SCALATORE DI OCEANI
La promessa italiana della vela oceanica punta alla Mini Transat. E a conquistare l’everest dei mari
Ambrogio Beccaria ha la erre moscia della Milano bene e le mani piene di calli del navigatore. A 26 anni ha già attraversato l’atlantico in solitaria ed è la grande speranza italiana della vela oceanica. È stato un’ipotesi di campione, ora che ha vinto la SAS (Francia - Azzorre - Francia) ha conquistato il suo posto al banchetto dei grandi. Diventerà capotavola se arriverà primo alla Mini Transat, la regata dalla Francia alla Martinica, una pazzia atlantica senza supporto a terra e senza computer a bordo. L’ha già completata una volta, ora è arrivato il momento di vincerla.
La sua storia in mare è iniziata a undici anni. Dopo il liceo è stato due volte campione italiano, ha fatto lo skipper e il marinaio per un armatore. Poi ha letto un annuncio: «Si vendeva il relitto di una barca ancorato a Cascais, in Portogallo. Era rimasto solo lo scafo, il perito dell’assicurazione non è voluto salirci sopra nemmeno in porto». Lui l’ha comprata, l’ha portata a La Spezia e insieme a Vittoria – fidanzata, futuro ingegnere, compagna d’avventura – l’ha rimessa a posto, l’ha chiamata Alla Grande e ci ha attraversato l’oceano. Ora Ambrogio ha una barca nuova, degli sponsor e due grandi sogni. Il primo è la Mini Transat 2019. «L’altro è conquistare l’everest dei mari, il Vendée Globe, giro del mondo in solitaria. Solo che l’everest l’hanno scalato in 5mila, il Vendée Globe l’hanno completato solo in 71».