ALLA VELOCITÀ DELLA LUCE
Sobrio, iconico, pronto all’azione: l’ultimo cronografo Bell & Ross sfida le tenebre
Il mare, l’aeronautica, lo spazio e l’automobilismo: questi i settori d’interesse specifico cui puntò, quando nacque nel 1992, Bell & Ross: un’azienda francese che iniziò l’attività realizzando strumenti di misurazione del tempo per uso prettamente professionale e destinati esclusivamente a corpi militari o speciali.
Due anni dopo, tuttavia, fu deciso di commercializzare i prodotti e il nome della marca cominciò così a circolare anche tra il grande pubblico grazie alla fama di robustezza e affidabilità che gli orologi si erano conquistati. Una fama ben testimoniata, per esempio, dall’exploit di qualche anno fa, quando un modello subacqueo venne testato, senza riportare danni, alla profondità di 11.000 metri.
Ma se i primi orologi avevano, tutto sommato, un design convenzionale – cassa rotonda con quadranti neri o talvolta anche color panna – la svolta si ebbe nel 2000, quando fu creata la linea che riprendeva la forma tipica degli strumenti da bordo aeronautici: quadrante rotondo su cassa quadrata.
Diventato inconfondibile, quel design caratterizza anche l’ultimo modello: il BR 03-94 Horolum. È un cronografo a due contatori con un quadrante particolare che, come fa intuire il nome, è molto luminoso e formato da due piastre: i numeri e gli indici sono scavati su quella superiore, e in loro corrispondenza è stata spalmata su quella inferiore la sostanza luminescente (presente anche sulle lancette) di un colore verde intenso. La cassa (42 mm) è in acciaio microsabbiato (lavorazione fatta per eliminare i riflessi), mentre la tonalità del quadrante vuole richiamare quella delle piste d’atterraggio.
Impermeabile fino a 100 metri e in tiratura limitata di 500 esemplari, il cronografo riporta la scala tachimetrica sul bordo rialzato del quadrante, e registra misurazioni fino a 30 minuti. _ (Giampiero Negretti)
Non era necessario essere esperti di orologeria per sapere che l’arrivo, la scorsa estate, di Georges Kern alla guida di Breitling avrebbe rappresentato una rivoluzione nel mondo delle lancette.
Non solo perché l’annuncio arrivava a pochissimi mesi dalla sua nomina a capo dell’orologeria, marketing e digital di tutto il gruppo Richemont (al quale fanno capo brand come Cartier, Jaeger-lecoultre e IWC, quest’ultimo guidato proprio da Kern per 15 anni). Ma perché era chiaro che, grazie alle sue già dimostrate doti manageriali, Breitling avrebbe avuto e sfruttato la possibilità di allargare i suoi orizzonti e conquistare nuovi estimatori.
«Ho scelto Breitling», racconta Kern, «per due ragioni: la prima è che avevo la possibilità di diventarne anche azionista, cosa che mi avrebbe permesso di fare le cose a modo mio, con prodotti capaci di rappresentare in pieno la mia visione. Il secondo motivo è che Breitling ha un fenomenale catalogo storico e un heritage unico tutto da ribadire. Non tutti sanno che, per esempio, il cronografo è stato inventato da Breitling, anche la prima multa per eccesso di velocità è stata data grazie a un Breitling ed è nostro il primo cronografo che è andato nello spazio. Siamo stati al polso di James Bond così come di artisti fenomenali come Miles Davis.
Ora la sfida più stimolante è quella di trasformare questa maison in uno dei brand di maggior successo a livello mondiale. Non voglio essere mediocre, perché sono competitivo in tutto: ho lasciato una carriera fenomenale per raggiungere questo obiettivo e vi garantisco che lo raggiungerò».
Tra le prime novità introdotte, una rielaborazione della più rinomata gamma di Breitling, ispirata ai primi orologi di bordo e agli orologi da polso per piloti: il Navitimer 8.
«Storicamente», continua il manager, «Breitling non ha fatto solo orologi dal design massiccio e strumenti professionali, ma anche modelli più eleganti: le novità si inseriscono in questo filone e puntano a raggiungere una nuova clientela, sia in Europa sia negli Stati Uniti, dove il brand è molto forte, ma anche in Cina, dove servono prodotti più piccoli capaci di andare incontro alle esigenze di queste persone» _ (Micol Bozino Resmini)