La guerra dell’ultra Nord
La conquista delle riserve di idrocarburi dell’artico rappresenta la più grande battaglia politico-economica del futuro. Vale 20 trilioni di dollari. Stati Uniti, Russia, Cina, Canada, Norvegia e Danimarca si sfidano. E l’italia fa la sua parte
Circolano varie stime sul valore delle immense risorse artiche, sempre più disponibili con la progressiva scomparsa dei ghiacci. Secondo la Us Geological Survey è di 18 trilioni di dollari, pari all’intera economia americana. Una recente valutazione di esperti, pubblicata dal Financial Times, ha calcolato che la sola area di fondale rivendicata dai russi, l’equivalente di Spagna e Francia messe insieme, racchiuderebbe gas e petrolio per circa 20 trilioni di dollari. Parliamo dell’80 per cento delle comprovate riserve mondiali. Ma vi è un luogo simbolo nel Grande Nord del mondo che spiega, più dei freddi numeri stimati a tavolino, qual è la posta in gioco nella corsa per la conquista del bottino. Si chiama Finnafjord, una baia nell’estremo Nord Est dell’islanda, una regione di 100 mila chilometri quadrati abitata da nemmeno 500 persone. Qui, per capirci, negli anni Settanta, la Nasa portava gli