Obiettivo: riunione di condominio
Mostre, corsi, cene, canti e chiacchiere: così tre amici hanno trasformato un palazzo di Modica in un caso
Quelli di Friends si erano accontentati di due appartamenti nello stesso stabile; loro, invece, si son presi un condominio intero. Sono cervelli di ritorno, dalle metropoli di mezza Europa alla Sicilia orientale, abbacinante bellezza barocca con il virus dell’immobilismo, da curare con la cultura. Dell’immagine.
L’idea è venuta nel 2014 a Simone Aprile, fotografo, all’epoca poco più che 40enne, rientrato a Modica, nel Ragusano, dopo molti anni milanesi: insieme agli amici Francesco Lucifora e Lorenzo Sammito pensa di impiantare nel tessuto locale un po’ delle attività che lo avevano animato «a’ Nord», come usa dire da queste parti. Chiama a raccolta amici fotografi, aspiranti e appassionati, alcuni reduci da esperienze internazionali, per fondare un’associazione culturale, il cui punto di ritrovo è il caffè Hemingway, nel cuore del centro storico.
Quattro anni dopo, gli incontri sono parte delle attività del Condominio Fotografico, nome dell’associazione ma anche luogo fisico, avanguardia della cultura in questo pezzo d’italia: workshop con grandi firme della fotografia, mostre, proiezioni, cineforum e una biblioteca che non ha eguali in Sicilia, e forse in buona parte del Sud.
La prossima ad arrivare e a condividere la propria storia, l’8 e il 9 dicembre, sarà Silvia Camporesi – forlivese, 5 mostre personali solo nel 2017, portatrice di una fotografia concettuale che si avvicina molto all’arte –, invitata dagli amici del Condominio a tenere un workshop aperto al pubblico con annessa mostra, che segnerà la transizione da un biennio dedicato all’immagine documentaristica al prossimo, focalizzato su quella artistica.
L’idea del circolo – il cui comitato direttivo è nel frattempo lievitato a 13 membri, con 60 tesserati all’associazione – è infatti quella della rivoluzione permanente: per mantenere l’attenzione conquistata, bisogna offrire sempre qualcosa di nuovo. Seminare curiosità e stimolare attitudini, particolarmente degli studenti locali per cui le occasioni sono altrimenti poche, sfruttando ogni spazio del Condominio Fotografico.
Il palazzo, inerpicato nelle stradine della Modica meno turistica e scintillante, un secolo fa era un orfanotrofio poi riconvertito in una scuola elementare, dichiarata in seguito dal Comune inadatta ad accogliere i bambini. L’amministrazione ha però accettato di affidarne gli spazi agli appassionati di fotografia, che hanno allestito una camera oscura professionale, una sala di posa, la biblioteca, il laboratorio, le sale espositive e una caffetteria in cui i modicani possono trascorrere domeniche indolenti a sfogliare libri, discutere d’arte e farsi contagiare dalla curiosità. Lo fanno davanti a torte preparate dagli stessi membri dell’associazione, giacché le entrate della caffetteria artigianale sono tra i pochi introiti certi su cui il direttorio può fare leva per organizzare le attività.
Dal Condominio Fotografico sono passati nell’ultimo anno nomi come Mattia Zoppellaro, tra i più celebrati ritrattisti sulla scena, e Paolo Woods, due premi World Press Photo già vinti, con workshop che hanno attirato iscritti anche dalla Calabria. Il tutto si svolge in un’atmosfera da grande famiglia, in cui alle lezioni e alle valutazioni del lavoro svolto seguono banchetti luculliani, con chiacchiere infinite intorno al tavolo e persino cantate collettive, dal sapore rétro. Pare che qualche fotografo, sorpreso dal calore dell’accoglienza, si sia ritrovato a lavare i piatti dopo una cena particolarmente riuscita: un’offerta spontanea, ben inteso, come d’altronde è volontario tutto il lavoro dei membri del Condominio. .