SPECCHIO DELLE MIE BRAME
Sempre più green. Dedicata al viso, con qualche concessione al bisturi. La cura di sé è faccenda da uomini. E vale un quarto della cosmesi in Italia
Ammettere di avere una beauty routine? Fino a poco tempo fa sarebbe stato impensabile per molti uomini. A metà 2018, però, lo scenario è differente e l’uomo che si cura (molto) non ha problemi a dichiararlo. Anzi, ne fa un motivo di orgoglio. Come l’ex calciatore del Manchester United e oggi imprenditore, David Beckham: finito sui giornali per le sue spese folli in trattamenti e parrucchiere, è diventato il volto di House 99, nuovo marchio beauty dedicato al pubblico maschile e sviluppato in collaborazione con L’oréal Luxe. All’interno della linea, oltre agli intramontabili prodotti per il grooming, anche skincare per viso e corpo, compreso uno
spray per trattare le aree coperte da tatuaggi (altra ossessione di Beckham). E se il gruppo L’oréal ha investito tanto nel progetto significa che il cliché dell’uomo rude, che si disinteressa del beauty, “affare da donna”, è ormai ampiamente superato.
La sensibilità maschile per la cura di sé è il tema del momento: l’american Society for Aesthetic Plastic Surgery conta negli Stati Uniti 200mila procedure di chirurgia estetica e oltre un milione di medicina estetica, pari al 9% del totale, con una crescita del 101% dal 2010 a oggi. Tra i protocolli scelti dagli uomini, le iniezioni di botulino (oltre 450mila nel 2016, raddoppiate rispetto al 2010). «Anche se gli esiti non sono sempre felici», nota il chirurgo plastico Antonella Castaldo. «Mickey Rourke è trasfigurato da lifting e filler, Lionel Richie, Tom Cruise e Sylvester Stallone sono apparsi in pubblico con zigomi esageratamente rimpolpati, fronte spianata e palpebre rialzate». La corsa al ritocchino innesca spesso una vera e propria dipendenza, ma è una questione che va oltre il genere: uomini e donne cascano nella trappola in egual misura. 11 miliardi di euro: tanto vale i l mercato della cosmesi in Italia. Crescono le vendite dirette (+ 8,7%), spinte dalla digital transformation: l’ecommerce, infatti, salta a + 23%
Tra gli uomini c’è chi preferisce orientarsi alla prevenzione e investe volentieri in creme, sieri, gel e lozioni per il viso, oltre a skincare per rassodare l’addome. Il fatto che la cosmesi italiana abbia retto agli anni peggiori della crisi economica è la dimostrazione che il comparto è più che mai solido. A confermarlo sono i rapporti di Cosmetica Italia: i dati di chiusura del 2017 registrano una costante crescita del settore cosmesi nazionale che, dopo la crisi del 2008, non ha più avuto andamenti altalenanti, con ritmi medi sempre superiori ai settori dei beni di consumo nazionale. Parliamo di un fatturato globale pari a 11 miliardi di euro, +4,3% rispetto all’anno precedente.
L’industria del beauty made in Italy prosegue la propria costante crescita, in particolare grazie all’andamento storicamente positivo dell’export cosmetico, che nel 2017 ha superato 4,7 miliardi di euro (+8%), non solo agevolando la tenuta dei fatturati delle imprese italiane del settore, ma anzi incrementandoli in sincronia con un mercato interno finalmente in ripresa. Gli uomini italiani contribuiscono, almeno in parte, alla buona performance del settore? Pare di sì. Già due anni fa il Centro Studi Cosmetica Italia aveva calcolato le spese degli acquirenti uomini: circa 73 milioni di euro per schiume, saponi e gel da barba; 50 milioni di euro per il dopobarba; 40 milioni di euro in prodotti per lo skincare viso e le creme corpo.
La generazione dei Millennial (e ancora più quella dei Centennial, i nati tra la seconda metà degli Anni 90 e il 2010) non ha problemi a investire nel proprio aspetto e non si rivolge più a moglie/fidanzata/sorella per avere accesso ai prodotti. Per gli acquisti ci si affida soprattutto alla grande distribuzione, con il 40% delle vendite, per un totale che supera i 4 miliardi di euro: supermercati, monomarca, catene specializzate in prodotti per la cura della persona. In lieve calo le vendite in profumeria, con un -0,5% a fine 2017, mentre prosegue lenta ma costante la crescita dei canali erboristeria (+0,9%) e farmacia (+2%; la dermocosmesi è cresciuta costantemente negli ultimi 40 anni è arrivata a coprire il 18,5% del mercato dei prodotti di bellezza). Infine, si torna nei saloni estetici e di parrucchiere dopo alcuni anni di rinunce, con un incremento del 2%, mentre le vendite dirette registrano un +8,7% e l’ecommerce arriva al +23%.
Pur non avendo dati specifici sul pubblico maschile, gli analisti concordano: l’interesse per la cosmesi green (ecologica, sostenibile,
cruelty free) è sempre più diffuso. Non solo: sempre più uomini si interessano a prodotti beauty di “derivazione naturale”, dando un contributo determinante a un business che a livello nazionale supera ormai un miliardo di euro (il dato mondiale è di quasi 46 miliardi).
In linea generale Cosmetica Italia stima che nel 2017 i prodotti maschili hanno coperto circa un quarto del mercato cosmetico nazionale (24% contro il 76% di prodotti femminili): qualcosa si sta muovendo e la forbice di consumo che distanzia i due generi, un tempo enorme, continua inesorabilmente ad accorciarsi.
Il prossimo passo? In molti scommettono sul make-up per uomini, anche se al momento in Italia l’argomento resta ancora tabù e il mercato differente sola copre decisamente un in Asia: quinto la del Corea di mercato nicchia. del globale Sud, Discorso che della da cosmetica maschile, ha sdoganato il trend da alcuni anni, mentre un sondaggio condotto dal China Youth Social Survey Center fa sapere che il 47% dei giovani cinesi accetta l’uso del trucco da parte degli uomini. Anche negli Stati Uniti si inizia a parlarne, e non a caso Rihanna va ripetendo che gran parte dei prodotti del suo popolarissimo marchio di make-up, Fenty Beauty, sono ottimi anche per l’uomo (l’attore Daniel Kaluuya ha indossato il suo fondotinta Pro Filt’r Foundation alla cerimonia degli Oscar). Già a inizio 2017, in realtà, Snapchat aveva colto la tendenza del trucco “men only”, dedicando il canale Boy Beauty allo super scopo pratici. ai migliori di condividere beauty consigli blogger e uomini, tutorial Quanto alle fragranze, si tratta di un ramo del beauty apprezzato dal pubblico maschile: i consumi della categoria – la quarta nella cosmetica in ordine di business, con 1 miliardo e 64 milioni di euro – ri ripartiscono in un 62% di fragranze femminili e un 38% di maschili. Parlano chiaro i dati dell’ultimo Cosmoprof: in Italia esistono almeno 34 marche di schiuma da barba, 76 di dopobarba, 79 di skincare da uomo (con in testa gel anti impurità e sieri viso). Il futuro, a quanto pare, sarà in mano a uomini curati, profumati, probabilmente ritoccati.