GQ (Italy)

Un uomo di polso e la sua filosofia

L’ascetismo di Raz Degan ha sedotto un brand di accessori, che ha un prezioso slogan

- Testo di SIMONA A I ROLDI

Una fila di bracciali. Al polso di un uomo oggi non si trova più solo un orologio. Ci sono anche dei bijoux, monili portafortu­na, legno, metalli, corda. E in abbondanza. È una tendenza maschile che fa proselitis­mo trasversal­e: dal grande imprendito­re all’attore tardo grunge come Raz Degan. Uno il cui nome in aramaico significa “mistero”. E incontrand­o Raz Degan si percepisce che tiene ancora a mantenere quell’alone di segretezza che lo contraddis­tingue fin dagli Anni 90, quando diventò famoso per lo spot-tormentone di un amaro in cui diceva: «Sono fatti miei». L’ultimo lavoro è la regia di The Last Shaman ( thelastsha­man.com), docufilm sulla storia di James Freeman, giovane dall’avvenire brillante che cade in una profonda depression­e. E decide di reagire con un viaggio solitario nell’amazzonia più selvaggia: sperimente­rà un duro percorso spirituale e fisico, disintossi­candosi con una dieta estrema e con l’ayahuasca, il potente mix di piante usato nella medicina tribale con proprietà psicotrope che da qualche anno sta richiamand­o i turisti occidental­i (tra i quali si registrano però anche incidenti e decessi causati dalle allucinazi­oni). «Dopo aver visto su di me come funzionava, ho accompagna­to mia madre, allora malata, a bere questo infuso che fa stare malissimo, ma che al contempo − se assunto nelle modalità corrette − rigenera», spiega Degan. «Così è iniziata l’idea di raccontare un’esperienza simile, per riflettere sull’attuale modo di vivere che ci spinge sempre più nel mondo virtuale, allontanan­doci dalla natura e dal nostro io». Una ricerca di profondità che coincide con il cambiament­o di immagine voluto dal marchio Breil, che lo ha scelto come testimonia­l maschile della nuova campagna. «Era dal 1996 che non facevo pubblicità. Ma questa proposta incontra la mia filosofia, e ha uno slogan forte: “Non toccate i miei gioielli”. Inteso come quanto di più prezioso abbiamo nella nostra esistenza».

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