Perché GQ Inc.
GQ Inc. non è un allegato. O meglio: non solo. Lo toccate, lo sfogliate, lo leggete. Ma non è solo ciò che sembra. Perché è un ecosistema. È una piattaforma giornalistica multiformato (cartaceo e digitale) che porta il mondo di GQ in luoghi, storie, numeri che sembrano diversi da quelli solitamente toccati da Gentlemen’s Quarterly. Sembrano, e poi vedremo perché. Racconta il mondo dell’economia, della finanza, della trasformazione digitale, del lavoro. Racconta, quindi, pezzi di umanità che magari non ci toccano direttamente, ma che in un modo o nell’altro li condizionano. Perché oggi quello che succede nelle profondità del Mar Artico incide sul nostro stile di vita anche se non ce ne accorgiamo direttamente. Dicevo che tutto questo sembra diverso dal mondo in cui solitamente si muove GQ. In realtà è il mondo dei nostri lettori: a loro ogni mese in edicola e ogni giorno online, ci rivolgiamo per aggiornarli sulle loro passioni. Ma le loro vite sono fatte anche di altro: di viaggi non solo di relax, di incontri non solo di piacere, di documentazione non solo spensierata. Ci rivolgiamo a uomini moderni, complessi e completi: manager, pro- fessionisti, classe creativa, studenti. Tutti loro hanno una vita e hanno un lavoro e le due cose si mescolano sempre di più. GQ Inc. risponde a questa esigenza. A un bisogno che non è un bisogno, ma un’opportunità di completezza. È un progetto editoriale che dimostra una cosa semplice: i giornali sono ancora vivi. Non importa su che formato vengano distribuiti, né che forma abbiano. Importa, invece, che facciano ciò per cui sono nati ed esistono: raccontare la contemporaneità. E questo faremo su queste pagine e nella sezione dedicata a Inc. di gqitalia.it: spiegare, mostrare, illustrare come sta cambiando il nostro mondo. Per farlo useremo il linguaggio e l’estetica che hanno fatto la storia di GQ: parole e immagini della massima qualità, firme internazionali, fotografi e illustratori tra i più importanti del mondo. In questo primo numero ci accompagnano Walter Isaacson (diventato famoso per essere stato il biografo di Steve Jobs), Simon Kuper, una delle principali firme del Financial Times, così come Luca Locatelli, candidato alla vittoria del World Press Photo del 2018. Sono i primi compagni di un viaggio lungo e bello che comincia oggi.