L’architetto del trasformismo
Provocazione e genderless: le parole chiave di Glenn Martens per il suo debutto a Firenze
Il panorama della moda maschile è in fermento: mentre da un lato storiche maison arruolano giovani designer per togliersi via la polvere di dosso, dall’altro visioni fresche sperimentano e inventano un nuovo menswear. Al secondo gruppo appartiene per certo Glenn Martens, 35enne, originario di Bruges, mancato architetto e un diploma alla prestigiosa Royal Academy of Fine Arts di Anversa. Dal 2013 direttore creativo di Y/project. Lo scorso anno The Business of Fashion lo ha inserito tra le 500 persone più influenti della moda globale, e Pitti Uomo lo ha voluto come ospite d’onore nell’ultima edizione, per quel «linguaggio estetico nuovo che si alimenta di contraddizioni», spiega Lapo Chianchi, direttore della comunicazione della fiera fiorentina.
La visione della moda secondo Martens è un inno alla libertà di vestirsi, senza barriere o regole predefinite: «I contrasti sono importanti nel mio lavoro e così l’eclettismo; per me è fondamentale l’individualità, dare una voce a un melting pot, per questo ho fatto sfilare a Firenze 50 look uno diverso dall’altro». Streetwear e rimandi al mondo classico, silhouette volutamente provocatorie, drappeggi a muovere gli abiti, giacche in gessato che “sbuffano” sul davanti, pantaloni over con una vita trasformabile a seconda delle occasioni d’uso, il maschile e il femminile con rimandi eccentrici e look unisex, «perché una giacca da uomo può stare benissimo anche su una donna».
Il punto di partenza? Nessuna ispirazione particolare, Martens inizia dall’abito: «La costruzione di un capo è il primo e più importante elemento, questo lo devo ai miei studi di architettura, da lì gioco, sperimento, attorciglio e creo; abiti sportivi, eleganti, couture, tutti inseriti nella stessa collezione». La sfilata di Martens si è svolta nei chiostri della Basilica di Santa Maria Novella, lasciati volutamente al buio perché ogni ospite potesse, tramite una mini torcia consegnata all’ingresso, guardare solo ciò che veramente desiderava.