AL VOLANTE DI UNA NUOVA VITA
Uno dei totem del futuro potrebbe essere Sayer, ideato da Jaguar Land Rover. Serve a fare tutto con un’automobile, tranne guidare
E se possedessimo soltanto il volante? Niente più vetture. Solo una parte. Quella che diverrebbe la più intelligente, rispetto a motore, impiantistica e carrozzeria. Un volante che dice tutto di noi, del nostro modo di guidare, dei nostri viaggi. E che allo stesso tempo restituisca informazioni, si connetta con i sistemi di intrattenimento, sia una parte intercambiabile con ogni automobile. Di più, parcheggiamo e lo portiamo a casa con noi, come fosse una chiave d’accesso a un sistema di vita.
Il volante del futuro lo ha pensato Jaguar Land Rover. Esteticamente affa- scinante, somiglia concettualmente, ma molto più in bello, a quello che si monta e si smonta dalle vetture di Formula Uno. Ricorda una doppia cloche d’aereo, non permette di sbagliare l’impugnatura di guida (mani sulle 3 e sulle 9). Si chiama Sayer. Il suo nome la dice lunga su quanto sul serio il gruppo Jaguar Land Rover abbia preso la cosa. Perché Malcolm Sayer, al quale è intitolato questo omaggio, preview della mobilità immaginata per il 2040, è stato un mito del design della casa britannica. Ha disegnato automobili come la E-type o la XJ13, che fanno battere il cuore degli appassionati da oltre cinquant’anni.
Sayer avrà un’intelligenza arti ciale raf nata. Punterà la sveglia al mattino, si occuperà di richiedere e far recapitare un’auto sotto casa, disegnerà il miglior tragitto e lo comanderà alla macchina che a quel punto sarà un salottino ambulante, un mezzo nel senso stretto del termine per raggiungere un luogo, possibilmente facendo e pensando ad altro. Sayer è già una realtà, in prototipo montato su una Future-type, un’automobile avanguardista che Jaguar ha mostrato al suo Tech Fest presso la Central Saint Martins College of Art and Design di Londra.
«Storia e innovazione convolano a nozze nel nuovo dispositivo premium di casa Huawei. L’azienda di Shenzhen rinnova la prestigiosa collaborazione con Porsche Design, che rma questa edizione deluxe del nuovo, potentissimo Mate 10. La dotazione tecnologica è da primo della classe: una memoria impressionante, grande schermo con cornici ridotte al minimo necessario, una batteria dalla durata mostruosa che dà autonomia no a sera con mezz’ora di ricarica. Il tutto racchiuso in un corpo monoscocca in vetro, affusolato ed elegante, realizzato nell’esclusiva colorazione nero diamante. Sul retro, la doppia fotocamera porta un altro nome prestigioso (e tedesco): quello di Leica, il leggendario marchio che collabora alla progettazione dei migliori telefoni Huawei.
Scattare con le lenti di Wetzlar ha da sempre un fascino speciale, che rimane anche su smartphone, ma ciò che rende davvero eccezionale questo sistema è la sua intelligenza: il comparto fotogra co è, infatti, quello in cui si palesa nel modo più smaccato l’apporto di Kirin 970, il nuovissimo processore per dispositivi mobile Huawei dotato di un’unità di calcolo neurale. Il telefono riconosce gli oggetti, il contesto, e sceglie di conseguenza la migliore impostazione di scatto. Mentre il supporto dell’ia allo zoom digitale permette ritratti più nitidi con un sontuoso effetto bokeh digitale. Ma i bene ci dell’intelligenza arti ciale si sentono ovunque, dalla gestione della batteria alla traduzione multilingue accelerata. Mate 10 è il dispositivo con cui Huawei fa il salto da “smart” a intelligente, e quella di Porsche Design è la sua edizione più potente ed esclusiva. _ (Alessandro Scarano)