I cervelli che creano dipendenza
Gaiman, Sutter e Martin: sono gli uomini che trasformano idee e storie in serie tv. Di culto
Uno è talmente bravo che Amazon l’ha appena blindato con un contratto in esclusiva, e tanto peggio per la concorrenza. L’altro è famoso per aver trasformato l’amleto in una saga di motociclisti. Il terzo è un fetente nato, che ammazza i personaggi appena il pubblico si affeziona a loro. Neil Gaiman, Kurt Sutter e George R.R. Martin sono i padroni della notte, quelli che inchiodano mezzo mondo sul divano, a seguire le serie tv che hanno scritto. Vale anche per il binge watching – letteralmente, l’abbuffata di episodi – della prossima stagione: ecco perché.
Neil Gaiman, britannico, è molte cose: romanziere, fumettista e autore di storie erotiche con qualche incursione nella musica di Alice Cooper. I suoi romanzi sono diventati film ( Stardust e Coraline) e serie tv ( American Gods, già miglior romanzo per i premi Nebula e Hugo). Crea mondi multidimensionali come nessun altro: il prossimo si intitola Good Omens e reinventa Buon Apocalisse a tutti! (Mondadori), scritto con Terry Pratchett: «Sei copioni, 18 mesi di lavoro, qualche sorpresa: tanto ci è voluto per non farmi odiare, spero, da chi ha letto il libro».
Kurt Sutter, che ha comprato una pagina sui maggiori quotidiani Usa per augurare alle proprie figlie «un futuro che sia femmina», scrive storie cattivissime ( Sons of Anarchy) e promette di fare ancora più male allo spettatore con lo spin-off, Mayans MC. I motociclisti si spostano in Messico: per sapere dove vanno basterà seguire la scia di sangue.
E infine George R.R. Martin, quella carogna fatta e finita che c’è dietro Il trono di Spade. Mentre Mondadori manda in libreria Fuoco e sangue (dal 20/11), il primo di due volumi che saranno il prequel della saga dei Targaryen, lui aspetta gli effetti di Nightflyers. L’ha definita «una Psyco dello spazio, in cui nessuno sarà al sicuro da una morte violenta».
Viste le tre serie più attese dell’anno, l’inverno 2018-19 verrà ricordato per l’epidemia di insonnia.