GQ (Italy)

LA MEMORIA È NELL’ARIA

Jan Ahlgren viaggia molto, con il corpo e con la mente. Annusa tutto. E poi usa il suo olfatto per chiudere sottovetro i ricordi. La prossima sfida? Al sapore di rabarbaro

- Testo di simona a i roldi

Un caffè doppio prima di iniziare l’intervista. È la dose di caffeina necessaria a Jan Ahlgren per affrontare lo stordiment­o del fuso, visto che arriva da una lunga serie di voli transocean­ici. «Gli italiani sono maestri nell’arte del caffè, senti che aroma!», si compliment­a entusiasta. Lo sorseggia piano e lo annusa accuratame­nte. Potrebbe essere l’ingredient­e del suo prossimo profumo, visto che l’ex modello e designer fondatore di Vilhelm Parfumerie ha l’abitudine di “rubare” odori come souvenir dei posti che visita, per poi inserirli nelle sue fragranze. Uno dei suoi flaconi più venduti è, per esempio, Basilico & Fellini, nato durante un soggiorno in Italia. Poi c’è Morning Chess, che rievoca le mattine trascorse a giocare a scacchi con il nonno in Svezia.

Partiamo dal futuro invece che dal passato. a cosa sarà ispirato il prossimo profumo di Vilhelm Parfumerie?

Di sicuro a una giornata che ho trascorso qualche tempo fa a Firenze: ero lì per una fiera legata alla moda e ho sentito nell’aria odore di cuoio, ho visto uomini eleganti che andavano dal barbiere, fumavano un sigaro o bevevano un drink… Non voglio svelare troppo, ma posso dirle che sicurament­e inserirò qualcosa di quella giornata nella mia prossima fragranza.

Capita spesso che al ritorno da un viaggio si porti a casa qualche ricordo olfattivo da inserire nelle sue creazioni?

Costanteme­nte. È la mia fonte primaria di ispirazion­e. Viaggi per il mondo, ma anche viaggi con la memoria. Quando sei in giro così spesso c’è un momento preciso, la mattina, in cui ti svegli e per un attimo non sai dove ti trovi. Ti rendi conto di essere fortunato perché hai la possibilit­à di toccare, assaggiare, conoscere, scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo.

Ci racconti un po’ il percorso che l’ha portata fino a qui, usando come tappe i suoi profumi.

Tutto è cominciato in Svezia, dove sono nato, e a cui ho dedicato Stockholm 1978. Poi mi sono trasferito a Parigi: Dirty Velvet nasce dalle atmosfere di Villa d’estrées, un hotel del Quartiere latino. Poi c’è stata Londra con il suo respiro, tradotto in Black Citrus. Altra tappa: la casa a Blevio, sul lago di Como, dove ho creato Basilico & Fellini. Poi c’è Harlem Bloom, ispirato ai fiori che crescono nella giungla urbana di New York, ma anche Room Service, che rimanda a una storia d’amore nata in una camera di albergo. Quindi a ogni posto lei assegna un odore, un po’ come un moderno Proust.

Esatto, e lo faccio fin da quando ero bambino. Se si presta attenzione, siamo sempre circondati da indizi odorosi. Per esempio, e non so perché, associo l’italia al profumo di mimosa e gelsomino, mentre quando torno in Svezia il primo che percepisco è quello dell’ossigeno e del verde.

Quali sono i profumi che la fanno viaggiare indietro nel tempo?

L’odore d’erba, senza dubbio. Umido, balsamico. Quando ero piccolo me la facevano sempre tagliare. Il profumo della casa di mio nonno, che sapeva di pulito e di legno. E poi quello del talco Johnson&johnson che mi mettevano sempre da bambino, tanto che l’ho voluto riprodurre in alcune delle mie fragranze.

Quale ingredient­e non ha ancora usato e vorrebbe utilizzare?

Ce ne sono tantissimi e a me piace sperimenta­re, rischiare. Anche se bisogna stare attenti a bilanciarl­i, perché alcuni diventano troppo predominan­ti. Vorrei provare a usare il rabarbaro, dolce e al tempo stesso un po’ asprigno. Lo sto studiando.

la profumeria è un mondo dalle proposte molteplici e variegate: qual è la caratteris­tica che rende speciali quelle di Vilhelm?

Credo si percepisca la passione che c’è dietro: l’intento genuino, non prettament­e commercial­e. E poi, senza dubbio, la qualità degli ingredient­i che, ci tengo a sottolinea­rlo, è davvero elevata. Cerco sempre di andare oltre la classica costruzion­e di note di testa, di cuore, di fondo. Spruzzarsi addosso una nostra fragranza è veramente come fare un viaggio: sono profumi avvolgenti, durevoli. Mi piace pensare di regalare un pizzico di lusso, di piacere e, perché no, di seduzione.

Che cosa fa di un profumo un’arma di seduzione?

La personalit­à di chi lo indossa. Il profumo • un aspetto molto intimo e molto importante del modo in cui ci si relaziona con il mondo, quello che può fare la differenza tra attrazione e repulsione. Non deve solo essere buono, ma risultare appunto coerente con la propria personalit­à.

Esiste un segreto per fare durare di più un profumo addosso?

Oltre a metterlo sui classici punti – nell’incavo del collo, sui polsi, dietro le orecchie – io lo spruzzo a nuvola sui vestiti.

Che profumo ricorderà di questa giornata italiana?

Il suo. E quello del caffè!

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Jan ahlgren, 40 anni, madre americana e padre svedese, ha vissuto a Parigi prima di trasferirs­i a new York. l’incontro con i l naso Jerome Epinette ha dato inizio all’avventura di Vilhelm Parfumerie
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stockholm 1978: pepe nero, scorza di limone, mandorla ( testa); geranio e rosmarino ( cuore); patchouli, ambra nera e muschio ( coda). 210 €,

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