La festa dello stile è il Pitti Uomo
È un po’ come le feste comandate, non si possono saltare. Con il doppio vantaggio che i parenti si lasciano a casa e gli eccessi delle feste si smaltiscono in quattro giorni saltando da un padiglione all’altro. È il Pitti Uomo, la piattaforma internazionale di riferimento per la moda maschile che, dal 9 al 12 gennaio alla Fortezza da Basso di Firenze, coinvolge ogni anno oltre 30 mila visitatori da tutto il mondo, aprendo così la stagione con le anteprime delle collezioni Autunno/inverno 2018-19. «Non è una fiera in senso canonico ma un appuntamento di lifestyle di portata globale, un grande arcobaleno di offerte speciali per tutti gli operatori del settore». Raffaello Napoleone, dal 1995 amministratore delegato di Pitti Immagine, parte da due principi fondamentali: eccezionalità e irrinunciabilità. «Chi lavora nella moda non può non esserci perché è qui che si anticipano le tendenze del mercato, grazie a un lungo e continuativo lavoro di scouting che facciamo girando i vari continenti in lungo e in largo, qualcosa di eccezionale su cui noi investiamo ogni anno di più». Il tema di questa 93a edizione è Pitti Live Movie, un grande film sulla moda. Quali sono i protagonisti? Marchi, aziende, buyers, giornalisti, influencer e visitatori da tutto il mondo, ci saranno poltrone e sale dove poter vedere 11 film prodotti da Pitti, come se ci si ritrovasse su un set, dove tutto accade come un vero e proprio “live show”. Quali sono le tre novità di questa edizione da tenere sott’occhio? La prima è la celebrazione del 200° anniversario di Brooks Brothers, marchio americano di proprietà italiana (Claudio Del Vecchio, ndr) che sfila al Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio; la seconda Undercover by Jun Takahashi e Takahiromiyashita The Soloist, guest designer giapponesi tra i più visionari del momento che presentano le loro collezioni con due sfilate consecutive. La terza è l’international Woolmark Prize, uno dei premi più prestigiosi a livello globale a supporto dei nuovi talenti che torna a Firenze, nella suggestiva
Stazione Leopolda, per decretare i vincitori della categoria menswear e womenswear. Qual è, invece, l’evento da non perdere in centro città? Segnalerei sicuramente l’inaugurazione del Gucci Garden in piazza della Signoria, un negozio dove, dal 9 gennaio, giorno dell’inaugurazione, saranno disponibili prodotti in edizione unica, un ristorante a cura di Massimo Bottura (tre stelle Michelin, ndr) e spazi espositivi curati da Maria Luisa Frisa. Qual è il più grosso cambiamento che ha visto in questo settore? L’apertura ai nuovi mercati. Prima un po’ tutte le manifestazioni fieristiche guardavano agli Stati Uniti e al Giappone, oggi si va oltre, cosa che noi abbiamo sempre fatto. A ragione: il nostro utile netto, da ottobre del 2016 a settembre 2017, si attesta sui 75 mila euro. La crescita si è stabilizzata grazie a un pensiero stabile. La Russia sta performando bene (+13%) nonostante le sanzioni economiche. Anche la Cina, la Gran Bretagna, la Spagna. La Francia soffre un po’ come gli Stati Uniti. La Germania resta invece in pole position.
In che modo si stimola il mercato? Offrendo novità a ogni edizione; rinnovare le proposte, offrire un carnet di eventi che coinvolge tutta la città, ospitare guest internazionali, anche dai Paesi “minori”, come la Finlandia, quest’anno Guest Nation promossa da Fondazione Pitti Immagine Discovery. Pitti Uomo ufficialmente nasce nel 1972. Come è cambiata la moda maschile? L’elemento di internazionalità ha aggiunto molti più contenuti rispetto al passato: prima esistevano regole precise di canoni di rappresentazione del vestire maschile, oggi non valgono più. L’uomo adesso alterna lo sportswear al formale decontratto. Noi questo l’abbiamo capito in anticipo. A proposito di sportswear: possiamo dire che il cambiamento maggiore si è visto in questo settore? Assolutamente sì. Un tempo era un abbigliamento tecnico declinato all’urbano, come il Barbour per le giacche da caccia o l’husky per quelle da equitazione. Oggi la grande rivoluzione la fa la tecnologia, basti pensare all’utilizzo sempre più performante della lana Merino. A tal proposito Reda, storico lanificio biellese, presenta, a questo Pitti, Athlovers, un progetto speciale dedicato alla nascita di collezioni athletic-minded realizzate con tessuti della linea Reda Active.
«Prima tutte la manifestazioni fieristiche guardavano agli Stati Uniti e al Giappone, oggi il mercato si stimola offrendo grandi novità e invitando Paesi esteri emergenti»