a difesa della tradizione
Al Rubacuori dell’hotel Château Monfort si omaggiano i piatti della cucina milanese
Charme, eleganza, fantasia. E, ora, anche tradizione, quella milanese, forse troppo spesso penalizzata da un eccesso di esterofilia. La rinascita di Milano passa anche da Château Monfort, il primo “castello” urbano ispirato al mondo delle favole e dell’opera, un palazzo in stile liberty realizzato dell’architetto Paolo Mezzanotte che lo progettò nel 1903. Rimasto chiuso per quasi 30 anni, è tornato a risplende- re nel 2012 grazie all’intervento di Sofia Gioia Vedani, architetto e amministratore delegato della Planetaria Hotels. Ma anche grazie al giovane direttore Stefano Risolè, 36 anni, che negli anni ha saputo modificare l’offerta per tutti i clienti, dentro e fuori l’albergo. «Era giusto pensare anche ai milanesi, così abbiamo cambiato chef e scelto il 32enne Domenico Mozzillo; con lui abbiamo inserito nel menù tanti piatti tipici della tradizione meneghina con un guizzo partenopeo», racconta Risolè. Il risotto alla milanese profumato al limone è un piatto tra i più richiesti. Ma anche l’ossobuco di vitello affumicato al rosmarino o il mondeghilo con verdurine di stagione. Sul menù è indicata l’origine degli ingredienti, molti di questi provenienti dalle tante e piccole realtà Slow Food italiane. «In questo modo diamo visibilità al fornitore e comunichiamo al cliente la qualità del cibo». Da settembre riparte anche il brunch: «Ormai un appuntamento fisso della domenica di tutti i milanesi».