Fratello, come stai?
Oltreoceano hanno un neologismo per tutto. Bromance, coniato negli Anni 90 dallo skater Dave Carnie nel suo giornale Big Brother, viene da bro – abbreviazione di brother, fratello, ma è un modo di chiamare un amico – e romance, che vuol dire storia d’amore. La bromance è quell’amicizia intima e fisica tra maschi considerata perfettamente normale dalle generazioni che avevano combattuto insieme nelle guerre di Indipendenza e Secessione – si narra che George Washington scrivesse ai suoi bro lettere piene di affetto – ma che poi, nell’america del Novecento con il suo culto della virilità, era diventata qualcosa di cui vergognarsi, e che invece ora è stata felicemente ri-sdoganata. Justin Timberlake, che a pagina 108 parla con trasporto dei suoi amici d’infanzia, ha con il comico Jimmy Fallon una bromance esibita in decine di gag televisive, e che sua moglie Jessica Biel si diverte a prendere in giro.
Oltreoceano hanno, anche, una rivista scientifica per tutto. Men and Masculinities, che esplora appunto il tema della mascolinità contemporeanea, ha condotto uno studio su un gruppo di universitari eterosessuali da cui è emerso che le loro bromance li soddisfano emotivamente più delle relazioni con le donne. «Con il mio amico posso piangere per mia mamma che sta male, con lui posso ascoltare Beyoncé senza sentirmi giudicato», rispondeva uno degli studenti. «Con la mia fidanzata mi sento in dovere di mostrarmi virile». Noi italiani abbiamo fortunatamente, mi sembra, un approccio meno stereotipato e paranoico alla questione dell’identità di genere. A pagina 142 Arturo Muselli, l’enzo “Sangue blu” della Gomorra televisiva, parla dell’intimità che si crea nella storia tra Enzo e Valerio “O Vucabulà” come di un rapporto di amicizia viscerale, assolutamente standard per due uomini napoletani.
Non saprei differenziare con precisione l’amicizia tra uomini, che conosco, rispetto a quella tra donne, che osservo da fuori. Azzardo, sperando di non suonare sessista, che nella prima mi sembra di percepire meno tensione. Di certo so che quando dopo tanto tempo incontri di nuovo un bro – questa estate mi è successo con tre compagni di università e uno di caserma – è come se quei venticinque anni non fossero mai passati: la complicità e il cazzeggio e il calore ripartono esattamente da dove li avevi lasciati.
Questa settimana, questo mese, tirate fuori il numero di uno di quegli amici che non vedete da tanto. Chiamatelo, usciteci una sera: sarete contenti di esservi finalmente decisi. Fidatevi di me, ve lo dico in amicizia.