La quadratura del rombo
Tasselli di un puzzle che compongono un percorso fatto di delicati interventi ragionati. Fabio Gatto è innamorato di Ballantyne. E sta crescendo il brand come fosse un bonsai: delicato, bisognoso di cure costanti, ma intenso e armonioso nel suo mostrarsi. L’ultimo intervento è con l’aerografo. Maglie lavorate a mano con lo spruzzo di colore. Una nuova tappa che avvicina al progetto Ballantyne Lab, ovvero: «Quella parte di collezione più sperimentale, rivolta a una clientela meno classica e probabilmente più giovane. Che cerca nuove mescole di tessuti, nuove nuance di colori».
La storia di Ballantyne, dei suoi rombi, dei suoi intarsi figurativi è il patrimonio dal quale Gatto non si è mai voluto distaccare. Anzi, lo ha rispettato e indagato sino alle radici scozzesi più profonde. Facendone sempre il capolettera della storia e dell’identità che assume fascino, se ben declinata con occhi nuovi. Anche l’ultima collezione Primavera/estate 2018 racconta una storia britannica, quella di Ascot, del suo derby pregno di regole e tradizioni, che compongono l’ossatura del buon gusto. «Questo non è il momento di vedere Ballantyne come un business. Sarà la conseguenza di come ci muoveremo per trovare non solo il riconoscimento del mercato ma anche la poesia del nostro stile».
Vernice aerografata nel laboratorio di Ballantyne. E le regole di Ascot per la primavera