Costruire un mondo migliore
Per il suo bicentenario, l ’Albo degli ingegneri civili britannici ha pubblicato un libro con le 200 infrastrutture che hanno avvantaggiato l’umanità: il presidente della giuria che le ha selezionate racconta come, attraverso cinque progetti esemplari
Nel corso dei secoli, l’ingegneria civile ha lasciato segni indelebili, aprendo la strada al mondo contemporaneo così come oggi lo conosciamo. Con la loro competenza al servizio della nostra vita, gli ingegneri civili hanno realizzato infrastrutture capaci di mettere in comunicazione tra loro i popoli di tutto il mondo, che ci consentono ormai di spostarci facilmente dappertutto. Proprio per dare riconoscimento al contributo apportato dagli ingegneri alla società civile, e commemorare nel contempo il proprio bicentenario, l’institution of Civil Engineering (l’albo degli ingegneri civili britannici) ha pubblicato un libro, Shaping the World (Dare forma al mondo), per celebrare i progetti che, negli ultimi duecento anni, hanno radicalmente cambiato il nostro modo di vivere. In seguito all’appello rivolto ai suoi membri all’inizio del 2017, l’ice ha ricevuto oltre cinquecento proposte. Per identificare i migliori esempi di progettazione ingegneristica in tutto il pianeta, ogni candidatura è stata vagliata da un comitato, che ho diretto, col compito di equilibrarne la provenienza geografica, il settore, la tipologia e la data di realizzazione. Il risultato è un libro che racconta il meglio di due secoli di ingegneria civile. Servendosi di fotografie e di immagini d’archivio dell’ice, il volume presenta alcune storie che mettono in risalto le molte trasformazioni apportate dalle migliori infrastrutture alla società, semplificando la vita di milioni di persone in tutto il mondo. I progetti raccontati in Shaping the World non sono solo incredibili imprese di sviluppo tecnico, ma fonti di miglioramento economico e sociale significativo, su grande e piccola scala. Il filo conduttore è l’evidenza che tutti i progetti hanno cambiato in meglio la nostra quotidianità. Gli esempi sono moltissimi: come sono stati costruiti i primi acquedotti in Medio Oriente, in che modo la prevenzione delle inondazioni mantenga al sicuro le persone e le fognature abbiano eliminato le malattie trasmesse dall’acqua, quanto gli ingegneri siano riusciti ad aiutare intere popolazioni a riprendersi dopo disastri naturali, come la costruzione di ponti abbia collegato società diverse... Senza contare le innovazioni emergenti, tra cui i materiali da costruzione autoriparanti e le “città intelligenti”, che utilizzano sofisticate tecnologie integrate per rispondere alle necessità dei loro abitanti. L’ice confida che questo studio aumenterà la consapevolezza pubblica nei confronti di importanti opere di ingegneria civile, e servirà da ispirazione alla prossima generazione affinché guardi a questa professione come a una via per lasciare un segno positivo nel mondo. I diritti d’autore ricavati dalle vendite del volume serviranno a finanziare nuovi progetti dell’ice
«QUESTI PROGETTI NON SONO SOLO INCREDIBILI IMPRESE DI SVILUPPO TECNICO, MA ANCHE FONTI DI MIGLIORAMENTO ECONOMICO E SOCIALE SIGNIFICATIVO, SU GRANDE E SU PICCOLA SCALA»
e campagne per raccontare le storie di successo dell’ingegneria civile. Di cui raccontiamo cinque storie esemplari a GQ Inc.
LA RUOTA DI FALKIRK
Il Millennium Link, costato 84,5 milioni di sterline, è il più grande progetto di gestione delle vie navigabili mai intrapreso in Gran Bretagna. È stato realizzato per ripristinare, per la prima volta dopo quasi quarant’anni, la navigabilità della rete di canali delle Lowlands e ha comportato la costruzione della ruota di Falkirk, l’unico ascensore ruotante per imbarcazioni esistente al mondo. Costruita sul sito contaminato di un’ex miniera di asfalto, la ruota di Falkirk è stata inaugurata nel 2002 e ha ristabilito la serie di undici blocchi che in passato colmavano il dislivello di oltre trenta metri tra i canali Union e Forth and Clyde. Mentre un tempo i viaggiatori esausti dovevano faticare un intero giorno per aprire e chiudere le 44 serrature
«THOMAS TELFORD HA GETTATO LE FONDAMENTA DELL’ATTUALE RETE STRADALE BRITANNICA»
che completavano il loro tragitto tra i due canali, la ruota di Falkirk permette alle imbarcazioni di passare da uno all’altro in pochi minuti. Quando uno dei cassoni, o gondole, della struttura è abbassato, il suo opposto si alza, mantenendo l’enorme ascensore da 1.800 tonnellate in perfetto equilibrio, mentre solleva in aria fino a 35 metri le chiatte che navigano nel canale. Sembra incredibile, ma per ogni rotazione la struttura utilizza solo 1,5 kwh, la stessa energia che serve per far funzionare otto bollitori d’acqua casalinghi. La ruota di Falkirk, oltre a rivoluzionare la navigazione, ha anche dato impulso all’economia locale, grazie ai quasi 500mila visitatori all’anno che vengono qui da tutto il mondo per vedere all’opera questa grandiosa costruzione ingegneristica.
IL VIADOTTO DI MILLAU
Si tratta di un ponte strallato a campate multiple che attraversa la valle del fiume Tarn, vicino alla città di Millau, nel Sud della Francia. Lungo 2.460 metri e con un’altezza media di 200 metri sul fondovalle, quando fu inaugurato nel 2004 il ponte era la strada automobilistica più alta del mondo: il suo pilone più elevato – a 341 metri – tutt’oggi non è ancora stato superato. Prima della costruzione del viadotto, il traffico doveva scendere nella valle del Tarn e attraversare il centro della città di Millau, creando congestioni nei periodi festivi. Essendo l’unica via di congiunzione tra il Nord e il Sud della regione, Millau era diventata sinonimo di lentezza e ritardo. Grazie al viadotto, non solo oggi non si creano più imbottigliamenti, ma anche la qualità dell’aria ne ha risentito positivamente. La costruzione è stata un grande successo e ha affascinato l’immaginazione grazie al suo bellissimo design. Viene ora celebrata come uno dei più grandi successi ingegneristici di tutti i tempi.
LE STRADE DI THOMAS TELFORD
Fino al XIX secolo, viaggiare era una necessità lenta e poco igienica. Alla metà del Seicento, per andare da Londra a Birmingham ci volevano quat-
tro giorni. Nel 1820 una diligenza arrivò a coprire la distanza in mezza giornata, grazie a una strada trasformata in “superstrada” dal grande ingegnere Thomas Telford. Dopo una carriera spesa soprattutto a progettare e costruire ponti e canali, all’inizio dell’ottocento Telford ricevette dal governo britannico l’incarico di migliorare la viabilità nella sua nativa Scozia. Costruì quindi una lunga rete di strade e ponti, che resero per la prima volta accessibili anche le remote terre del Nord. Telford proseguì costruendo nuove strade attraverso l’inghilterra e il Galles e fu anche un pioniere delle reti fognarie. Le sue strade cambiarono il panorama di un’intera nazione, rendendo la Gran Bretagna raggiungibile per gran parte della sua popolazione e gettando le fondamenta della moderna rete stradale. Thomas Telford meritò ampiamente il riconoscimento che gli tributò il poeta Robert Southey, che lo definì «Il colosso delle strade».
LA STABILIZZAZIONE DELLA TORRE DI PISA
Un’ infrastruttura italiana decisamente peculiare riguardala torre pendente di Pisa, una gemma architettonica completata attorno al 1372 e− anche se fosse perfettamente dritta − uno dei più importanti monumenti dell’europa medievale. Nel 1990, l’accesso alla torre è stato chiuso al pubblico per ragioni di sicurezza, dopo il crollo di un analogo campanile a Pavia. La conseguente stabilizzazione della torre di Pisa si è dimostrata una grandissima sfida per l’ingegneria civile. La torre poggia infatti su un terreno argilloso cedevole e la sua inclinazione verso sud è andata aumentando nel corso dei secoli fino ad arrivare al punto− calcolato in 5,5 gradi− di rischiare il crollo. Qualunque sollecitazione nel terreno sottostante sarebbe risultata molto pericolosa, e questo ha comportato l’esclusione di diversi, possibili interventi ingegneristici. Inoltre, le convenzioni accettate a livello internazionale per la conservazione dei beni culturali rendono inaccettabile qualunque operazione invasiva o esteticamente invalidante. Si è dunque cercata una soluzione permanente che riducesse la pendenza della torre di circa mezzo grado, sufficiente per non essere visibile e utile a ridurre il carico sulla struttura e stabilizzarne le fondamenta: il progetto sviluppato, noto come “estrazione di terreno”, ha comportato lo scavo di alcuni buchi inclinati sotto il lato nord delle fondamenta e l’asportazione controllata di piccole quantità di terreno per volta. Cominciato all’inizio del 1999, il lavoro di estrazione è stato completato nel giugno del 2001, con la riduzione promessa di mezzo grado della pendenza della torre, il cui accesso è stato riaperto al pubblico nel dicembre dello stesso anno. Da allora, il monumento continua a rimanere sotto osservazione, ma a tutt’oggi non ha mai dato alcun segnale di tornare a inclinarsi verso sud. E questo permette di lasciarlo aperto ai milioni di visitatori che arrivano a Pisa da tutto il mondo ogni anno per ammirarlo.
«LE CONVENZIONI PER LA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI NON PERMETTONO OPERAZIONI INVASIVE»
IL PROGETTO VENTURER
Venturer è un programma di ricerca e sviluppo, durato tre anni e costato 5 milioni di sterline, sui veicoli autonomi e connessi (CAVS), che studia e predice gli effetti di questi mezzi sul modo di viaggiare in Gran Bretagna. Il progetto, finanziato dal governo britannico e dall’industria automobilistica, è stato completato nel giugno 2018. La tecnologia coinvolta nelle auto a guida autonoma è solo uno dei molti fattori che influenzano lo sviluppo di questi veicoli. Nel corso del progetto è stato anche studiato come può essere incoraggiata l’accettazione delle auto autonome e connesse da parte del pubblico, e che cosa serva per ottenere le necessarie disposizioni legali, assicurative e politiche che possano sostenere questa tecnologia. I veicoli a guida autonoma offrono l’opportunità di migliorare la sicurezza sulle strade, diminuire la congestione del traffico, rigenerare la qualità dell’aria, ridurre i cambiamenti climatici e favorire l’in- clusione sociale. Considerando inoltre che l’errore umano interviene nel 90 per cento degli incidenti che avvengono sulle strade britanniche, la guida autonoma e connessa punta anche a modificare significativamente questo dato. Nel luglio scorso è stata istituita la Venturer Alliance, per dare continuità alla collaborazione tra i partner di Venturer. Ora si lavora per superare tutte le possibili barriere, utilizzando una ricerca estesa e approfondita per informare il governo e gli altri enti pubblici sui modi migliori per giungere presto a un futuro dotato di veicoli senza conducente. Per raggiungere l’obiettivo saranno necessari sia i giusti progetti ingegneristici che le infrastrutture sociali adeguate. * L’autore di questo articolo, Gordon Masterton, ex presidente dell’institution of Civil Engineers, ha diretto il comitato preposto alla selezione dei progetti pubblicati nel libro commemorativo per il bicentenario dell’ice Shaping the World (sopra, stjamess.org, 89 £). Masterton dirige anche il comitato dell’ice per le opere storiche di ingegneria. Attualmente, presiede il comitato per le infrastrutture del futuro presso l’università di Edimburgo ed è membro della Scottish Engineering Hall of Fame. In passato ha ricoperto la carica di vicepresidente della Jacob Engineering e quella di membro dello UK Construction Industry Council.
«PER I VEICOLI A GUIDA AUTONOMA DEL FUTURO SERVONO I GIUSTI PROGETTI INGEGNERISTICI»