Uomini e dei
Era il 1977 quando andai al cinema a vedere il mio primo film “da grande”. La storia era quella di un Prescelto annunciato da antiche profezie, venuto al mondo per portare pace, nato da una vergine e da un misterioso padre non umano, dotato di poteri miracolosi, tentato dal Male che gli offre la vittoria sul dolore e sulla morte, martire volontario per salvare l’umanità e, dopo questo sacrificio estremo, risorto. No, non il Gesù di Zeffirelli: quello lo trasmetteva la Rai. Parlo di Anakin Skywalker, il protagonista di Guerre Stellari.
Scusa, mamma: non intendevo essere blasfemo. Che dentro Guerre Stellari ci sia molto di Cristo (e dell’anticristo), e molto anche di Buddha, non l’ho scoperto io. Lo scrive Cass Sunstein, professore a Harvard nonché consulente legislativo dell’amministrazione Obama, nel saggio The World According to Star Wars (2016), e ce lo conferma Joaquin Phoenix nell’intervista a pagina 120. Secondo voi, del resto, da dove viene la storia dell’hacker Neo ( Matrix, 1999), Prescelto destinato dalle profezie a salvare un’umanità schiava delle macchine, anche lui sacrificato e risorto? E quando in Superman Returns (2006) Jor-el, padre alieno del supereroe, gli dice che «gli uomini possono essere buoni, hanno solo bisogno di una luce che mostri loro la via: per questo ho mandato sulla Terra te, il mio unico figlio», gli sceneggiatori a chi si saranno ispirati?
Nella storia di tutte le civiltà è ricorrente la figura del semidio in cui l’uomo può identificarsi e a cui può aspirare perché gli assomiglia, e che gli fa da tramite e intercessore verso la divinità. E ogni generazione ha divinizzato i suoi eroi: nel mondo classico erano i guerrieri, ai miei tempi c’erano Björn Borg e Za-gorte-nay, lo Spirito con la scure. Troverete diverse storie di uomini e dei in questo numero, che tra l’altro è il primo numero di GQ firmato da me. Se non temessi uno scappellotto di mia mamma, direi che è un segno divino.