L’americano tuttofare
Dice sempre di sì: si tratti di girare film (ne ha fatti 130), di firmare libri, di interpretare un profumo. Lui può, perché è James Franco
«La creatività è lo strumento con cui mi approccio alla vita. Mi permette di relazionarmi con le altre persone: per me dà un senso a tutto», dice James Franco. Regista (Golden Globe per The Disaster Artist), attore − uscirà a fine agosto negli Usa Kin, il film cattivello di Jonathan & Josh Baker, in cui James è un tipo pericoloso − e bad boy arrivato ai suoi primi 40 anni. «Ecco perché mi è piaciuto collaborare con Stuart. Perché ha usato la creatività per immaginare una connessione tra il suo stile personale e la tradizione del brand. Un po’ come avrei fatto io».
Stuart è Stuart Vevers, il brand è Coach, di cui è direttore creativo, e la collaborazione a cui si riferisce il divo californiano − assai prolifico: in 18 anni di carriera ha partecipato a 130 progetti − è la campagna di Coach For Men, prima fragranza maschile del marchio fondato nel 1941 a New York da Lillian e Miles Cahn. «James è perfetto come volto di questo profumo», dice Vevers, «perché esprime la quintessenza del ragazzo Coach: bello ma con un po’ di mistero e di pensiero, e soprattutto la capacità di trasmettere energia. Ovvero le cose che io, da britannico, più amo nello stile americano». Un uomo, spiega, che non ha paura delle sfide, che vede il rischio come un’opportunità, che non sa stare fermo, che ha uno spirito ribelle, curioso e poliedrico (a proposito di poliedricità: James Franco ha lanciato su Youtube Philosophy Time, un canale in cui affronta concetti come la bellezza e l’immaginazione, e scritto due libri di poesie, una raccolta di racconti, un romanzo e una cosa intitolata Flip-side: Real and Imaginary Conversations with Lana Del Rey, un dialogo sul mestiere con una cara amica che è anche il suo doppio).
Energia e qualità, dinamismo e autenticità: è la sintesi incisa nel Dna di Coach – ogni oggetto è pensato e realizzato per durare nel tempo, oltre le mode – e si esprime nell’eau de toilette che ne è la declinazione quotidiana. L’esordio olfattivo è subito energico grazie alle note effervescenti di pera Green Nashi, bergamotto e kumquat. Nel cuore il cardamomo speziato, unito alla dolcezza di geranio e coriandolo, dà calore alla struttura. Il fondo si fa più complesso: vetiver di Haiti, note di ambra grigia e suede.
Coach vuol dire “carrozza”, e la carrozza che è lo storico simbolo della griffe campeggia sul flacone dal blu intenso sfumato, omaggio al colore del cielo dopo il tramonto visto da una da una delle finestre che sono i milioni di occhi di Manhattan. Il tappo, in metallo, ricorda la chiusura delle borse introdotta nel 1954, e ancora oggi elemento distintivo di tutta la pelletteria della griffe. _ (Alice Abbiadati)