I NUOVI MASCHI ALFA SONO STATISTI?
Giovani, decisi, carismatici e di rottura: i premier più amati dagli elettori scalano il potere con piglio virile. Forse è solo super cie, però funziona. Basti pensare a Justin Trudeau, Emmanuel Macron, Sebastian Kurz o Christian Lindner
Sulla scena politica internazionale, un nuovo giovane talento ha sbaragliato gli avversari: è il viennese Sebastian Kurz, 31 anni, eletto Cancelliere federale austriaco lo scorso 15 ottobre. Un enfant prodige che non può certo liquidare i suoi errori passati de nendoli “peccati di gioventù”.
Era solo il 2010 quando Kurz − all’epoca 24enne e già imbrillantinato − dichiarò davanti alle telecamere: «La campagna elettorale diventerà una gata, perché tutti sanno che il nero fa
parlano di rottura, ma rappresentano tutt’altro che un affrancamento dal passato. Si attengono ai principi tramandati, sottolineano l’importanza delle istituzioni. Da un lato fanno leva sulla s ducia nei confronti della classe politica, come se loro stessi non ne facessero parte, ma dall’altro omaggiano l’apparato governativo con una lieve inclinazione alla tecnocrazia. Tutti quanti sono liberali nell’economia e progressisti nelle politiche sociali, con l’eccezione di quelle sull’immigrazione, che li vede moderatamente spostati a destra. Fondamentalmente, sono tutti decisamente loeuropei.
I nuovi leader hanno programmi che non si lasciano facilmente etichettare: Kurz si muove con leggerezza tra frasi come «l’islam è una parte dell’austria»‚ e la proposta di centri d’internamento per i migranti sulle isole del Mediterraneo; Lindner è ora a favore e ora contro la tutela del clima, ora a favore e ora contro le sanzioni nei confronti della Russia. Durante la campagna elettorale, i media francesi hanno de nito Macron il candidato del ni- ni e del en même temps, cioè del “né” e del “al tempo stesso”. Ovvero: al tempo stesso a favore e contro, ma né questo né quello. Quanto a Trudeau, ha trasformato le sabbie bituminose del Canada nel peggior crimine ambientale dell’occidente, ma continua a puntare il dito contro Donald Trump per essere uscito dagli accordi di Parigi sul clima. Eppure, o forse proprio per tutto questo, la facciata funziona. Talmente bene che gli elettori danno un’immensa ducia a questi giovani politici e gli perdonano molto. Vogliono vedere in loro la risposta al collasso dei partiti popolari, dove ancora il più incompetente lealista può diventare ministro. Preferiscono votare movimenti, piuttosto che fazioni. La protesta attira più della stabilità, nonostante la vaghezza dei programmi. * Il giornalista tedesco Fabian Federl scrive di politica, economia e società per il Die Zeit on line
Gli elettori vogliono vedere in loro la risposta al collasso dei partiti popolari. Preferiscono votare movimenti, piuttosto che fazioni