GQ (Italy)

L’estensione del calore

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Giubbotto imbottito, cappotto quilted, puffer coat e paltò trapuntato. In una parola, piumino. Proposta non più esclusiva dei marchi sport friendly, ma anche di quelli emergenti e delle maison più blasonate. Da Les Hommes a Sunnei, passando dalle versioni luxury di Tom Ford, Prada e Valentino, il capospalla più sportivo di sempre conquista la scena delle ultime passerelle trovando finalmente il suo riscatto in una versione over in termini di lunghezza con tanto di finiture athleisure, per soddisfare un bisogno sempre maggiore di comfort, funzionali­tà ed estetica. Detto anche down jacket in inglese o duvet (piuma) in francese, l’invenzione del piumino moderno si deve all’alpinista australian­o George Finch che per primo, nel 1922, si arrampicò sull’everest indossando un anorak imbottito di piume. Nettamente più caldo ma ancora piuttosto ingombrant­e, vent’anni dopo ci pensò Eddie Bauer a ridurne il volume aggiungend­o cuciture trapuntate così da permettere movimenti più agili e un isolamento uniforme. Da allora il mondo dello sportswear lo ha adottato e proposto in più varianti. Ma l’idea di farne un capo base dell’abbigliame­nto urbano arriva verso la fine degli Anni 70 per affermarsi definitiva­mente tra i paninari degli 80. Messi da parte i volumi esagerati, che negli Anni 90 creavano l’effetto omino Bibendum Michelin, le forme oggi sono più eleganti e aderiscono al corpo senza perdere in praticità. Il piumino ha così rubato terreno al classico soprabito, facendo propri anche molti dettagli finora inconsueti: dall’utilizzo del cashmere al posto del nylon alla lunghezza extra, al collo in pelliccia. _ (Laura Pacelli)

 ??  ?? Dall’alto a sinistra, in senso orario, le proposte del piumino per L’A/I 2018-19 di Sunnei, Boss, Les Hommes, Thom Browne e Dirk Bikkemberg­s
Dall’alto a sinistra, in senso orario, le proposte del piumino per L’A/I 2018-19 di Sunnei, Boss, Les Hommes, Thom Browne e Dirk Bikkemberg­s
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