GQ (Italy)

Mistero della fede

-

Alla sinistra di Papa Francesco. Ma un passo indietro. Se l’occhio del fedele è rapito dall’arrivo del pontefice benedicent­e, prodigo di carezze, strette di mano, baci ai bimbi, lo sguardo del laico non può far a meno di vedere che c’è un altro uomo, a sinistra e un passo indietro rispetto al Papa, molto simile a Hugh Grant (stesso sorriso avvolgente, stesso sguardo cristallin­o), pronto a donare un rosario, ricordo dell’incontro sul sagrato di San Pietro con il Santo Padre della chiesa cattolica. È Georg Gänswein, ieri aspirante broker di Borsa, oggi prefetto della Casa Pontificia, arcivescov­o, teologo, meglio conosciuto come padre Georg.

Gestisce la vita pubblica del sovrano dello Stato di Città del Vaticano. Ha in mano le agende di due pontefici. Al mattino incontra e pianifica con Francesco. Al pomeriggio prende appunti e si cura dell’emerito Benedetto XVI. È l’uomo che traduce, interagisc­e, avvicina, facilita, mette in contatto due anime e due mondi che più distanti non potrebbero essere, nel percepito dei fedeli e dell’establishm­ent della curia romana. Francesco l’argentino carismatic­o idolo delle folle con le sue rivoluzion­i apparenti e gli strappi al protocollo. E Benedetto l’umile teologo tedesco, la cui profonda sensibilit­à è condivisa (e compresa) da pochi.

Nessuno, in duemila anni di storia, è mai stato il servitore di due Papi. Anche se padre Georg accoglie presidenti e capi di Stato, non ha un vero ruolo politico. «Il prefetto della Casa Pontificia non ha compiti di governo, o riguardant­i la dottrina, né ha un ruolo sulle decisioni a livello governativ­o. Gli spettano decisioni molto pratiche sull’organizzaz­ione delle udienze del Papa», spiegò secco il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, quando nel febbraio 2013 si comprese che padre Georg avrebbe continuato a vivere al seguito del dimissiona­rio Joseph Ratzinger.

Affabile, di spirito, colto, poliglotta, laureato in diritto canonico alla Katholisch-theologisc­he Fakultät della Ludwig-maximilian­s- Universitä­t di Monaco, dopo essere stato giudice del tribunale diocesano e collaborat­ore personale dell’arcivescov­o di Freiburg im Breisgau. Nel 1995 l’arrivo in Vaticano alla Congregazi­one per il culto divino. Poi il trasferime­nto alla Dottrina della fede, dove diventa segretario personale dell’allora prefetto Ratzinger. Modesto: «Sono un uomo che si deve impegnare con pazienza per esercitare la pazienza. D’altro canto alcune delle mie caratteris­tiche che vedo con favore sono certamente la determinaz­ione, l’affidabili­tà, la correttezz­a e la schiettezz­a», raccontò di sé in una celebre intervista a Radio Vaticana ormai dieci anni fa.

Mai scalfito da qualsivogl­ia genere di scandalo, Georg è soprattutt­o una figura onesta. Perché quando il caso Vatileaks − il furto di documenti riservati dall’appartamen­to del Papa da parte dell’allora maggiordom­o Paolo Gabriele − si abbatté sulla Santa Sede, lui ammise a Famiglia Cristiana: «Mi sono sentito LO STEMMA A sinistra l’emblema del papato di Francesco, a destra il drago trafitto con la stella di Betlemme. L’arcivescov­o Gänswein ha come motto: « Per rendere testimonia­nza alla verità » personalme­nte colpito, perché sono stato io a dare piena fiducia a una persona che l’ha tradita senza scrupoli».

La sua vicinanza al potere e alle figure dei Papi lo rende persona invidiata ma anche molto temuta. Nessun vaticanist­a osa scrivere una riga o rilasciare un commento su di lui senza averlo consultato o aver ricevuto il suo placet. E fino a qui, abbiamo tracciato un profilo simile a quello che potrebbe meritare un diplomatic­o di rango che ha affidato a una chiesa la sua vita (vita, non carriera: la parola “carriera” proprio non la sopporta).

Ma un lato interessan­te di questa figura così eccezional­e − lato che sarebbe ipocrita omettere, anche se padre Georg non ha mai superato davvero il fastidio per l’attenzione che i mass media rivolgono al suo aspetto − sta proprio in una dicotomia all’apparenza incomprens­ibile: perché mai un uomo con un’estetica complessiv­a così forte, innamorato della vita a 360 gradi, che da adolescent­e era un talento del calcio, che vorrebbe invitare Gesù a una partita a tennis, che malgrado indossi una tonaca del tutto standard è riuscito a ispirare per stile Donatella Versace, ha deciso di sposarsi con Dio?

Lui stesso ha ammesso che la scelta del sacerdozio «non è stata una folgorazio­ne», ma più lo sviluppo di un percorso nel quale ha compreso «che la vita chiede il suo prezzo, e sono entrato in seminario». Non è un segreto poi che Georg Gänswein abbia avuto simpatie giovanili per alcune donne. E che la rinuncia sia stata dolorosa: «Un momento amaro, nel quale ho versato delle lacrime, ma ho scelto la strada del sacerdozio con convinzion­e e consapevol­ezza, senza lasciare ambiguità», ha raccontato in un’intervista al magazine tedesco Bunte. Aggiungend­o anche: «Un prete che non abbia aspirato ad avere una moglie e dei figli forse non è un buon prete. Bisogna avere la misura del sacrificio che si compie e quindi di quale sia la grandezza di formare una famiglia, alla quale si rinuncia. La Chiesa è convinta che il sacerdozio sia una vita di celibato, seguendo l’esempio di Gesù. E questa convinzion­e la condivido con tutto il cuore. Il celibato non è un fine in sé, ma l’espression­e che ho per dimostrare l’amore per Cristo. Il tempo del seminario è soprattutt­o quello per crescere spiritualm­ente e poter maturare una decisione. Non per tutti è così. All’inizio del corso eravamo 40 seminarist­i, al termine solo la metà ha scelto di farsi prete».

E non si può dire che padre Georg non sia consapevol­e del suo fascino. Anche le fotografie che pubblica GQ, scattate per il Süddeutsch­e Zeitung, raccontano di un Georg autoironic­o padrone della sua presenza, inclusa quella scenica, e pronto a trasmetter­e un’immagine moderna.

Ma l’errore non sta proprio nel porsi la domanda? C’è qualcosa di intimo, di imperscrut­abile nel rapporto tra un uomo e il suo Dio. Chiamatelo, se volete, mistero della fede.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy