Arruolata tra le icone
Il nome corretto è “2750”, pronunciato cifra per cifra, ma in pochi sentendolo lo collegherebbero alle mitiche scarpe Superga, quelle in tela con suola in gomma vulcanizzata. Quelle che hanno accompagnato intere generazioni, quelle dei primi campi da tennis, dei ricordi di giochi in cortile, quelle che oggi sono uno dei massimi simboli del nostro Paese. Tutto iniziò a Torino nel 1911 con la nascita della prima fabbrica per la vulcanizzazione della gomma: una novità per l’europa e anche per l’america. I primi stivali in gomma furono una benedizione per i contadini: niente più infezioni ai piedi. Poi ci furono i giocattoli e i canotti arancioni e, nel 1923, la prima scarpa da tennis. La consacrò Panatta ma non fu il solo: con lui altri sportivi, da Zoff a Paolo Bertolucci. Il successo di quella scarpa leggera, biodegradabile, in tela fu planetario: nel ’75 la produzione toccò i 12 milioni di paia. La moda la consacrò tendenza e continua a farlo. Oggi la 2750 è oggetto di continue rivisitazioni e di collaborazioni speciali, declinata in inediti materiali: dalla vernice al tweed. Nascono anche nuovi modelli come quello per la prossima estate, pensato originariamente da Superga per fornire all’esercito italiano scarpe da allenamento, e destinato a diventare nuova icona metropolitana. _ (P.M.)