Benvenuti a Goodwood, regno della passione rétro
«Just call me Charles». Si presenta così, informale come un vero uomo di sport, l’undicesimo duca di Richmond. Charles March è un appassionato di fotografia (90 sue immagini sono esposte alla Galleria del Cembalo di Roma fino al 30/6), un avventuriero e il signore di Goodwood, la tenuta del Sussex da cui ci risponde al telefono.
Vita movimentata, la sua... «Beh, sì. Ho lasciato la scuola presto − detestavo Eton − per la fotografia. Ho fatto il pubblicitario negli Anni 70, ho vissuto in Africa, ho collaborato con Stanley Kubrick sul set di Barry Lyndon. Oggi le mie immagini si ispirano a un senso di velocità in contrasto con la tranquillità della natura che mi circonda, qui a Goodwood».
Goodwood in effetti è un connubio perfetto di tranquillità e velocità. Un tempio del motorismo britannico. «Per far funzionare questa macchina impieghiamo 150 persone 365 giorni all’anno. A Goodwood ci occupiamo di automobilismo, corse di cavalli, cricket , aviazione. Il pubblico viene a trovarci da tutto il mondo e vogliamo che torni, perciò dobbiamo creare eventi curati in ogni dettaglio».
Come è diventato quello che è: un’impresa di successo?
« L’autodromo è del primo dopoguerra. Lo osservavo dalle mie finestre: una pista abbandonata, sormontata dalla famosa collina per le gare in salita. All’inizio degli Anni 90 è stato necessario trasformare la proprietà, così impegnativa dal punto di vista dei costi. Rimettere in sesto il vecchio circuito è stata la prima idea che mi è venuta naturale».
Un animo artistico con l’attitudine da imprenditore... È corretto definirla un eclettico?
«Si può dire così, ma i vari aspetti del mio carattere, invece di ostacolarsi, si sono aiutati a vicenda. Cerco di infondere un po’ del mio spirito creativo in tutto quello che ruota intorno a Goodwood. Nella scelta delle grandi sculture che adornano il parco, per esempio. E intorno al progetto del Revival: oltre a far scendere in pista le vetture storiche, immaginiamo un set di contorno, incoraggiando il pubblico, i piloti e persino i meccanici a vestirsi in stile rétro. L’esito finale è molto divertente, ma dietro ci sono lavoro e fatica».
Il 2018 è un anno importante per Goodwood.
«Festeggiamo due anniversari: i 25 anni del Festival of Speed di luglio e i 20 anni del Revival, a settembre. Quando le tribune sono affollate, il colpo d’occhio sulla tenuta è impressionante. Poi, la sera, tutti se ne vanno e io resto nella calma totale, solo con le pecore nei prati».
Qual è la sua auto favorita? «Difficile rispondere. Potrei dire la Maserati A6GCS del 1955, l’anno in cui sono nato. Da bambino però passavo i pomeriggi a disegnare, soprattutto la Bugatti 35B, una delle prime auto da Grand Prix. E allora lo sa? Non credo che sia un caso...». _ (Matteo Sartori)