GQ (Italy)

Il vantaggio di non mentire alla mamma

- MAT T DAMON / P ROFON DO U S A 1 Testo di C R I ST I A N A A L L I EV I

Nelle mani di George Clooney, Matt Damon non sarà un ragazzo perbene. Anzi: in Suburbicon, dal 14 dicembre al cinema, incarnerà una massiccia dose di ferocia e follia. La commedia a tinte fosche diretta dal regista premio Oscar, passata in competizio­ne all’ultima Mostra di Venezia, è un incrocio tra un soggetto dei fratelli Coen e la storia di un documentar­io girato in Pennsylvan­ia nel 1957, scovato dallo stesso Clooney. Il lm racconta la periferia americana degli anni Cinquanta, quando molte famiglie realizzano il sogno di avere una bella casa con giardinett­o e garage. Per i coniugi Gardner (Matt Damon e Julianne Moore) e il loro glio undicenne la vita sembra nalmente perfetta, nché arriva in città una distinta coppia di neri a scatenare gli istinti peggiori della comunità, portando Damon a perdere totalmente il controllo.

Chi è questo Gardner Lodge? Un marito modello, ma anche un uomo malato di controllo. Ama la moglie solo perché rinforza in lui l’idea di poter gestire tutto, cosa non vera in realtà. E anche perché nessun altro gli dà retta.

Le vicende di questa storia sono una metafora? Sono un termometro. Mostrano il livello di rabbia e di odio che c’è attualment­e nel mio Paese. Nel lm, io sono un bianco che va in giro ricoperto di sangue ad ammazzare la gente, ma la cosa non interessa a nessuno perché sono tutti occupati a in erire contro una rispettabi­le famiglia di neri.

Dicono di lei che sia proprio un bravo ragazzo: dove mette la sua parte oscura? Finisce tutta nel lavoro, dove posso fare cose che alle altre persone sono concesse solo in terapia.

Lei è un tipo d’uomo che ama il controllo? Tutt’altro. Mi è impossibil­e per costituzio­ne: sono abituato da sempre ad accettare le situazioni così come si presentano.

Come mai? Sono il secondo di due fratelli, nella mia infanzia ero sempre io quello che seguiva. Se Kyle entrava nella squadra di nuoto, ci andavo anch’io senza discutere.

Un’attitudine positiva o negativa, sul lavoro? Diciamo che mi riesce facile attenermi alla visione altrui, anche quando ho le mie opinioni. In pratica: sono portato a seguire le direttive del regista.

Alla ne lei non ha seguito suo fratello... Lui è diventato scultore e pittore: abbiamo carriere diverse solo perché io non so dipingere.

Voi due avete mai mentito a vostra madre? Mi piacerebbe raccontare storie incredibil­i per stupire. La verità è che ci saremmo sentiti così in colpa che, no, non lo abbiamo mai fatto.

E a se stesso, ha mai mentito? Credo di averlo fatto molte volte, ma non posso entrare nei dettagli. A Hollywood quanto conta saper mentire? Molto, ed è una necessità: tutti si fanno i compliment­i, ma è inevitabil­e che alcuni lavori piacciano e altri no. Meglio fare come Steven Soderbergh: ai festival parte dal presuppost­o che tutti gli mentano.

Sessant’anni fa, un bravo ragazzo diventa l’assassino dell’ultimo lm di Clooney. Ma l’odio è sempre attuale

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy