Otto piani di lussi, scelte, innovazioni
Nell’anno del suo centenario, Rinascente apre a Roma una nuova casa. Piena di tentazioni
Cambia logo e cambia nome. Non più La Rinascente, come la battezzò nel 1917 Gabriele d’annunzio per volontà del proprietario dei grandi magazzini in piazza del Duomo a Milano − il senatore Giuseppe Cesare Borletti − ma oggi solo Rinascente, in aggiunta al logo “Roma” elaborato, nel lettering, dallo studio inglese North Design, lo stesso che appare, nero su bianco avorio, sulle shopper diventate subito un must have di tutti i romani.
«Ci sono voluti 11 anni tra infinite beghe burocratiche ed enormi lavori, ma finalmente anche la Capitale ha oggi il suo department store». Pierluigi Cocchini, amministratore delegato Rinascente, non nasconde l’entusiasmo per l’apertura del nuovo grande magazzino di via del Tritone a Roma, all’angolo con via dei Due Macelli. Un’area commerciale di 14 mila metri quadrati, 8 piani, 96 finestre e 7 vetrine nel cuore del centro storico romano. Ossia a due passi da piazza di Spagna, a tre dalla Fontana di Trevi.
L’investimento ammonta a 250 milioni di euro, tra acquisto dell’edificio (130 milioni), restyling e fitting degli spazi, oneri di urbanizzazione e allestimento degli stand degli oltre 800 brand. Tra cui Prada, al suo esordio nel mega store, Gucci, Valentino e Louis Vuitton. Quest’ultima maison ha il privilegio di occupare il “Palazzetto”, una costruzione dei primi del ’900 che sorge nel cuore dell’edificio principale.
E visto che ogni volta che si scava nelle città d’arte italiane si riportano alla luce grandi tesori archeologici, in questo caso è l’acquedotto Vergine voluto da Agrippa e inaugurato da Augusto nel 19 a.c. a risplendere nei suoi 60 metri di estensione al piano seminterrato. Lì dove sorge uno degli spazi più moderni di tutto il mall Rinascente, l’area dedicata al design. Il terzo piano è, invece, dedicato all’uomo ed è suddiviso in Rooms, veri e propri “shop in shop” dei marchi più formali. Mentre la parte centrale è riservata allo smart casual maschile, con spazi più aperti allestiti come Lofts. L’elemento architettonico che si distingue tra tutti è il cavedio, che attraversa in altezza tutti i piani consentendo alla luce di diffondersi con inaspettati giochi. In netto
contrasto si sviluppano a zig zag le modernissime scale mobili (un simbolo per la Rinascente del boom economico degli Anni 60 nel palazzo di Milano) e i dieci ascensori: «potenzialmente, in un’ora, possono trasportare 90 mila persone», spiega Cocchini, cioè più di quante riescano a entrare allo Stadio San Siro (80 mila) o all’olimpico (73 mila). Come già avvenuto per l’altro flagship italiano, Rinascente di piazza del Duomo a Milano, il remake di quello di Roma è stato affidato a grandi nomi dell’architettura e del design − tra gli altri, Vincent Van Duysen, Paolo Lucchetta, India Mahdavi − che hanno privilegiato materiali già utilizzati in passato. Come il travertino per il colonnato. Al sesto piano si trova la Food Hall con tanto di ristorante firmato dallo chef stellato Riccardo Di Giacinto, e due terrazze con una vista che si apre a più di 180 gradi sui tetti della città, effetto “grande bellezza”.