GQ (Italy)

Il controller ha messo il grembiule

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Alta cucina e videogioch­i si incontrano, per la prima volta, a metà strada tra il Veneto e i ranch del Northwest statuniten­se. L’occasione è il lancio mondiale a fine mese di Far Cry 5, il nuovo capitolo del celebre “sparatutto” di casa Ubisoft, ambientato questa volta in una cittadina del Montana caduta sotto il controllo di una setta di fanatici religiosi. Dietro i fornelli, ma anche dietro il controller della propria console, c’è Lorenzo Cogo, giovane chef vicentino del ristorante El Coq: una stella Michelin confermata per il secondo anno e la passione per i videogame che lo ha portato alla scoperta dei luoghi dove sono ambientate le avventure di Far Cry 5.

Come sarà questo nuovo titolo della saga? Assolutame­nte attuale, sin dalla trama. Ci si muove in un’america dalla cultura limitata, ancora molto conservatr­ice, dove chi ha il carattere più forte riesce a prevalere sulle menti degli altri facendo leva su religione e fake news. Per il resto, la caratteris­tica più bella di Far Cry resta l’assoluta libertà: quella di poter andare dove si vuole e fare ciò che si vuole, dallo sparare al pregare in chiesa.

Com’è la gente del Montana? La comunità è semplice, e molto più accoglient­e di quanto mi aspettassi. Certo, vedere la normalità con cui le persone vanno in giro armate di pistole all’inizio lascia un pochino storditi. Ma sono genuine, fortemente legate all’etica del lavoro, abituate a faticare, andare a messa, cacciare e, se necessario, difendersi. In certe zone del Montana gli incontri con lupi, orsi, cervi e via dicendo sono all’ordine del giorno. Accade poi che capiti di investire un animale quando si è al volante, e di ferirlo oltre ogni speranza di guarigione: sparargli può diventare un crudo gesto di pietà.

Si è trovato a suo agio? Ammetto che i ritmi di vita che ho trovato mi hanno ricordato quelli della mia infanzia, nella campagna vicentina dai miei nonni. Durante il viaggio ho provato diversi ristoranti per scoprire le tendenze del momento, ma sono anche potuto entrare nelle case della gente del luogo e conoscere in prima persona le loro abitudini. È stata una bella esperienza, che è poi confluita in tre ricette dedicate a Far Cry 5: una si chiama Comunione ed è una tartare di cuore di manzo racchiusa tra due ostie, servita con un calice rosso scarlatto di Bloody Mary. Un piatto con cui ho voluto rappresent­are lo strano legame tra violenza e religione, due temi centrali del videogioco. _ (Filippo Piva)

Lorenzo Cogo, chef stellato, sul set di Far Cry 5, tra fanatici religiosi e giustizier­i fai da te

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