo.
È una anomalia agonistica, l’alternativa più resistente ed efficace alla Formula 1. “Endurance”, Campionato del Mondo, la definizione attuale. Per indicare macchine sport, gran turismo, prototipi, ruote coperte, carrozzerie filanti, mostri smaltati e fanali nel buio.
Quattrocento chilometri orari, infilati sulla retta infinita e micidiale dell’hunaudières, 1988, Peugeot WM P88, Roger Dorchy il pilota. Alluminio, titanio, carbonio. Azzardi e picchi. Rischi, sempre. Morti, tanti. Il più grave incidente della storia, anno 1955, in pieno rettilineo d’arrivo. La Mercedes di Pierre Levegh che vola in tribuna, tra la folla: 83 spettatori uccisi, oltre al pilota; 120 feriti.
Sì, ma questo è un album gonfio di immagini memorabili. Quelle delle sfide Anni 60, 70. Porsche e Ferrari; Ford e Matra. I piloti schierati di fronte alle loro bestie, partenza alle 16 in punto, tutti a correre, a saltar dentro, a scattare. Jacky Ickx che cammina, per protesta contro questa frenesia da cinture di sicurezza slacciate pur di filar via. Parte ultimo, arriva primo per la prima delle sue sei magnifiche vittorie. Ford GT40. Bellissima allora, bella ancora. Ah, che libidine! Che follie! Abbastanza da travolgere Steve Mcqueen, per un film mai così vero. Le Mans (1971) il titolo, la pellicola che odora di olio ricinato, per un godimento senza data di scadenza.
Si corre ancora, si corre sempre. Grandi investimenti, sforzi, sfide. Grandi storie. Una galleria colma di emozioni. Roba da prender su una giacca a vento, la propria passione. Muoversi, andare là, almeno una volta nella vita.