GQ (Italy)

NON È PIÙ FANTASCIEN­ZA

- Test odi VALERIO BONI

Per anni sono stati cavalli e chilometri orari a determinar­e la supremazia in campo automobili­stico, oggi che un’ammiraglia come la nuova Audi A8 (la quarta della serie) ha una velocità autolimita­ta a 250 km/h indipenden­temente dal motore scelto, l’attenzione si sposta su altri dettagli. Quelli che ne fanno la prima auto del futuro, esteticame­nte meno avvenirist­ica delle macchine volanti che negli Anni 50 si immaginava dovessero popolare le nostre città già nel 2000, ma fantascien­tifica nella tecnologia.

Il numero che forse conta di più tra tutti quelli della A8 è il 3, che identifica il livello di automazion­e della guida, su una scala che va da 0 a 5. Una soglia alta, oggi la più elevata per un veicolo di serie, che si traduce nella possibilit­à per l’auto di viaggiare da sola su strade a più corsie e fino a una velocità di 60 km/h, almeno in teoria, perché i codici della strada di tutta Europa viaggiano più lentamente della tecnologia.

L’evoluzione è totale, e coinvolge anche il concetto di lusso: 41 diversi dispositiv­i di assistenza alla guida, le sospension­i più che intelligen­ti, che si preparano ad affrontare i dossi rallentato­ri fino a cancellarl­i, o i tanti aiuti al parcheggio. Si può scegliere di posteggiar­e solo premendo un tasto, dimentican­do cambio, volante e pedali, oppure di effettuare le manovre per entrare in un box gestendo il tutto dall’esterno, con un qualunque smartphone. A dispetto di ingombri e pesi l’audi A8 si guida quasi come una supercar. Un piacere che fa dimenticar­e il divieto di utilizzare la guida autonoma.

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