PNEUMATICI INTELLIGENTI
La sicurezza su strada diventa sempre più smart grazie a un sensore che dialoga con la vettura
La pressione del pneumatico? Roba da dilettanti. Se il futuro della mobilità passa dalla connettività perché non far “parlare” anche l’unico punto di contatto tra la vettura e la strada?
Al Salone di Ginevra, Pirelli ha mostrato l’ultima invenzione in materia di integrazione uomo-macchina-pneumatico: Cyber Car. Sviluppato per il primo equipaggiamento in collaborazione con le maggiori Case auto, «questo sensore presente nel pneumatico è in grado di interagire con la vettura inviando i parametri di funzionamento, dati che poi vengono utilizzati dall’elettronica di bordo per la calibrazione, per esempio, dell’abs e del controllo di stabilità», spiega Marco Sabatini, Chief Technology Officer della Business Unit Cyber di Pirelli. «Oltre ai valori di pressione, disponibili già in passato, il nuovo sistema è in grado di inviare la temperatura interna, l’usura del battistrada e l’identificativo della singola gomma».
Una sorta di carta di identità valida anche per le auto elettriche: fra i valori rilevati dal sistema c’è infatti il carico verticale. Conoscendo il peso della configurazione della vettura, il sistema è capace di calcolare l’autonomia residua delle batterie.
Un’altra novità è che il sensore funziona anche quando il veicolo è fermo, spento o in garage, cosa che non esiste sulle tecnologie presenti oggi sul mercato. «Un esempio? Lascio la macchina in aeroporto, ho preso un chiodo ma non me ne sono accorto e la gomma inizia a perdere; il sensore comunica con la centralina, a cui è connessa telematicamente la macchina, e io con l’applicazione scaricata sul mio cellulare ricevo una notifica che mi dice cosa succede. In questo modo posso innescare un servizio di soccorso».
Avviata nel 2002, Cyber Car segue il sistema Cyber Fleet, destinato alle flotte, e Pirelli Connesso, pensato per il ricambio. Prossima evoluzione, il sistema Cyber Tyre: la gomma del futuro raccoglierà ancora più informazioni, trasmettendole all’elettronica di bordo a ogni giro ruota. Anche se si tratta di una tecnologia non ancora arrivata sul mercato, una prima applicazione è già operativa sulla Ferrari FXX K, la supersportiva da oltre 1.000 CV utilizzabile solo in pista.